20.10.10

Albania, continua la sorpresa!

Intanto arrivo a Durazzo in poco più di un'ora in quanto è collegata a Tirana da un'autostrada costruita recentemente. Di strano c'è che ogni tanto c'è una rotonda e qualche deviazione che costringono a rallentare. Inoltre ci sono i soliti furgoni che fermano per raccogliere i clienti anche a bordo dell'autostrada e poi ci sono tanti lavaggi auto, mestiere a cui si sono dedicati tanti giovani albanesi e di cui ho approfittato perchè dopo quasi 3.000 km l'auto era proprio sporca.
Il maltempo è proseguito purtroppo e arrivo a Durazzo sotto la pioggia che non mi abbandonerà per tutta la visita e anche dopo.
Sono uscito per Durazzo mare e spiaggia anzichè Durazzo centro. Approfitto per vedere qualcosa però non vedo la spiaggia, ma tanti palazzoni e alberghi ai lati di una lunghissima strada. Poi ritrovo la strada per il centro piuttosto lontano e complice il maltempo mi ritrovo in un mezzo ingorgo. Appena trovo un posticino posteggio e proseguo a piedi. Tanto sono in centro e dopo uno spuntino vedo il municipio, una moschea e l'anfiteatro romano, grande ma tutto circondato da palazzi recenti. Poi intravvedo le mura bizantine ed il lungo mare dopo aver attraversato una via piena di negozi e affollata da studenti che sono appena usciti da scuola.
Il lungomare presenta palazzoni altissimi e colorati, alcuni dei quali ancora in costruzione. C'è una torre veneziana e più in fondo uno dei musei più importanti del paese: quello di archeologia e storia che non mi voglio perdere perchè Durazzo è stata colonia greca, romana e bizantina.
Purtroppo è aperto solo il pianterreno che presenta reperti dell'epoca greca e romana, piuttosto interessanti: statue, vasi di terracotta dipinti, monete, gioielli, insomma il solito che si trova in un museo di questo tipo, comunque piuttosto ricco.
Finita la visita decido di andare a sud verso Fier sempre via autostrada.
Causa la mancanza di indicazioni stradali finisco per arrivare al porto dopo aver percorso una strada piena di buche colme dell'acqua caduta con pericolo di fare qualche disastro. Per fortuna ho fatto esperienza di strade brutte in Romania, così me la cavo anche con un po'di fortuna. Poi un ragazzo mi informa che sono dalla parte sbagliata: porcaccia vacca, devo rifare nuovamente quella strada disastrata in senso inverso. Va bene ancora e prendo la direzione consigliata da un passante che mi manda invece.....boh! Dopo più di mezzora decido di chiedere ancora e un albanese gentile mi dice di seguirlo perchè va proprio a Fier. Lui prende un'autostrada bella e tranquilla, ma prima ripassa per Durazzo! Insomma ho fatto un sacco di strada per niente. Alla fine arrivo a Fier, una delle maggiori città del paese che si è sviluppata molto negli ultimi anni. Ci sono decine e decine di palazzoni moderni e coloratissimi. La città è moderna, pulita ed ha un aspetto del tutto occidentale. Trovo un albergo a 3 stelle in centro per 20 euro con tv e bagno privato e poi vado a cena nel ristorante dell'albergo al pianterreno che ha creato un ambiente grotta con stallatiti che pendono dal soffitto. Chiedo il menù e appare il giovane cuoco che mi dice: sono io il tuo menù, cosa vuoi mangiare? Scelgo l'arrosto di vitello ed una insalatona e birra. Mangio abbondante e bene e poi finisco per fare amicizia con 5 ragazzi giovani seduti al tavolo a fianco. Parlano tutti l'italiano e mi danno tante informazioni interessanti riguardo al loro paese. Poi esco ma piove a dirotto e mi rifugio sotto il tendone di un bar. Faccio amicizia con quattro signori sulla trentina-quarantina e poi uno di loro mi invita al bar per bere la famosa grappa di more da gelso.
Che gran serata! Il tipo è veramente simpatico e interessante, ma anche piuttosto triste e stressato in quanto è professore di letteratura ma guadagna troppo poco per mantenere moglie e due figlie. Così arrotonda lo stipendio lavorando alla tv locale che si trova proprio dove l'ho incontrato assieme ai suoi colleghi. Mi dice che il suo capo non lo paga da due mesi e che spera che i soldi arrivino presto, insomma tanto lavoro ma pochi soldi!
Ci facciamo due grappe e non mi permette di pagare la mia quota. Il senso di ospitalità degli albanesi è proverbiale!
La mattina dopo il gentilissimo albergatore mi offre una ricca colazione a base di toast, marmellata e burro ed il ricco formaggio locale simile al feta greco.
Parto in direzione di Apollonia la colonia greca ad una decina di km da Fier.
Incontro per strada greggi di pecore che occupano la carreggiata e donne che pascolano gruppi di tacchini.
Dopo una mezzora arrivo a destinazione in una vallata enorme molto verde delimitata da una collina sulla cima della quale si trova il sito archeologico di questa interessante città greca. Devo dire che è alquanto deludente rispetto a quello che mi aspettavo, ma comunque affascinante per il paesaggio verde, gli olivi ed altre piante mediterranee come la salvia e la ginestra. La vista è favolosa e spazia fino al mare. C'è la facciata a colonne restaurate di un tempio, un teatro, un foro, una zona di mosaici che per protezione sono stati coperti da sabbia e la cosa più interessante è il monastero bizantino e la chiesetta di S.Maria con annesso museo archeologico con statue e colonne di un certo pregio.
Incontro anche un gruppo di archeologi intenti a prendere misure e a scavare perchè il sito è ancora in gran parte da scoprire.
Questa importante e ricca colonia greca fu in seguito conquistata dai romani che vi costruirono un'importante scuola di filosofia al punto che secoli dopo vi studiò perfino il futuro imperatore Cesare Augusto Ottaviano.
Nella valle sottostante ma anche accanto all'acropoli di Apollonia incontro parecchi bunker, casematte a cupola che furono costruite in tutto il paese dal dittatore Enver Hoxha a causa della sua paranoia di attacchi esterni. Il paese come si sa rimase isolato dal resto del mondo per quasi 50 anni in quanto ruppe presto con l'Unione Sovietica e poi anche col nuovo alleato, la Cina Popolare e comunista. Alla morte del dittatore nel 1985 seguì un governo di 5 anni di un suo collaboratore e poi sull'onda di proteste popolari si arrivò alle elezioni del 1991 vinte da Sali Berisha, leader del partito democratico di centro destra che si è alternato al potere col leader del Partito Socialista, Fatos Nano. Entrambi vengono accusati di corruzione da parte degli albanesi che si dimostrano molto scettici riguardo il forsennato capitalismo subentrato al più cupo comunismo. Ci fu la grave crisi del 91 quando migliaia di albanesi lasciarono il paese per approdare in Italia con le navi della disperazione e ancora di più emigrarono nella confinante Grecia dopo il '96 quando le società finanziarie piramidali in cui gli albanesi avevano investito gran parte dei loro risparmi fallirono, provocando la disperazione e la rabbia degli albanesi che persero il 70% dei loro sudati risparmi per una cifra intorno a 1 miliardo di dollari. Oggi a parte la corruzione politica e la presenza di una mafia albanese che si arrichisce con la prostituzione di giovani albanesi mandate a battere in tutta Europa, il traffico di droga (marijuana e hashish coltivato in Albania ed esportato in Europa), armi e chissà quant'altro. Non ho mai visto un paese con tante Mercedes e non tutte vecchie e malandate, molte dall'aspetto nuovo e recente. E' da sospettare che molte di queste siano rubate nei paesi occidentali europei e poi rivendute in Albania per poche migliaia di euro. In effetti quando ho passato il confine la dogana ha badato soprattutto ai documenti di proprietà della mia Panda, segno che sono allertati su questa questione.
Tornando al mio viaggio, dopo Apollonia decido di partire in direzione sud verso Berat e poi ancora più a sud verso Girocastro in alternativa a Salona cui rinuncio perchè mi costringerebbe a risalire nuovamente a nord.
La cartina stradale fa intendere che da Berat a Girocastro ci sia l'autostrada in quanto è la prosecuzione dell'autostrada Durres-Lushnija-Fier già sperimentata positivamente. Invece scoprirò che da Berat fino a Tepeleni l'autostrada è tuttora in costruzione con un disagio pari a quello della nostra Salerno-Reggio Calabria e forse anche maggiore, dato che spesso manca l'asfalto e si viaggia fra buche, fango strettoie e deviazioni varie, insomma un inferno aumentato dalla pioggia incessante.
Intanto da Fier a Berat in senso ovest-est già trovo una strada piena di curve, qualche tornante pericoloso, parecchie buche e guido sempre sotto la pioggia. Alla fine comunque ci arrivo e inizia la visita di questa città protetta dall'Unesco per essere una città museo costituita da case bianche che si arrampicano su una collina alla cui sommità c'è una cittadella protetta da alte mura che fu fondata dagli Illiri col nome di Aripatrea e poi rafforzata dai bizantini, bulgari, serbi e turchi ottomani che si succedettero nell'occupazione del paese.
La città delle finestre, così è soprannominata ha un indubbio fascino anche se si ha la sensazione, soprattutto nella cittadella di poca cura nella sua conservazione. Ci sono interi palazzi importanti abbandonati mentre altre case più piccole sono tuttora abitate. Il panorama che si gode dalla cittadella, denominata Kala è impressionante in quanto si vede l'intera valle sottostante dove si è estesa la città moderna, il fiume attraversato da vari ponti, la parte vecchia di Berat dall'altra parte del fiume e le montagne circostanti molto alte e impressionanti.
Vale la pena percorrere la ripida salita pedonale (solo alcuni taxi possono percorrerla) attraversando una strada dal fondo in pietra bianca, la stessa delle vecchie case, di tante chiese cristiane e da una fortezza interna, del minareto della moschea rossa per arrivare in cima e percorrere la cittadella su vari piani separati da scalinate e balconate panoramiche.
Sotto la cittadella, dalla parte della vallata del fiume Osum si intravvede la deliziosa cappella di San Michele che stranamente è in mattoni rossi mentre tutti gli altri edifici sono rigorosamente bianchi e la gran parte di pietra a secco.
In basso dove si posteggia, c'è il quartiere di Mangalem con l'omonimo e pregiato vecchio albergo, la vecchia moschea del sultano e quella degli scapoli mentre dall'altra parte del fiume, percorso un ponte pedonale si arriva al quartiere di Gorica con le solite case bianche, il monastero di S.Spiridione e la Chiesa di San Tommaso. In fondo vi è un vecchio ponte in pietra bianca con varie arcate, piuttosto stretto e che permette il transito dei veicoli a senso alternato.
Lasciata Berat prendo la strada per Ballsh per proseguire poi per Girocastro.
Arrivo a Balsh una cittadina maleodorante di petrolio (infatti nei dintorni ci sono i pozzi)dopo un paio d'ore di strada abbastanza decente con qualche passaggio difficile e piuttosto stanco decido di fermarmi per fare il pieno e bermi un caffè. Nel bar vengo preso in simpatia da un gruppo di pensionati che stanno giocando a domino e poi arriva un quarantenne che mi offre la grappa o rakia, purtroppo quella di vite e non quella di more di gelso che preferisco. Finiamo per chiaccherare per quasi un'ora in allegria. Mi racconta della sua esperienza italiana e del suo ritorno per vivere in famiglia con moglie e due figli. Si lamenta dei bassi stipendi degli albanesi (100-200 euro, fino a 600 per alte professionalità), ma perfino 60 euro per certi pensionati che hanno lavorato una vita.
Mi invita a guidare piano e prestare attenzione alla strada che io pensavo fosse autostrada come da cartina stradale.
Invece comincia l'incubo: pensavo di arrivare a Berat entro un paio d'ore e invece dopo una strada infame, in parte in costruzione, con tante deviazioni, buche, ecc.. arriva il buio e di Berat non c'è neanche l'ombra. Per fortuna stanco, affranto e anche un po'spaventato perchè la strada peggiora di km in km, alla fine come un miraggio vedo ai bordi della strada la scritta: Hotel, bar, ristorante. In effetti in precedenza avevo incontrato tanti ristoranti, ma nessun hotel.
Non ci penso un attimo ed entro deciso a fermarmi: mi viene incontro una signora gentilissima che mi ospita in una camera comodissima con tv, bagno e tutti i confort. Ceno nel loro salotto mentre lei ed il marito, un pensionato ex camionista guardano la versione albanese del programma tv delle scatole con sorpresa.
Mangio e bevo molto bene, ridendo con la simpatica coppia e poi vado a riposarmi dopo la maratona di tutto il giorno. La simpatica coppia ha una vera e propria tenuta enorme in posizione panoramica su una collina che domina il fiume sottostante. Oltre alla casa di abitazione, hanno creato due grandi palazzine separate da una piscina dentro un vigneto esteso e arricchito da alberi di cachi e melograni che sono in maturazione e di cui ho potuto apprezzare il buon sapore essendomi stati offerti come dessert.
L'Albania è piena di alberi di melograno, un frutto squisito da noi carissimo e raro.
Altro prodotto in abbondanza è il formaggio albanese di pecora simile alla feta greca dato che ci sono molti allevatori di pecore che si incontrano strada facendo.
La birra Tirana non è male ma purtroppo i bar sono pieni di birre occidentali e trascurano i loro buoni prodotti locali, peccato! Si mangiano ottime pizze, paste all'italiana, arrosti di maiale e di vitello, accompagnati da insalate miste con olive, cipolla e formaggio. Una cucina poco raffinata, ma sana e gustosa. Naturalmente si beve anche il vino locale, niente male e poi soprattutto la grappa o rakia ed il caffè che loro consumano tanto come noi italiani, espresso incluso.
I prezzi sono economici ma vari pur mangiando le stesse cose: a Tirana ho cenato con 5 euro ma poi un'altra cena mi è costata più del doppio;ho l'impressione che alcuni fanno il prezzo secondo il cliente e se questo è straniero, raddoppia come a Fier dove ho speso circa 13 euro complice la mancanza del menu.


























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