la Macedonia è stato l'unico stato a non esser stato coinvolto nella terribile guerra civile jugoslava, grazie alla capacità dei suoi politici che sono riusciti a convincere il dittatore serbo Milosevic a farli andare per la loro strada senza problemi.
Ma andiamo per ordine: lasciato il Kosovo non entusiasmante, arrivo nella bella capitale SKOPJE da Prishtina, con qualche ora di pullman.
Trovo un simpatico alberghetto, il Santos, nella Carsia, la vecchia città d'impronta islamica che somiglia alla parte orientale di Sarajevo. Ci sono moschee, negozi, ristorantini, un bazaar esteso ai margini, musei nei dismessi hamam (bagni turchi) e perfino un tempio derviscio che ospita oggetti artigianali d'impronta turca.
Li visito interessato e ammirato e mi fermo in un bar a parlare con due simpatici camerieri prima di visitare anche il bel museo nazionale ed il caravanserraglio (albergo medioevale del periodo di occupazione turca) diventato un atelier di simpatici scultori e architetti giovani coi quali faccio amicizia.
Salendo nella parte alta si raggiunge la bella moschea, accanto alla fortezza che domina la città ed il sottostante fiume Vardar.
Purtroppo è chiusa e presidiata da reparti militari, chissà perchè!
A sud della città vecchia islamica, attraversato un ponte che sovrasta una grande via di scorrimento a più carreggiate, si raggiunge la piazza Makedonska, punto di riferimento che si raggiunge percorrendo anche il ponte pedonale sul fiume Vardar, presieduto dalle statue gigantesche in bronzo di Cirillo e Metodo, i religiosi creatori dell'alfabeto cirillico, oltre ad altre statue di eroi nazionali dell'indipendenza macedone.
Tutta l'aerea è interessata a lavori di rifacimento di giganteschi palazzi crollati nel terremoto del 1963 che distrusse l'80% degli edifici cittadini. A mio parere Skopje, a fine restauro sarà una città bella e rilassante e già oggi ci si vive piacevolmente come confermatomi da tre ragazzi italiani incontrati sul lungo fiume e che ci vivono da mesi grazie al solito progetto universitario di scambio culturale Erasmus, ma anche per la conoscenza di ragazze locali (la simpatica Lina che parla oramai l'italiano). Per la cronaca ho passato una bellissima serata al party con loro a casa di un loro amico in compagnia di una dozzina di giovani, allietati dalle loro canzoni, dal buon vino e grappa locale e dalle mie interminabili chiaccherate.
A sinistra di piazza Makedonska c'è un enorme centro commerciale su più piani e gallerie, con un parco cittadino circostante, mentre sul lungo fiume ci sono vari locali e bar tra cui il famoso Cubano, ossia la Bodeguita del Medio, una copia del locale di l'Avana dove Ernest Hemingway si ubriacava col famoso mojito.
Invece in prosecuzione del ponte si attraversa Makedonska Ulica, la via centrale e pedonale piena di bar e ristoranti e l' omaggio a Madre Teresa di Calcutta, nata a Skopje che ha costruito una casa tempio per ricordarla ed una sua bella statua.
Alla fine della strada si arriva alla stazione ferroviaria con l'orologio fermo all'ora del terribile terremoto del 1963.
L'edificio è stato trasformato in museo con una sezione quadri moderni poco interessanti e invece una mostra temporanea dedicata ad ambienti e oggetti degli anni '60 che ho molto apprezzato perchè risalgono alla mia infanzia.
All'estremità dell'edificio vedo una colonna con le foto di Tito, bandiere e la sede del locale partito comunista jugoslavo con coetanei nostalgici che mi invitano, mi regalano un calendario con la foto del maresciallo e la moglie Jovanka, più varie tessere ed una spilla. Mi dicono che il partito ha raccolto solo l'1% dei voti, ma gode della simpatia del 30 % degli elettori e sono entusiasti quando racconto di aver visitato il mausoleo tomba di Tito a Belgrado.
Qui ricordano con piacere il periodo del regime comunista di Tito in quanto la Macedonia poteva contare sugli aiuti che arrivavano dalla Slovenia e Croazia che ora sono partite in quarta mentre le repubbliche del sud arrancano senza quei sostegni, ma comunque riescono a mantenere una vita dignitosa anche se lontana da Lubiana e Zagabria. Mi chiedo cosa succederebbe al nostro sud se venisse abbandonato dalla Padania.
Visito anche un bel parco con lo stadio cittadino, campi da tennis ed un parco giochi per bambini un po' trascurato. Tornando verso il centro incontro prima la cattedrale ortodossa moderna con i fedeli che in prossimità della Pasqua, accendono le candele per defunti e per le preghiere di rito mentre all'interno il pope barbuto offre le particole ai fedeli con un unico cucchiaio che viene introdotto profondamente nella bocca di tutti, alla faccia dell'igiene.
Parimenti i baci fisici sulle icone si ripetono da parte di tutti, senza riguardo al fatto che qualcuno potrebbe essere infetto e trasmettere qualche malattia. Quando lo faccio osservare ad un locale, si offende, facendomi presente che nessuno si è ammalato anche durante i periodi di infezione di colera, in quanto Dio li protegge!
A parte questi problemi di igiene, Skopje è proprio carina anche se è più giovane del sottoscritto, essendo stata ricostruita totalmente dal 1963 sui disegni di un architetto giapponese.
Torno in centro costeggiando il fiume Vardar e la fortezza sovrastante e incontro un incredibile mercato dell'usato molto affollato che vende di tutto, perfino mobili usati,da parte soprattutto di rom locali che si distinguono per il colore più scuro della pelle.
Ne approfitto per arricchire la mia collezione di CD e DVD di film di cui avevo fatto incetta in Kosovo, ma qui costano molto di meno: 6 per 1 euro!
Compro mutande firmate D&G per 1 euro e sei paia di calzini corti sempre per 1 euro!
Naturalmente nuovi!Strettamente cinesi!
Di ritorno nella Carsia, ceno ad un fast food col panino gustoso a base di kebab e conosco un gruppo di macedoni in ferie da Milano! Domani partenza per Ohrid.
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