6.2.06

GIAVA, BALI,LOMBOK,SINGAPORE E TAILANDIA


























































Ciao,
nel 93 dopo tre anni di assenza dai voli intercontinentali riprendo con un bel viaggio di tre settimane in Asia di cui due in Indonesia in compagnia di un amico triestino e l'ultima in solitaria nel Nord della Tailandia e nella mitica Bangkok.

Arriviamo nella incasinatissima e poco interessante metropoli di Giakarta e voliamo subito a Yojakarta, la vecchia e più interessante ex capitale.

Visitiamo vari palazzi reali non entusiasmanti in una città affollata che si gira in risciò e restiamo invece impressionati da due siti archeologici molto belli.

Uno è Prambanang con tre colossali templi hindù, ricchi di statue in pietra nella bella campagna circostante e soprattutto BOROBUDUR uno dei più belli al mondo.

E' una costruzione circolare concentrica di pietra grigia e nera, ricca di statue e bassorilievi che celebrano il Budda in un paesaggio collinare verde molto suggestivo che lascia un ricordo indelebile.

Causa il maltempo dobbiamo rinunciare alla salita di un famoso vulcano con la pomice ed un panorama interessante.

L'isola di Giava nella parte orientale che attraversiamo in corriera è molto verde e bella.
Ci sono risaie dappertutto, colline verdi ed una bella vegetazione.

In traghetto raggiungiamo la vicina e turistica isola di Bali, una delle mete più frequentate dal turismo internazionale e purtroppo vittima in anni recenti di un brutto attentato.

All'interno dell'arcipelago indonesiano mussulmano è l'unica isola ad aver conservato la religione originale hindù, grazie alla sua cultura radicata.

Gli abitanti sono grandi cultori di arti, musica, canto,ballo,pittura, artigianato in genere fra cui i celebri e decantati batik.

L'isola è molto bella, somiglia alla parte orientale di Giava, ma è più suggestiva.

C'è una località balneare piena di alberghi internazionali, bar e discoteche frequentate soprattutto da australiani che vi arrivano in un paio d'ore di volo, la famosa Kuta beach dell'attentato recente.

Gli australiani praticano il surf e si ubriacano nei tanti locali rumorosi e moderni.
Insomma mi sembra di stare a Rimini e quindi la evito subito.

Affittiamo un fuoristrada e iniziamo il nostro giro all'interno che è la parte più bella e interessante.
E' stupido venire a Bali per il mare che non è eccezionale.

Invece all'interno il paesaggio è fantastico, molto verde con colline e tanti templi, alcuni perfino in un'isoletta in mezzo ad un bel lago.

La particolarità dell'isola è la religiosità dei balinesi che oltre ad essere degli eccellenti artisti usano festeggiare ogni avvenimento (anche la morte di un caro) in modo appariscente, con ricche offerte di fiori e frutta e processioni colorate ai templi seminati per tutta l'isola in posti suggestivi, oltre al tempio personale che ogni famiglia possiede e dove vengono ricordati gli antenati.

Pernottiamo presso una montagna con un tempio enorme assistendo alle loro manifestazioni religiose, visitiamo delle rovine di antichi palazzi tuffandoci assieme ai locali nelle piscine tuttora in uso o facendo il bagno nei torrenti e spiagge incontrate qua e là.

Assistiamo a balli folcloristici con le famose ballerine balinesi aggraziate ed eleganti.

Ricordo una particolare danza notturna attorno al falò di gruppi di uomini che si atteggiano a scimmie gridando ciak/ciak e muovendosi a ritmo impressionante.

Ci intruffoliamo in una festa in costume riservata ad un gruppo di ricchi turisti italiani.

Vengo assalito dalle scimmie durante una passeggiata mattutina e mi salvo rifugiandomi in un torrente dove faccio amicizia con due donne che lavano i panni, ritornando all'albergo mezzo infangato e senza ciabatte.

Giravamo come i locali in ciabatte e pareo, così comodo e fresco oltrechè obbligatorio per le visite ai templi.

Ricordo il tramonto impareggiabile a Tanah Lot, un'isoletta piccola con un tempietto in fronte ad un'alta costa rocciosa dove si sta seduti in terrazza a sorbire un cocktail locale mentre il sole scende colorando il mare.

Dopo Bali visitiamo la bella isola di Lombok noleggiando un pulmino con autista locale che ci fa anche da guida.
L'isola ha una natura imponente con montagne vulcaniche e foreste a nord, villaggi tribali colorati e interessanti e addirittura dune di sabbia a sud.

Facciamo anche un'escursione alle tre piccole isolette a nord, le Gili di cui una lussuosa con alberghi esclusivi, una diciamo normale e la terza hippy dove alloggiamo in un bungalow spartano di bambù, divertendoci la sera in spiaggia con i concerti attorno ai falò.

In volo raggiungiamo Singapore che visitiamo in fretta.

Sembra di essere in Svizzera, tutto perfetto e pulito, un aeroporto con fontane di marmo bianco e orchidee, grattacieli e prati all'inglese, ricchi giardini botanici e tanti negozi dove si compra di tutto.
La qualità è molto superiore a quella di Hong Kong ma anche i prezzi sono più alti.

Nel vecchio albergo coloniale, il Raffles Hotel, in legno bianco l'amministrazione è gestita da un triestino che incontro con sorpresa e piacere.

Il mio amico riparte per l'Italia mentre io volo a Bangkok.

Mi sembra di essere approdato nel caos totale, smog, traffico impressionante, ingorghi, negozi dappertutto, grattacieli.

Si salva il palazzo reale fantastico ed il tempio adiacente (Wat Phra Keo) ed il canal grande (Chao Praya) con tanto di vaporetti simili a quelli di Venezia dove trovo un po' di refrigerio.

Decido di andare al nord e volo nella bella e vecchia capitale Chanmai.

Qui mi trovo a mio agio e inizio tutta una serie di escursioni nei vicini villaggi di artigianato (fra l'altro ombrelli colorati di carta di riso) e tanti bei templi buddisti, di cui uno in cima ad un monte che si raggiunge salendo una lunga scalinata circondata da statue di draghi e altri animali protettivi.

Prendo una lunga imbarcazione assieme ad una coppia di ciccioni americani navigando lentamente lungo il fiume che conduce a Chan Rai.
Il percorso è suggestivo e incontriamo vari villaggi tribali con gli abitanti vestiti nei loro colorati costumi tradizionali che vendono i loro prodotti artigianli lungo il fiume.

Chan Rai non è granchè, piuttosto moderna, così ritorno a Bangkok ma non vi resisto che poche ore.
Prendo una corriera e in 4 raggiungo il mare a Pattaya.

E' un bordello totale, con una spiaggia ridicola e tanti bar e discoteche.

Ho la fortuna e la faccia tosta di farmi invitare da un gruppo di tedeschi che hanno noleggiato un battello e trascorro con loro una bellissima giornata in alto mare con visita di alcune isole, snorkeling per vedere i coralli blu ed un pranzo a base di pesce fresco pescato dagli iperattivi tedeschi.

Ritorno a Bangkok il giorno successivo poche ore prima del mio rientro in Italia.
Ritornerò in Tailandia solo 13 anni dopo, trovando una Bangkok trasformata e più vivibile (metro e sky line hanno alleggerito il caotico traffico) ed il suo sud fantastico.

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