Gran Canyon Villane – maggio 1982
Rossella ed io mangiamo alla mensa del villaggio e facciamo amicizia con una giovane e simpatica cameriera che ci invita ad un party serale.
Accettiamo incuriositi e arriviamo sul posto: un cortile con tre/quattro case in legno intorno.
Ci sono una ventina di giovani e ci invitano a salire al primo piano di una casa.
Uno ci fa strada e apre la porta del bagno. Nella grande vasca ci sono decine di lattine di birra e coca in mezzo a blocchi di ghiaccio.
Ognuno ne fa abbondante scorta e ci ritroviamo in cortile a bere e ridere.
Mi viene in mente non so perché “Crazy banana” e appena la dico tutti scoppiano a ridere.
Va avanti per un’ora: un successo incredibile. Basta poco.
Gli americani sono simpatici, cordiali, alla mano.
Una ragazza tedesca incontrata lungo il sentiero che porta a Indian Gardens (prima meta in discesa dall’argine superiore) e che vive da sei mesi in America ci conferma la simpatia degli americani, ma lamenta anche la loro superficialità e la quasi impossibilità a stabilire un vero rapporto di amicizia.
Vanno bene sul breve periodo, ma alla lunga stancano e annoiano. Sarà…..
Nashville, Tennessee – maggio 1982
Rossella ed io decidiamo di visitare l’enorme parco musicale Opryland ad una ventina di km dal centro di Nashville (nel cui parco cittadino centrale c’è una copia del Partenone di Atene!).
Da questo posto trasmettono da 50 anni un programma radiofonico di musica country che viene irradiato in tutto il paese.
Ci sono spettacoli di musica e ballo nei vari teatri e palchi sparsi nel parco con show di mezzora l’uno, intervallati e molto piacevoli.
Usciti dal parco scopriamo che non ci sono mezzi pubblici per raggiungere il centro (problema generale degli USA dove i mezzi pubblici , ad eccezione del metrò, cessano verso le 19.00 di sera).
I taxi sembrano cari data la distanza. Così optiamo per l’autostop.
Dopo una ventina di minuti si ferma una portaerei americana (ce n’erano ancora in quel periodo) ed una coppia gentile di locali ci carica in direzione centro.
Quando vengono a sapere che siamo italiani, vanno in visibilio, dato che hanno un figlio militare nella base americana di Vicenza.
Il guidatore afferma che gli americani hanno bisogno dell’amicizia internazionale avendo problemi con i paesi arabi (c’erano già allora, credo con Gheddafi o l’Iran di Khomeini).
Si offre di farci da guida e si ferma presso il palazzo più vecchio della città (del 1870 circa) e rimangono stupiti del fatto che non ci impressiona più di tanto.
Poco dopo ci mollano davanti al nostro hotel, alquanto scandalizzati in quanto è un postaccio a 2 stelle e inoltre non li aggrada sapere che viaggiamo in Greyhound, pulman frequentati soprattutto da neri e latino-americani.
Tira aria di razzismo e pregiudizi!
New York - maggio 1982
Dopo la delusione della mancata celebrazione del 1 maggio nelle vie cittadine, dato che la festa del lavoro è stata iniziata proprio negli USA, ma il labour day lo celebrano in settembre o ottobre, abbiamo la sorpresa di assistere ad una interminabile processione di portoricani che dura un paio d’ore in zona Broadway.
Deve essere una loro festa, ma quanti sono!!!
Visitiamo Wall Street e la NYSE (New York Stock Exchange), la borsa americana.
Ci invitano a partecipare ad un quiz finanziario al computer, al primo piano con finestroni che danno nel sottostante parterre dove stanno trattando le azioni.
Alla fine mi danno un ottimo punteggio e mi sento molto bravo.
Usciamo per prendere il vaporetto che porta ad Ellis Island, l’isoletta con la Statua della Libertà e anche lazzaretto per gli immigrati del secolo scorso che erano costretti a rimanere qualche mese in quarantena prima di essere ammessi al grande paese.
E’ l’ora dell’intervallo: escono centinaia di impiegati dai vari uffici dei grattacieli che ospitano finanziarie e banche.
Alcuni comprano gli hot-dog nelle bancherelle in strada e altri si mettono in fila ordinata……verso un nero seduto su una panchina che vende……droga!
Noi andiamo in un buffet e ordiniamo panini e birra.
Mi chiedono la carta d’identità! Per un paio di birre! E mi infilano le lattine nei sacchetti di carta!
Si possono bere in strada solo dentro i sacchetti di carta, in compenso la droga è venduta quasi apertamente e liberamente.
Contraddizioni americane!
NEW YORK – maggio 1982
Decidiamo di visitare China Town e Little Italy attigue e verso la punta di Manhattan.
Ci consigliano di prendere il metrò.
Scendiamo e……abbiamo una pessima impressione! Vecchia, dall'aspetto dimesso e sporco.
Saliamo in vagone guardandoci un po’ intimoriti e dopo qualche minuto chiedo ad un nero di indicarmi la fermata per China Town. Non mi risponde, provo con un altro e non mi dà bada. Scopro così che c’è un razzismo al contrario: neri verso i bianchi.
Un americano bianco mi consiglia di scendere alla prossima fermata.
Scendiamo e….non c’è nessuno in giro, siamo soli e la scritta sul muro indica : Bronx!
Non capiamo e pensiamo d’aver sbagliato dopo aver consultato la cartina.
Dobbiamo tornare indietro e invertire il senso di marcia.
Siamo impauriti immaginando le aggressioni viste decine di volte nei film americani.
Percorriamo corridoi e scalinate senza indicazioni di sorta.
Dietro l’ennesimo angolo ci ritroviamo in un vicolo cieco con cancello chiuso da inferriata metallica.
In caso di incontri pericolosi siamo proprio in trappola, senza vie d’uscita.
Ripercorriamo il tragitto in senso inverso e fortunatamente non incontriamo anima viva.
Dopo una decina di minuti riusciamo ad arrivare sani e salvi alla banchina opposta ed il treno sta arrivando.
Meno male, ma dove cavolo siamo finiti?
New York/S.Francisco – maggio 1982
Percorriamo a piedi il famoso ponte di Brooklyn e facciamo amicizia con John un inglese di Londra che sta girando l’America da solo. Scherziamo con lui e lo salutiamo.
Un mese dopo camminiamo sul ponte di S.Francisco che conduce a Sausalito.
Dall’altra parte vediamo un ragazzo alto e allampanato: incredibile.......è John!
Lo chiamiamo e ci abbracciamo increduli.
Ci siamo incontrati su due ponti, alle due estremità degli USA!!
Tulum-Yucatan-Messico – agosto 1985?
Siamo una trentina, di cui 25 napoletani, e alloggiamo presso un albergo con piscina e a pochi metri dal mare.
La sera ci mettiamo tutti eleganti per la cena.
Arriva l’avvocato di Capri, elegantissimo e incravattato.
Passa davanti alla piscina e un buontempone lo spinge in acqua.
L’avvocato emerge, si avvicina alla sponda, tutti ridono, qualcuno è imbarazzato.
Si toglie gli occhiali bagnati, il portafoglio con tutte le banconote che sparge a terra per asciugarle e perfino il passaporto che rischia di essere danneggiato irreparabilmente.
Ride e sussurra : so’ragazzi!
Tikal – Guatemala – agosto 1985
Raggiungiamo la capitale Maya in piena foresta dopo una corsa in corriera di circa 10 ore, attraverso una strada bianca e polverosa, piena di buche, correndo il pericolo di venir attaccati dalla guerriglia che ogni tanto ferma, rapina e a volte sequestra i passanti.
Arriviamo distrutti, impolverati e con il fondoschiena a pezzi dato che la corriera ha i sedili di ferro senza cuscini e gli ammortizzatori sono inesistenti.
Dopo una doccia ristoratrice mi incammino nei pressi dell’albergo e incontro una coppia di svizzeri che si stanno godendo il sole ed hanno un aspetto rilassato.
Mi metto a chiacchierare con loro e apprendo che sono arrivati in aereo.
Li informo che noi siamo arrivati in corriera, dato che la nostra guida non era riuscita a trovar posto in aereo.
Gli svizzeri mi fanno notare che l’aereo era praticamente vuoto!!
Qualcosa non torna. Com’è sta storia?
Alla fine capisco e mi vien da strozzare la nostra guida napoletana.
Siccome lui è capogruppo, viaggia gratuitamente, ma non la figlia e l’amante che si è portato dietro.
Per evitare di pagar loro la tratta aerea (circa 40 dollari a testa) ci aveva raccontato la balla dei posti esauriti in aereo!!
Da ammazzare sul posto!
Oltretutto non parlava una parola di spagnolo e contattava i locali esclusivamente in inglese.
I messicani non amano gli yankee per noti motivi
(il vicino prepotente si è impossessato di gran parte del loro territorio nazionale, dalla California, al Nuovo Messico, al Texas e continua a trattarli come vassalli) e tendono a non prenderti in considerazione se ti rivolgi a loro in inglese.
Più di una volta ho dovuto intervenire traducendo in spagnolo che avevo imparato prima del viaggio.
Il colmo fu che l’amante napoletana del capogruppo, una sera mi fece una scenataccia davanti a tutti, accusandomi di voler sostituirmi al suo uomo!!!
A parte la lingua, e la vicenda di Tikal, devo ammettere che per il resto non era male e se la sapeva cavare, destreggiandosi fra la figlia di primo letto e l’amante che si odiavano.
Capogruppi
Qualche anno fa un capogruppo “Rambo” era morto assieme ad altri avventurieri, finiti in mare annegati o mangiati dai pescecani durante un’attraversata in barca fatiscente fra due isole filippine!
Un altro “Rambo” sperimentato dal sottoscritto e gruppo di 30 persone pretendeva di farci attraversare il salares di Uyuni , enorme lago salato della Bolivia, senza guida, nonostante un mese prima un gruppo di turisti francesi fosse finito in salamoia nelle acque pericolose del lago che si attraversa con camion, fino al centro, dove l’acqua sparisce e rimane solo il sale.
Questi individui pericolosi che mettono a repentaglio la propria e’altrui vita, si professano avventurieri confondendo l’Avventura con l’incoscienza.
Essere avventuroso non significa non usare normali norme di sicurezza ed evitare di finire in pasto ai pescecani o in fondo al mare o ad acque paludose!
Occhio a questi personaggi! Chiedete i dettagli e rischi prima di mettervi a repentaglio!
Tanzania – agosto 1985?
A proposito di capogruppo pirla! Quello che ci accompagnò in Tanzania si fece turlupinare alla grande dai nostri autisti e dall’agenzia locale in modo indecente, nonostante i miei ripetuti avvisi e proteste!
Si trattava di questo: prima di partire ci arriva un avviso dell’Agenzia che ci invita a portare più dollari in quanto in Tanzania forse entrava in vigore una norma secondo la quale bisognava pagare tutti i servizi in dollari e non nella valuta locale, lo scellino tanzaniano che si comprava a nero pagandolo venti volte meno del cambio ufficiale.
Praticamente si sarebbe speso molto di più pagando in dollari, non potendo beneficiare del favorevole cambio a nero.
L’ingenuo capogruppo all’arrivo ne fa menzione ai nostri autisti locali, facendo gestir loro tutti i pagamenti, senza neanche premunirsi di verificarli.
Si va incontro ad un’escalation: paghiamo i primi servizi in scellini, poi parzialmente in dollari, alla fine tutto in dollari.
Man mano che si attua questa escalation, gli autisti si ubriacano e spendono sempre di più, arrivando a pagar da bere a tutti,anche agli estranei, comprando di tutto e di più alla grande.
In pratica hanno continuato a pagare tutti i servizi in scellini tanziani e si son tenuti i nostri dollari.
Infatti alla fine del viaggio, incontriamo in aeroporto altri gruppi di Avventure che ci confermano d’aver pagato sempre ed esclusivamente in scellini ed aver così speso un terzo rispetto a noi!!!
Parchi nazionali degli Usa – maggio 1982
Arrivati a Flagstaff, Rossella ed io facciamo la conoscenza con uno svizzero, un israeliano ed..un triestino che girano da soli e ci accordiamo per prenotare assieme un’auto per girare i parchi e successivamente la California.
Il triestino simpaticissimo ci racconta un episodio incredibile.
L’anno prima era stato in Messico e l’avevano derubato di tutto, compresi i vestiti, lasciandolo praticamente in mutande.
Così si presenta alla polizia, che credendolo matto lo manda via in malo modo.
Lui insiste e si ripresenta. Alla fine si mettono a ridere e fanno una colletta per aiutarlo, oltre a contattare l’ambasciata italiana che lo fa rimpatriare.
Gli chiedo: come ti sentisti in quel frangente?
Mi risponde: libero, ero così preoccupato che mi rubassero tutto che quando successe veramente, mi passò tutta la paura perché non poteva più succedermi niente!
Cina - settembre 1983
La mia amica Rossella comincia a star male: non riesce a dormire e va via di testa.
Decido di consultare un medico cinese: arriva, ascolta e comincia a praticarle l’agopuntura.
Le infila una ventina d’aghi in tutto il corpo e non riesce a capacitarsi della resistenza della mia amica.
A suo parere tali aghi avrebbero dovuto addormentare un elefante.
Chiedo cure alternative, il medico sparisce e ritorna dopo una mezzora con una scatola di liquirizia!!!
Per fortuna nei giorni successivi Rossella migliora, ma le cure cinesi............!
Cina/Mosca ottobre 1983
A Pechino fa un freddo cane.
Compriamo delle pellicce a buon prezzo in un grande magazzino in centro a Pechino nel quale veniamo invitati ad entrare ed inaugurare con tanto di telecamere che ci riprendono.
Tornati in albergo i nostri compagni di viaggio vengono ammirati dai nostri acquisti, particolarmente un gruppo di romane che giravano per conto loro.
Si fanno indicare il posto e partono per ripetere l’acquisto.
La sera ci fanno vedere delle misere pellicce di lapin che hanno comprato per quattro lire in un mercato cittadino.
Dopo una settimana ci fermiamo per uno stop-over a Mosca
(viaggiavano con la russa Aeroflot) e tiriamo fuori le pellicce cinesi per affrontare meglio il gelo della capitale russa.
Ci alloggiano all’aeroporto e decidiamo di prendere il pullman verso il centro della capitale.
La corriera è superaffollata e siamo pigiati fra gli altissimi, seri e corrucciati russi che non ridono neanche sotto tortura.
Ad un certo punto, sarà per il cambio di temperatura oper lo scarso valore della concia, le pellicce di lapin delle romane cominciano a perdere il pelo che vola in giro per tutta la corriera, scatenando l’ilarità di tutti.
Penso di non aver mai visto tanta gente ridere così tanto, non solo durante tutto il tragitto di circa un’ora ma anche alla fine, quando tutti cercano di liberarsi dall’insolito piumaggio!
Khajurao – India Marzo 1985
Carmen ed io visitiamo i templi dell’amore a Khajurao, immersi fra prati inglesi e colorate buganville.
Veniamo avvicinati da un tipo che ci vuol fare da guida.
Rifiutiamo gentilmente ma lui insiste, asserendo che non ci avrebbe fatto pagar niente perchè gli piaceva accompagnarsi con i simpatici turisti italiani.
Fcciamo buon viso a cattivo gioco e dopo aver visitato i templi bellissimi con le statue in pietra di centinaia di dei avviluppati in tutte le posizioni, ci chiede se ci interessa incontrare un guru- santone locale.
Accettiamo a patto che non sia lontano.
Ci accompagna presso un tempietto di pietra.
Entriamo e veniamo presentati al santone seduto in posizione loto, con capelli e barba bianca, seminudo con collane di fiori e profumi di bastoncini profumati.
Il guru intona una nenia, ci dona collane di fiori e ci imprime un punto rosso in mezzo alla fronte, simbolo di pace.
A questo punto stende la mano aperta verso di me.
Non capisco, possibile che mi stia chiedendo soldi?
Vedendomi smarrito tira fuori una banconota da 10 dollari e mi fa capire con insistenza e impazienza che ne vuole una.
Rimango deluso ma mi riprendo presto.
Emetto una nenia triestina, gli restituisco le collane di fiori e gli insegno il nostro italico segno dell’ombrello facendolo accompagnare da un italico e convinto ma vaff……..o!
La nostra guida ci accompagna imbarazzata all’uscita e ci invita a pranzo, cercando di minimizzare l’accaduto.
Insiste a pagare il conto e poi ci invita al suo negozio di articoli di antiquariato.
Penso che ci inviterà a comprarli e invece, niente di tutto ciò.
In compenso ci chiede un favore.
Ci fa vedere un elefantino in porcellana, lavorato e colorato e ci prega di portarlo per conto suo a Milano presso un suo cliente che l’avrebbe ordinato.
Rifiuto, pensando subito ai rischi connessi ….al contenuto dell’elefantino.
Invece Carmen ingenua accetta, nonostante il mio invito contrario.
Il tipo si fa dare l’indirizzo di casa sua ed in men che non si dica sparisce, lasciandoci con l’elefantino in mano.
Mi arrabbio con Carmen e le faccio capire il rischio che corriamo, di far da corrieri della droga per conto dell’indiano.
Dobbiamo liberarci assolutamente dell’elefantino senza creare sospetti dato che il tipo conosce il suo indirizzo e non sappiamo in che giro è connesso.
Mi ricordo del bar gestito da una svizzera dove avevamo bevuto un caffè poco prima.
Scrivo una lettera all'indiano di gentile rifiutoa portare a termine il suo incarico , adducendo problemi di viaggio e di fragilità dell’oggetto e la infilo sotto la porta del negozio d’antiquariato.
Alla barista svizzera prego di consegnare l’elefantino all’indiano, spiegandole che il medesimo era avvisato con nostra lettera (per evitare che se ne impossessasse).
Liberi!!!
Fate attenzione all’India, non è solo il paese della spiritualità che tutti pensano, ma anche il paese dei bidoni e lo sanno bene i viaggiatori scafati (come ho letto in alcuni siti) che si tengono alla larga dall’India per i continui imbrogli sempre nuovi e incredibili cui si va incontro nel paese della spiritualità e dell'anima.....in cui sanno trattare molto bene anche la materia!!!!
Sri Lanka/Nepal Pasqua 1984
Viaggiando in gruppo si corrono anche figuracce, tipo la seguente.
All’uscita dall’albergo con giardino esotico presso cui abbiamo pernottato in gruppo veniamo fermati dal gestore in quanto da un salotto mancano dei preziosi quadri.
Il capogruppo invita l’eventuale colpevole a riconsegnare il maltolto, dando la possibilità di rimanere anonimo.
Non succede niente. Allora si decide per l’ispezione dei bagagli. Non si trova niente.
Ci tocca far colletta e pagare i salati danni e a rimediare una figuraccia.
Una settimana dopo facciamo una bella serata di fine viaggio all’hotel Hilton di Katmandu con spettacolo finale.
Una ragazza del gruppo fa notare il bel portacenere artistico ancora pulito al nostro tavolo e se lo infila in borsa.
Protesto e la invito a riconsegnare l’oggetto.
Si mette a ridere e mi prende in giro.
Sono costretto a minacciarla per farla desistere:
Le dico: se vuoi rubare lo devi fare da sola e non coinvolgere i compagni che non ci stanno!
BALI – Ubud Febbraio 1993
Mi sveglio presto e decido di iniziare la mia giornata visitando le belle campagne circostanti la città interna di Ubud mentre il mio compagno di viaggio dorme profondamente.
Giro con le fresche infradito ai piedi come la maggior parte dei locali.
Esco dalla cittadina e mi incammino fra i campi.
Incontro un boschetto con grandi alberi e mi imbatto in un gruppo di scimmie indiavolate che si mettono a ricorreremi.
Siccome tendono a mordere, cerco di evitarle e trovo come unica via di scampo la discesa ripida che porta ad un ruscello.
Mi impantano e perdo le infradito, arrivando malconcio al ruscello.
Le scimmie hanno rinunciato all'inseguimento.
Sono mezzo infangato e decido di pulirmi con l’acqua del ruscello.
Sento delle voci e vedo due donne ad un centinaio di metri: una sta lavando i panni e l’altra è accovacciata nell’acqua e sta…….si , sta….nell’acqua, infatti dopo un po’ il suo ......materiale arriva nei miei pressi e riesco ad evitarlo per miracolo, rischiando di aggiungerlo al fango di cui mi sto liberando.
Ritorno in albergo, scalzo e stravolto.
Il mio amico si sveglia e mi chiede: che ne dici, ci alziamo e andiamo un po’in giro per i campi?
EGITTO/Il Cairo Pasqua 1983
Ristorante dove il gruppo (una trentina di persone) sta pranzando di ritorno dalla visita alle Piramidi.
Un partecipante sta mostrando a tutti il busto in alabastro di un faraone che ha comprato in un mercato.
Tutti guardano ammirati, uno chiede il costo, circa 150 dollari, ....ma è alabastro!!!
Arriva un cameriere egiziano vede la statua e chiede il prezzo.
Saputolo, fa una faccia stupita e dice: per 150 dollari te ne posso vendere 20!
Il turista imbarazzato risponde: ma è alabastro!
Il cameriere prendendo la statua, la scheggia leggermente con l’unghia e replica:
alabastro di fuori, ma gesso di dentro, quindi vale poco più di niente!!!
Isola nel Nilo presso Assuan/Pasqua 1983
Dopo esser arrivati a bordo di una gigantesca feluca all'Isola Elefantina per visitare il bel parco-giardino, saliamo in gruppo la lunga scalinata che porta in cima ad ammirare il panorama.
Nel gruppo con noi c’è una simpatica vecchietta sugli 80 anni che si lamenta durante tutto il viaggio, asserendo:
-sono vecchia ,con un piede nella tomba ed i parenti mi consigliano un viaggio per distrarmi da questo pensiero e dove mi mandano? In un paese dove visitiamo solo tombe!!!
Alla vista della scalinata decide di attenderci alla base.
Però dopo un’orettala vedo arrancare faticosamente lungo la scalinata.
Arrivata in cima la avvicino e le chiedo i motivi della arrampicata.
Nervosamente mi risponde: - va beh che son vecchia, ma quegli ascari laggiù mi facevan le belle, sai com’è ,loro son neri ed io son bianca!!
ISOLA DI BALI – Febbraio 1993
Durante un’escursione all’interno dell'isola, visitiamo un tempio in mezzo ad una bella foresta di alberi alti.
Quando arriviamo alla porta non crediamo ai nostri occhi: sul pavimento migliaia e migliaia di topi, considerati sacri e foraggiati quotidianamente dai monaci locali.
Lo spettacolo è un po’ forte, mi allontano e….vengo assalito da una scimmia che mi ruba il berretto e cerca di fregarmi anche la macchina fotografica che riesco a recuperare per un pelo.
Gran Canyon Villane – aprile 1990
Alla mia seconda visita al village del Gran Canyon con Carmen, decidiamo di prendere il biplano che sorvola il Canyon al tramonto.
Siamo fortunati: appena arrivati, riusciamo a beccare l’ultimo volo disponibile.
Stiamo partendo e un attimo prima di avviarci, l’aereo si ferma e fa salire una coppia di americani, giunti in ritardo.
Sono ciccioni da 200 kg a testa!
Riescono a malapena a salire , ma non riescono a sedersi negli stretti sedili.
Il pilota riesce dopo vari tentativi a farli entrare, facendoli sedere ognuno su due posti e togliendo i divisori.
L’aereo cerca di partire, ma ….non riesce a decollare!
Si ferma ed il pilota prova a dividere la coppia.
Uno davanti e l’altra in fondo.
Così messi riusciamo stentatamente a decollare, ma l’aereo ballerà durante tutto il volo e ci impedirà di godere pienamente il bel panorama.
L’America è piena di questi super obesi e non è una sorpresa, visto tutto quello che mangiano!
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