20.10.10

Albania centro-meridionale e mezza avventura

La città nei pressi del mio hotel miraggio è Tepelene famosa per l'acqua minerale, infatti ai bordi della strada scolano vari rivoli a volte incalanati da tubi dalla collina circostante e ci sono piazzole per la raccolta con tanto di fontane e bottiglie di plastica a disposizione!
Per fortuna c'è l'autostrada per Girocastro: finalmente! Così vi arrivo in un paio d'ore e rimango ammirato dalla bellezza di quest'altra città protetta dall'Unesco.
La sua fortuna è dovuta al fatto che era la città natale del dittatore comunista Hoxha, così è stata particolarmente favorita.
Peccato che l'Unesco protegga queste città solo a nome ma senza l'invio dei fondi necessari per il loro restauro. Almeno questa è la versione datami dagli albanesi. C'è un cartello del governo albanese che cita varie leggi locali a protezione dei siti storici ed artistici del paese, ma non si vede alcun intervento. Peccato perchè Berat e Girocastro sono dei veri gioielli da preservare e valorizzare.

Vedo lungo la strada un lavaggio auto e ne approfitto per cancellare il fango raccolto il giorno precedente. Poi percorrendo una strada in salita arrivo alla città vecchia e trovo un posteggio a pagamento. Mi incammino a piedi fino alla cittadella protetta da alte mura, con un castello interno nel quale è stato ospitato un museo delle armi, praticamente una serie di cannoni impressionanti che probabilmente sono state usate nell'ultima guerra.
Girocastro significa città d'argento ed è anche soprannominata città dai mille scalini e fu importante già nel Medioevo e poi dopo un periodo di decadenza divenne importante per merito di Alì Pascià di Tepelene che la ingrandì e rafforzò.
C'è anche una piccola chiesetta con le tombe di due personaggi importanti per una branca più tollerante della religione mussulmana, detta bakshemi, la cui capitale oggi è Tirana.
Nel piazzale esterno invece c'è il rottame di un aereo da caccia americano che per problemi di avaria era atterato nei paraggi 50 anni fa. Il panorama dalle mura è impressionante: si vedono tante colline circostanti con le vecchie case bianche che spesso sono composte da due torri gemelle separate da una parte bassa a terrazza.
Lasciata la cittadella mi incammino verso la casa museo Zekate e ci arrivo dopo una lunga camminata entrando nel giardino di una casa privata che chiude l'accesso alla casa storica. Purtroppo è chiusa e così non riesco a visitarla. In compenso più sotto vedo il cortile di una scuola media e incontro tanti studenti in classe e alcuni fuori. Anche qui usano imbrattare i muri esterni con scritte di ogni tipo, ma in stampatello.
Poi tornando verso il parcheggio incontro una moschea antica, un teatro all'aperto ed una piccola via centrale con vari negozi per turisti che vendono soprattutto tovaglie ricamate a mano, dato che il ricamo è la specialità del posto assieme al tipico formaggio bianco.
Peccato che anche questa città come Berat sia piuttosto trascurata e che molte case antiche siano abbandonate dato che il loro recupero deve essere piuttosto costoso.
Lasciata Girocastro prendo una strada in salita che mi porta ad un passo spettacolare ed incontro strada facendo: una zona di falesie rosse, forse terra argillosa che il vento ha plasmato in quelle forme strane che contrastano col verde circostante, un canale che corre ai bordi della strada e che sembra straripare da un momento all'altro, uno strano lago forse artificiale che ho intravisto in lontananza e che forse è la famosa sorgente dell'occhio blu perchè la differenza di colore dell'acqua ricorda l'iride di un occhio. Purtroppo ho scoperto più tardi questa notizia e non ho potuto approfittare della sua visita.
Dopo tantissimi tornanti in discesa dal passo, per fortuna il tempo era bello, altrimenti avrei avuto grossi problemi, sono arrivato nella piacevole Sarande, città della costa ionica. Presenta una serie di altissime case che si arrampicano sulla collina e nel lungomare lunghissimo mentre la parte bassa presenta una piacevole passeggiata a mare, tuta pedonale, con un piccolo porticciolo e molti bar e ristoranti con vista mare. Ho pranzato in uno di questi con pizza e dolce gelato in bicchiere con formaggio tipo mascarpone e semi di nocciuole. Mi sono rilassato un paio d'ore, rinunciando alla visita della sinagoga ebraica che è l'unica attrattiva turistica del luogo, ma mi riservavo di sfogare la mia sete artistica nella prossima meta: Butrinto.
La mia speranza di aver finito con le strade brutte veniva presto disattesa.
Uscito da Sarande mi accorgevo ben presto che la strada quasi costiera dopo alcuni tratti normali e asfaltati, circondati da palazzine, alberghi e cittadine in costruzione in modo massiccio e impressionante, diventa ad un certo punto una strada larga in costruzione, con passaggi difficili e a un certo punto c'era tanto di quel fango, dopo tante buche e ghiaia senza asfalto, da rischiare di rimanere impantanati. Per di più in un passaggio di quel tipo ho battuto il fondo dell'auto e mi è venuto un colpo pensando ai danni possibili. Per fortuna dopo un rapido controllo ho avuto la certezza che avevo solo preso una piccola botta senza danni. Dopo un paio d'ore sono finalmente arrivato nel sito archeologico più importante del paese, a circa 20 km da Sarande e a pochi km dal confine con la Grecia.
Praticamente davanti a Butrinto c'è l'isola greca di Corfù da una parte e dall'altra canali e laghi di acqua salata.
All'ingresso del sito, pagato il biglietto più costoso finora sborsato in Albania (5 euro) accetto la visita guidata con un trentenne albanese, studioso di storia e parlante italiano al quale darò alla fine 1.000 lek, cioè 7 euro.
Butrinto fu colonia greca (mura a secco), romana (mura con la malta), bizantina (basilica e battistero) e poi veneziana (torre presente).
Negli anni '30 un archeologo italiano la scoprì e riportò alla luce e vi morì qualche anno dopo di malaria.E' lui l'eroe del posto ma neanche una targa per ricordarlo e perfino io ho dimenticato il suo nome, poveretto!
Oggi c'è una fondazione inglese che protegge il sito, bello anche dal punto di vista del paesaggio circostante all'interno di un parco nazionale esteso.
A Butrinto c'era un'importante sorgente d'acqua e questo fu il motivo per cui i coloni greci vi si insediarono. I romani poi costuirono un ponte acquedotto che poi è andato distrutto. Nella parte bassa si possono ammirare i resti di un importante teatro greco da 2.500 posti, poi le terme con colonne e mosaici molto ricchi che però non si possono ammirare in quanto per protezione sono stati coperti con la sabbia. Il dittatore albanese fece costruire un muro con pezzi ricavati nel sito in cui si possono leggere scritte in greco antico. Vi sono i resti di un battistero con altri mosaici ricoperti e poi quelli di una basilica cristiana. Ci sono alte mura ed una porta della città con un rilievo che rappresenta la figura simbolica di un leone che mangia un toro. C'è un pozzo con la sorgente d'acqua che era considerata miracolosa per le guarigioni e perfino per i concepimenti. Butrinto fu infatti un sito considerato importante per i seguaci di Esculapio.
Nell'acropoli soprastante la vista spazia in tutta la regione verde circostante ricca d'acque, con un canale che collega il lago vicino allo stretto di Corfù. Si nota una zona quasi paludosa da una parte e dall'altra una ricca foresta. Sopra una colonna bassa vi è la copia molto bella della testa di una donna greca o di un efebo e poi un museo archeologico interessante con vari reperti rinvenuti nel sito.
Subito fuori il sito, accanto ad una torre veneziana c'è un canale che bisogna attraversare a bordo di una zattera che percorre la distanza in una decina di minuti.
Fatta salire la Panda mi arrabbio con un ragazzo che rischia di farsi male perchè tiene i piedi vicini alla rampa. Così abbiamo un piccolo battibecco, ma poi facciamo amicizia e per farmi perdonare per la sgridata gli offro un passaggio. Non posso ospitare i suoi due amici perchè i sedili posteriori sono occupati da materiale di campeggio che ho usato solo a Cesena quando ho partecipato al raduno Woodstock di Beppe Grillo.
Toni è il nome del 27enne che vive e lavora a Tirana con famiglia e fidanzata.
Finiamo dopo qualche km nell'ultima cittadina albanese prima del confine greco, Konispoll sopra un'alta collina. Poche case, qualche negozio ed un paio di bar ristoranti. Trovo una camera privata per 15 euro dalla padrona del negozio centrale mentre i ragazzi vanno ad alloggiare all'albergo locale.
Ci ritroviamo la sera a cena nell'unico ristorante e dopo un paio di birre saltano fuori i motivi della loro presenza in loco: di notte vogliono passare il confine da clandestini per andare a lavorare ad Atene. Gli albanesi e bosniaci sono gli unici balcanici cui l'ingresso nella Comunità europea al momento è interdetto a meno di visto difficile da ottenere. Gli stipendi bassi albanesi permettono di sopravvivere ma non di risparmiare e metter su famiglia, così molti giovani scelgono di passare il confine e cercare qualche lavoro precario in Grecia. Mi dicono però che sarà difficile il passaggio perchè poliziotti in borghese albanesi li hanno avvisati che ci sono vari problemi forse connessi al passaggio di partite di droga.
Alla fine però dopo tutta una serie di telefonate con parenti e amici i tre decidono di provare ugualmente e mi danno appuntamento per la mattina successiva al primo paese greco dopo il confine.
Il mattino verso le 8.30 cerco di spendere gli ultimi lek rimasti dopo aver offerto la cena ai ragazzi albanesi, comprando due kg di formaggio albanese, un ombrello a scatto ed il pieno di carburante.Poi passo il confine senza problemi e arrivo dall'altra parte per una strada finalmente occidentale senza problemi. Purtroppo non trovo RAI il paese per l'appuntamento e proseguo fino ad arrivare a Igoumenitsa in circa mezzora di strada. Faccio un giro per la bella cittadina e poi ricevo una telefonata al cellulare dagli amici che mi pregano di venire a prenderli a Ragio, questo era il nome del paese in greco mentre Rai doveva essere il nome albanese.
Ero riuscito a spostare in qualche modo gli arnesi del campeggio e così ho potuto ospitare i tre ragazzi fino a Igoumenitsa non senza qualche pensiero perchè strada facendo avevo incontrato due volte un mezzo della polizia che andava in cerca di clandestini. Per fortuna è andato tutto bene. I ragazzi mi hanno ringraziato tanto perchè per loro sarebbe stato molto difficile arrivare a Igoumenitsa dopo aver camminato 4 ore sotto la pioggia ed essersi sporcati completamente di fango. Per fortuna si erano portati dei vestiti di ricambio ed avevano buttato quelli sporchi. Partiti Toni ed i suoi amici, ho fatto una lunga passeggiata nella bella strada pedonale che percorre tutta la baia. Il tempo era migliorato per fortuna dopo tanta acqua era uscito il sole ed anche l'arcobaleno. Strada facendo ho conosciuto un simpatico greco pensionato che mi ha raccontato della sua vita sul Lago di Costanza in Svizzera e della situazione locale, con tanti albanesi che passano il confine e di cui io ho avuto esperienza diretta. Poi ho cenato in un bel ristorantino lungo il mare a base di sardelle, insalata greca, vino retsina bianco e ouzò per digestivo. Con 110 euro ho comprato il passaggio nell'ottimo traghetto Igoumenitsa-Ancona, con cabina letto da 4 posti, però eravamo solo in due, l'altro un pensionato macedone che andava a trovare il figlio che vive a Neuchatel in Svizzera.
La traversata è durata ben 15 ore e partiti alle 23 siamo arrivati alle 14 ad Ancona da cui ho proseguito in autostrada per Milano arrivando in tarda serata nella città con un clima quasi invernale, sic!
Che dire, bel viaggio, 3.500 km in tutto, spesi circa 1.100 euro per 23 giorni di cui 8 a Trieste, 1 in Slovenia, 7 in Croazia, 2 in Montenegro, 4 in Albania e l'ultimo in Grecia.
Bella l'esperienza con Beppe Grillo, commovente e simpatico l'incontro con tanti parenti ed amici fra Trieste, Capodistria, Pinguente e poi il giro della mia Istria (io sono istriano al 100% anche se ho vissuto gran parte della mia vita a Trieste e da 17 anni in Lombardia) e la splendida costa dalmata con il suo bel mare, le sue fantastiche città d'arte in pietra bianca, il bel Montenegro con la baia di Cattaro e poi questo strano e interessante paese che è l'Albania, non bello come la Croazia ma con gente molto simpatica, ospitale, gentile e con un gran cuore, tutte cose che con l'arrivo dei soldi si perdono, ahimè!




















Albania, continua la sorpresa!

Intanto arrivo a Durazzo in poco più di un'ora in quanto è collegata a Tirana da un'autostrada costruita recentemente. Di strano c'è che ogni tanto c'è una rotonda e qualche deviazione che costringono a rallentare. Inoltre ci sono i soliti furgoni che fermano per raccogliere i clienti anche a bordo dell'autostrada e poi ci sono tanti lavaggi auto, mestiere a cui si sono dedicati tanti giovani albanesi e di cui ho approfittato perchè dopo quasi 3.000 km l'auto era proprio sporca.
Il maltempo è proseguito purtroppo e arrivo a Durazzo sotto la pioggia che non mi abbandonerà per tutta la visita e anche dopo.
Sono uscito per Durazzo mare e spiaggia anzichè Durazzo centro. Approfitto per vedere qualcosa però non vedo la spiaggia, ma tanti palazzoni e alberghi ai lati di una lunghissima strada. Poi ritrovo la strada per il centro piuttosto lontano e complice il maltempo mi ritrovo in un mezzo ingorgo. Appena trovo un posticino posteggio e proseguo a piedi. Tanto sono in centro e dopo uno spuntino vedo il municipio, una moschea e l'anfiteatro romano, grande ma tutto circondato da palazzi recenti. Poi intravvedo le mura bizantine ed il lungo mare dopo aver attraversato una via piena di negozi e affollata da studenti che sono appena usciti da scuola.
Il lungomare presenta palazzoni altissimi e colorati, alcuni dei quali ancora in costruzione. C'è una torre veneziana e più in fondo uno dei musei più importanti del paese: quello di archeologia e storia che non mi voglio perdere perchè Durazzo è stata colonia greca, romana e bizantina.
Purtroppo è aperto solo il pianterreno che presenta reperti dell'epoca greca e romana, piuttosto interessanti: statue, vasi di terracotta dipinti, monete, gioielli, insomma il solito che si trova in un museo di questo tipo, comunque piuttosto ricco.
Finita la visita decido di andare a sud verso Fier sempre via autostrada.
Causa la mancanza di indicazioni stradali finisco per arrivare al porto dopo aver percorso una strada piena di buche colme dell'acqua caduta con pericolo di fare qualche disastro. Per fortuna ho fatto esperienza di strade brutte in Romania, così me la cavo anche con un po'di fortuna. Poi un ragazzo mi informa che sono dalla parte sbagliata: porcaccia vacca, devo rifare nuovamente quella strada disastrata in senso inverso. Va bene ancora e prendo la direzione consigliata da un passante che mi manda invece.....boh! Dopo più di mezzora decido di chiedere ancora e un albanese gentile mi dice di seguirlo perchè va proprio a Fier. Lui prende un'autostrada bella e tranquilla, ma prima ripassa per Durazzo! Insomma ho fatto un sacco di strada per niente. Alla fine arrivo a Fier, una delle maggiori città del paese che si è sviluppata molto negli ultimi anni. Ci sono decine e decine di palazzoni moderni e coloratissimi. La città è moderna, pulita ed ha un aspetto del tutto occidentale. Trovo un albergo a 3 stelle in centro per 20 euro con tv e bagno privato e poi vado a cena nel ristorante dell'albergo al pianterreno che ha creato un ambiente grotta con stallatiti che pendono dal soffitto. Chiedo il menù e appare il giovane cuoco che mi dice: sono io il tuo menù, cosa vuoi mangiare? Scelgo l'arrosto di vitello ed una insalatona e birra. Mangio abbondante e bene e poi finisco per fare amicizia con 5 ragazzi giovani seduti al tavolo a fianco. Parlano tutti l'italiano e mi danno tante informazioni interessanti riguardo al loro paese. Poi esco ma piove a dirotto e mi rifugio sotto il tendone di un bar. Faccio amicizia con quattro signori sulla trentina-quarantina e poi uno di loro mi invita al bar per bere la famosa grappa di more da gelso.
Che gran serata! Il tipo è veramente simpatico e interessante, ma anche piuttosto triste e stressato in quanto è professore di letteratura ma guadagna troppo poco per mantenere moglie e due figlie. Così arrotonda lo stipendio lavorando alla tv locale che si trova proprio dove l'ho incontrato assieme ai suoi colleghi. Mi dice che il suo capo non lo paga da due mesi e che spera che i soldi arrivino presto, insomma tanto lavoro ma pochi soldi!
Ci facciamo due grappe e non mi permette di pagare la mia quota. Il senso di ospitalità degli albanesi è proverbiale!
La mattina dopo il gentilissimo albergatore mi offre una ricca colazione a base di toast, marmellata e burro ed il ricco formaggio locale simile al feta greco.
Parto in direzione di Apollonia la colonia greca ad una decina di km da Fier.
Incontro per strada greggi di pecore che occupano la carreggiata e donne che pascolano gruppi di tacchini.
Dopo una mezzora arrivo a destinazione in una vallata enorme molto verde delimitata da una collina sulla cima della quale si trova il sito archeologico di questa interessante città greca. Devo dire che è alquanto deludente rispetto a quello che mi aspettavo, ma comunque affascinante per il paesaggio verde, gli olivi ed altre piante mediterranee come la salvia e la ginestra. La vista è favolosa e spazia fino al mare. C'è la facciata a colonne restaurate di un tempio, un teatro, un foro, una zona di mosaici che per protezione sono stati coperti da sabbia e la cosa più interessante è il monastero bizantino e la chiesetta di S.Maria con annesso museo archeologico con statue e colonne di un certo pregio.
Incontro anche un gruppo di archeologi intenti a prendere misure e a scavare perchè il sito è ancora in gran parte da scoprire.
Questa importante e ricca colonia greca fu in seguito conquistata dai romani che vi costruirono un'importante scuola di filosofia al punto che secoli dopo vi studiò perfino il futuro imperatore Cesare Augusto Ottaviano.
Nella valle sottostante ma anche accanto all'acropoli di Apollonia incontro parecchi bunker, casematte a cupola che furono costruite in tutto il paese dal dittatore Enver Hoxha a causa della sua paranoia di attacchi esterni. Il paese come si sa rimase isolato dal resto del mondo per quasi 50 anni in quanto ruppe presto con l'Unione Sovietica e poi anche col nuovo alleato, la Cina Popolare e comunista. Alla morte del dittatore nel 1985 seguì un governo di 5 anni di un suo collaboratore e poi sull'onda di proteste popolari si arrivò alle elezioni del 1991 vinte da Sali Berisha, leader del partito democratico di centro destra che si è alternato al potere col leader del Partito Socialista, Fatos Nano. Entrambi vengono accusati di corruzione da parte degli albanesi che si dimostrano molto scettici riguardo il forsennato capitalismo subentrato al più cupo comunismo. Ci fu la grave crisi del 91 quando migliaia di albanesi lasciarono il paese per approdare in Italia con le navi della disperazione e ancora di più emigrarono nella confinante Grecia dopo il '96 quando le società finanziarie piramidali in cui gli albanesi avevano investito gran parte dei loro risparmi fallirono, provocando la disperazione e la rabbia degli albanesi che persero il 70% dei loro sudati risparmi per una cifra intorno a 1 miliardo di dollari. Oggi a parte la corruzione politica e la presenza di una mafia albanese che si arrichisce con la prostituzione di giovani albanesi mandate a battere in tutta Europa, il traffico di droga (marijuana e hashish coltivato in Albania ed esportato in Europa), armi e chissà quant'altro. Non ho mai visto un paese con tante Mercedes e non tutte vecchie e malandate, molte dall'aspetto nuovo e recente. E' da sospettare che molte di queste siano rubate nei paesi occidentali europei e poi rivendute in Albania per poche migliaia di euro. In effetti quando ho passato il confine la dogana ha badato soprattutto ai documenti di proprietà della mia Panda, segno che sono allertati su questa questione.
Tornando al mio viaggio, dopo Apollonia decido di partire in direzione sud verso Berat e poi ancora più a sud verso Girocastro in alternativa a Salona cui rinuncio perchè mi costringerebbe a risalire nuovamente a nord.
La cartina stradale fa intendere che da Berat a Girocastro ci sia l'autostrada in quanto è la prosecuzione dell'autostrada Durres-Lushnija-Fier già sperimentata positivamente. Invece scoprirò che da Berat fino a Tepeleni l'autostrada è tuttora in costruzione con un disagio pari a quello della nostra Salerno-Reggio Calabria e forse anche maggiore, dato che spesso manca l'asfalto e si viaggia fra buche, fango strettoie e deviazioni varie, insomma un inferno aumentato dalla pioggia incessante.
Intanto da Fier a Berat in senso ovest-est già trovo una strada piena di curve, qualche tornante pericoloso, parecchie buche e guido sempre sotto la pioggia. Alla fine comunque ci arrivo e inizia la visita di questa città protetta dall'Unesco per essere una città museo costituita da case bianche che si arrampicano su una collina alla cui sommità c'è una cittadella protetta da alte mura che fu fondata dagli Illiri col nome di Aripatrea e poi rafforzata dai bizantini, bulgari, serbi e turchi ottomani che si succedettero nell'occupazione del paese.
La città delle finestre, così è soprannominata ha un indubbio fascino anche se si ha la sensazione, soprattutto nella cittadella di poca cura nella sua conservazione. Ci sono interi palazzi importanti abbandonati mentre altre case più piccole sono tuttora abitate. Il panorama che si gode dalla cittadella, denominata Kala è impressionante in quanto si vede l'intera valle sottostante dove si è estesa la città moderna, il fiume attraversato da vari ponti, la parte vecchia di Berat dall'altra parte del fiume e le montagne circostanti molto alte e impressionanti.
Vale la pena percorrere la ripida salita pedonale (solo alcuni taxi possono percorrerla) attraversando una strada dal fondo in pietra bianca, la stessa delle vecchie case, di tante chiese cristiane e da una fortezza interna, del minareto della moschea rossa per arrivare in cima e percorrere la cittadella su vari piani separati da scalinate e balconate panoramiche.
Sotto la cittadella, dalla parte della vallata del fiume Osum si intravvede la deliziosa cappella di San Michele che stranamente è in mattoni rossi mentre tutti gli altri edifici sono rigorosamente bianchi e la gran parte di pietra a secco.
In basso dove si posteggia, c'è il quartiere di Mangalem con l'omonimo e pregiato vecchio albergo, la vecchia moschea del sultano e quella degli scapoli mentre dall'altra parte del fiume, percorso un ponte pedonale si arriva al quartiere di Gorica con le solite case bianche, il monastero di S.Spiridione e la Chiesa di San Tommaso. In fondo vi è un vecchio ponte in pietra bianca con varie arcate, piuttosto stretto e che permette il transito dei veicoli a senso alternato.
Lasciata Berat prendo la strada per Ballsh per proseguire poi per Girocastro.
Arrivo a Balsh una cittadina maleodorante di petrolio (infatti nei dintorni ci sono i pozzi)dopo un paio d'ore di strada abbastanza decente con qualche passaggio difficile e piuttosto stanco decido di fermarmi per fare il pieno e bermi un caffè. Nel bar vengo preso in simpatia da un gruppo di pensionati che stanno giocando a domino e poi arriva un quarantenne che mi offre la grappa o rakia, purtroppo quella di vite e non quella di more di gelso che preferisco. Finiamo per chiaccherare per quasi un'ora in allegria. Mi racconta della sua esperienza italiana e del suo ritorno per vivere in famiglia con moglie e due figli. Si lamenta dei bassi stipendi degli albanesi (100-200 euro, fino a 600 per alte professionalità), ma perfino 60 euro per certi pensionati che hanno lavorato una vita.
Mi invita a guidare piano e prestare attenzione alla strada che io pensavo fosse autostrada come da cartina stradale.
Invece comincia l'incubo: pensavo di arrivare a Berat entro un paio d'ore e invece dopo una strada infame, in parte in costruzione, con tante deviazioni, buche, ecc.. arriva il buio e di Berat non c'è neanche l'ombra. Per fortuna stanco, affranto e anche un po'spaventato perchè la strada peggiora di km in km, alla fine come un miraggio vedo ai bordi della strada la scritta: Hotel, bar, ristorante. In effetti in precedenza avevo incontrato tanti ristoranti, ma nessun hotel.
Non ci penso un attimo ed entro deciso a fermarmi: mi viene incontro una signora gentilissima che mi ospita in una camera comodissima con tv, bagno e tutti i confort. Ceno nel loro salotto mentre lei ed il marito, un pensionato ex camionista guardano la versione albanese del programma tv delle scatole con sorpresa.
Mangio e bevo molto bene, ridendo con la simpatica coppia e poi vado a riposarmi dopo la maratona di tutto il giorno. La simpatica coppia ha una vera e propria tenuta enorme in posizione panoramica su una collina che domina il fiume sottostante. Oltre alla casa di abitazione, hanno creato due grandi palazzine separate da una piscina dentro un vigneto esteso e arricchito da alberi di cachi e melograni che sono in maturazione e di cui ho potuto apprezzare il buon sapore essendomi stati offerti come dessert.
L'Albania è piena di alberi di melograno, un frutto squisito da noi carissimo e raro.
Altro prodotto in abbondanza è il formaggio albanese di pecora simile alla feta greca dato che ci sono molti allevatori di pecore che si incontrano strada facendo.
La birra Tirana non è male ma purtroppo i bar sono pieni di birre occidentali e trascurano i loro buoni prodotti locali, peccato! Si mangiano ottime pizze, paste all'italiana, arrosti di maiale e di vitello, accompagnati da insalate miste con olive, cipolla e formaggio. Una cucina poco raffinata, ma sana e gustosa. Naturalmente si beve anche il vino locale, niente male e poi soprattutto la grappa o rakia ed il caffè che loro consumano tanto come noi italiani, espresso incluso.
I prezzi sono economici ma vari pur mangiando le stesse cose: a Tirana ho cenato con 5 euro ma poi un'altra cena mi è costata più del doppio;ho l'impressione che alcuni fanno il prezzo secondo il cliente e se questo è straniero, raddoppia come a Fier dove ho speso circa 13 euro complice la mancanza del menu.


























13.10.10

Albania, mistero, timore e sorpresa

Ho passato il confine dopo un severo controllo dei documenti e dopo aver percorso una strada provinciale stretta da Ulcinj, ultima cittadina montenegrina.
Avevo un po'di timore per le strade, i possibili furti e insomma ....boh!
Questi poveri paesi costi'bistrattati dai media da cui ci si aspetta chissa'quali pericoli e invece è solo un'assurda paranoia.
In effetti le prime scene non sono state molto rassicuranti perche' ho visto povere case, sporco in giro, gente messa un po'male e invece poco dopo ecco la sorpresa!
Arrivo a Scutari una bella citta'elegante, con bei palazzi, piazze con monumenti e parchi, hotel di lusso ed un tripudio di banche occidentali.
Poi una bella strada pedonale con case finemente decorate e dal color pastello.
Gli albanesi sono molto gentili e quasi tutti parlano e capiscono l'italiano dato che vedono la nostra tv. Meno male perche'di questo paese so poco e non conosco una parola della loro lingua. Perfino la moneta mi era sconosciuta: il lek che ha un tasso di cambio di circa 138 per 1 euro.
Ho fatto un po'di casino al bancomat chiedendo troppi soldi ed infatti mi rifiutavano il pagamento. Poi ho incassato 25.000 LEK circa 180 euro ed ho anche cambiato 50 euro contro 7.000 LEK pensando di averne pochi. Adesso sara' un problema spenderli tutti perche' a Tirana ho trovato un buon albergo in centro per 20 euro ed ho mangiato una grigliata mista con carne a palate, insalatona, birra grande e grappa: il tutto per meno di 5 euro!
Tirana all'entrata e'un po'incasinata con gran traffico, ma forse perche'sono arrivato nell'ora di punta quando tutti escono dagli uffici o dalle fabbriche.
Per fortuna ho visto l'insegna di un albergo che mi ha dato anche il posteggio per la mia Fiat Panda che avevo appena lavata lungo l'autostrada, incuriosito dai tanti lavaggi e le tantissime stazioni di rifornimento, praticamente una ogni km!
Ho speso 1,50 euro per un completo lavaggio, cosi' ho dato una buona mancia al ragazzo che l'ha lucidata da cima a fondo.
In centro c'e' la piazza Skandenberg, l'eroe albanese difensore del popolo illirico dai turchi e poi intorno ci sono grandi viali e parchi.
Ci sono centinaia di boutique con vestiti ricchi dei nostri stilisti ed altri piu'sportivi. Non manca niente, anzi c'e'troppa roba e gli albanesi qui sono messi bene, vestiti come da noi ma più rilassati e con tanti telefonini che usano continuamente.
Insomma il benessere e'arrivato anche qui, come nel resto dell'Europa orientale che non manca di sorprendermi paese dopo paese.
Se non fosse che hanno salari e stipendi scarsi, non vedo perche'se ne debbano venire a vivere da noi!
Ci sono palazzoni incredibili molto colorati, con belle terrazze e ragazze bellissime, more soprattutto, ma ci sono pure le bionde.
Loro sono illirici, razza strana che e'arrivata fino all'Istria dunque anch'io dovrei essere in parte illirico.
Penso che passero'qui una bella settimana anche perche' la pioggia di ieri che mi ha persguitato per tutto il giorno, qui e'terminata e fa piuttosto caldo, infatti sono in t-shirt ed ho caldo mentre in Montenegro la sera faceva un freddo boia.
Domani vado verso Durazzo e poi forse visiterò l'interno e giu'fino alla Grecia.

Vedremo!