27.12.11

Di nuovo a Puerto Princesa

sono arrivato verso le 14 dopo un'ora di volo da Coron in compagnia di Antonio un giovane cagliaritano che sta facendo una breve vacanza nelle Filippine, arrivando da Seoul dove vive da oltre un anno per frequentare un master internazionale ed Agon, un simpatico tedesco di Amburgo che sta facendo volontariato in Asia e che avevo già conosciuto alla clinica di macchine fotografiche e cellulari rovinate dall'acqua (a lui era andata bene per il suo Ipod ma non per la macchina fotografica come a me). Preso un trycycle ho trovato un'ottima camera con tv, aria condizionata e connessione internet per 13 euro a poche centinaia di metri dall'aereoporto e dal centro cittadino al resort Lucky Garden Inn. Dopo una doccia ristoratrice ho raggiunto il centro a piedi incontrando strada facendo posti originali come negozi che vendono sculture in legno e ristoranti particolari. In centro mi son fatto un paio di sundae al cioccolato, dei sushi-ravioli, dell'ottimo pesce e minestra di verdure e pollo e poi ho incontrato una tipa simpatica che lavora in un buffet in una specie di parco cittadino con tanti locali bar-ristorante, un enorme albero di Natale artificiale ed un palco che stanno allestendo per un concerto. Ho poi conosciuto in un bar due tipi strani: un cinese-filippino magro, quasi anoressico ed un suo amico che si fa di Tanduay, il rum locale ed un miscuglio di cicche di sigarette ed un liquido imprecisato che diluisce la nicotina! Il centro cittadino è un caos divertente con un sacco di trycycle e negozi, bar e mercati e la gente qui mi sembra stordita. La città conta ben 200.000 abitanti che rispetto alle cittadine visitate prima mi sembrano zombie nevrotici con lo sguardo perso e intenti a parlare o digitare sul loro cellulare come automi, insomma più grande è la città, più la gente è nevrotica e persa

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