16.6.10

ROMANIA -l'arrivo a CLUJ NAPOCA

passiamo al viaggio vero e proprio
arriviamo a Cluj Napoca in Transilvania verso mezzogiorno dopo due ore di volo con Wizzair e dobbiamo spostare le lancette un'ora avanti. Prendiamo l'auto noleggiata e raggiungiamo l'ottimo albergo prenotato e dopo una doccia usciamo a piedi e ci dirigiamo in centro non lontano.
Passiamo davanti ad un cimitero semplice ed un po trascurato almeno per l'erba che cresce alta; intorno ci sono i venditori di fiori e di corone di plastica e funerarie che rivedremo in altre parti del paese.
Cluj è stata capitale della Transilvania per secoli ed il nome pare sia di origine ungherese mentre Napoca era il nome romano dell'antica città che oggi è una delle maggiori del paese e viene considerata anche una città d'arte medioevale come Sibiu, Sighisoara e Brasov.
E' una città studentesca con 100.000 studenti presenti, cioè un terzo degli abitanti e si presenta piuttosto tranquilla con una bella piazza centrale con la cattedrale enorme ed un palco con megaschermo sul quale si alternano gruppi di giovani cantanti e bambini in attesa che si faccia buio per festival del cinema che si svolge in questo periodo.
Vediamo tanti studenti che indossano la divisa del loro college in occasione della festa di laurea che si svolge negli edifici vicini. Sono accompagnati da amici e parenti che portano mazzi di fiori per la festa di laurea. Facciamo un lungo giro a piedi e incontriamo un signore che dopo averci sentito parlare in italiano si rivolge a noi nella stessa lingua e ci racconta di essere un musicista della filarmonica locale e di aver fatto parecchie tournee in Italia. Alla fine ci dice di essere uno zingaro facendoci capire che questo termine non comporti niente di negativo come invece pensano parecchi romeni che disprezzano questa razza di nomadi provenienti dall'India, molto dannosa per l'immagine della Romania all'estero dato che molti pensano che tutti i romeni siano zingari mentre questi sono solo una piccola minoranza. Se ne vedono in giro parecchi ma subito distinguibili dai romeni in quanto le loro donne indossano gonne lunghe e colorate, gli uomini spesso un capello grande e nero e portano i baffi. Si incontrano anche carretti che trasportano le loro masserizie nei loro trasferimenti. In Romania non tutti gli zingari sono nomadi, molti di loro sono stanziali e vivono in case grandi ed appariscienti con gusto piuttosto kitsch.
I romeni sono un popolo colto, civile, educato ed ho tutta la sensazione che sia no migliori di noi per come si presentano le loro città organizzate e pulite, per la loro gentilezza e per la conoscenza di varie lingue, ma anche per l'eleganza nel vestire ed il buon gusto in genere.
Ci sono varie etnie nel paese: gli ungheresi presenti proprio in Transilvania e proprio a Cluj Napoca che addirittura pare abbiano costituito un partito simile alla nostra Lega e che vorrebbero l'autonomia dai romeni. Infatti ci sono alcuni canali della tv che trasmettono in ungherese. A Cluj c'è la casa di Matteo Corvino eroe ungherese e romeno ed infatti sulla facciata della casa ci sono due targhe nelle rispettive lingue.
Dopo la visita del campus universitario ed un giretto nella via dei bar, pub e locali vari che di sera deve essere molto vivace, decidiamo di cenare nel ristorante consigliato dalla Lonely Planet: il Tara, piccolo e grazioso, arredato con gusto, con pochi tavoli. Proviamo i piatti tradizionali della cucina romena: il sarmale ossia involtini di verza in umido con la mamaliga, la polenta che costituisce il contorno romeno al posto delle patate o del pane. Inoltre la tochitura ossia un piatto di carne di maiale a spezzatino, fette di carnatz, ossia salame, mamaliga e frittata. Ma iniziamo con la ciorba terenasca ossia la minestra con carne di vitello e verdure e ordiniamo la birra locale Ciuc. Paghiamo circa 80 LEI cioè 20 euro scarsi in due. Il cambio verso l'euro è infatti 4,17 LEI o RON come è chiamata adesso la moneta dopo che hanno tolto 4 zeri alla vecchia moneta inflazionata. I vecchi parlano ancora di milioni di LEI mentre la maggioranza si è oramai abituata alla nuova moneta.

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