27.2.06

AMARCORD DI VIAGGIO

La Paz, Bolivi agosto 1984

Nel nostro gruppo (circa 30 persone) c’è una ragazza, Piera, bruttina e antipatica che tutti evitano.

Dopo aver girato per il mercato indigeno dove vendono amuleti, erbe, pozioni,ecc…
entro assetato in un locale e incontro il gruppetto pazzo e simpatico composto da una romana, un veneto ed un trentino che girano per conto loro in cerca di….roba!

Mi vedono e salutano, mi avvicino al loro tavolo e scambio qualche battuta: li vedo strani e …fatti
Ridono e mi dicono: ciao, guarda laggiù.

In fondo alla sala c’è una donna che balla e canta con foga in piedi sul tavolo mentre i vicini la incitano e battono le mani, guardo bene…..e…..si è proprio Piera, non credo ai miei occhi!.

Uno del gruppo mi guarda e dice: Piera ha voluto provare, una simpaticona….! Guarda che simpaticona!!

La Paz, Bolivia agosto 1984

Decidiamo di affrontare il monte Chakaltaya a 5.500 mt.
Prendiamo un pulmino e iniziamo la salita dai 4.000 mt di La Paz.
Tutta una serie di tornanti con burroni profondi, strada stretta, senza protezioni laterali.

Son seduto in prima fila quasi accanto al guidatore.

Quando il pullman gira nelle curve dei tornanti, il muso è nel baratro
e le ruote toccano a malapena il terreno sottostante.

In un tornante più difficile il mezzo sbanda pericolosamente, d’istinto giro la leva che apre la porta e schizzo fuori rischiando di cadere giù.

L’autista cerca di girare in su ma non riesce col motore che gira impazzito.

Scendono tutti alla chetichella e un attimo prima di precipitare, l’autista riesce miracolosamente a sterzare e risalire.

Ci guardiamo in faccia stralunati.
Nessuno vuole risalire sul mezzo. Siamo a circa 5.000 mt.

Proseguiamo gli ultimi 500 mt a piedi fino alla cima dove c’è un osservatorio ed un rifugio e tanta neve.

La salita è faticosa e manca l’ossigeno. Dopo un’ora arriviamo e la vista è spettacolare: si vede la catena delle Ande innevate ed il Mar Pacifico in lontananza.

Raggiungiamo l’osservatorio in mezzo alla neve
e dopo ci prendiamo una balla collettiva di tequila al rifugio e ci mettiamo a cantare in coro.

Nel frattempo si è fatto buio e dobbiamo scendere.
Nessuno ha il coraggio di fiatare. Saliamo al buio e scendiamo
incoscienti sperando di cavarcela, ma consci del rischio.

Cantiamo per farci coraggio e nessuno guarda fuori dai finestrini, passiamo decine di tornanti, con la strada mezza gelata e i burroni intorno e…..siamo in fondo, sani e salvi.
Il cielo è stato dalla nostra parte!.

Agua Calientes, Machu Pichu, Perù agosto 1984

Decidiamo di scendere l’Urubamba, il fiume locale con i gommoni lungo le rapide.
E’ mezzogiorno e c’è il sole.

Ci spogliamo restando in costume da bagno e ci infiliamo casco e giubbotto salvavita.
Scendiamo in 3 gommoni,circa 10 persone per gommone.

Incontriamo varie rapide e rocce pericolose e affioranti che a volte scansiamo per un pelo, a volte ci cozziamo contro senza danni.

Una ragazza vola in acqua ed annaspa.
Fortunatamente la giacca la tiene a galla e riusciamo ad issarla a bordo tirandola per i capelli.

Dopo un’ora eccitante di rapide il fiume è tranquillo e arriviamo alla meta.
Intanto il sole sparisce fra le montagne, siamo tutti bagnati, in costume da bagno ed i pulmini che dovevano venire a prenderci non si fanno vivi.

Per scaldarci facciamo ginnastica, corriamo su e giù per il prato e giochiamo a bandierina.

Quando ormai è buio arrivano i pulmini e gli autisti si scusano, ma devono pagar pegno: 4 bottiglie di tequila che ci scoliamo in gruppo prendendo una allegra balla e scansando le conseguenze del raffreddamento.

Confine Chile/Argentina agosto 1984

Dobbiamo scavalcare un passo sulle Ande per passare dal Cile all’Argentina e arrivare a Bariloche, la Cortina del Sud America.
Ci sono metri e metri di neve lassù in alto.

I nostri pazzi torinesi, tre maestri di sci amici di cui uno è il capogruppo, decide di noleggiare un mezzo blindato con i cingoli ed un gatto delle nevi.

Entriamo tutti e trenta nel mezzo, tenendoci stretti stretti per lo spazio ridotto.
La porta si chiude alle spalle e siamo chiusi dentro senza finestre come in un sottomarino.

Inizia la salita e ci mettiamo a cantare per farci coraggio.
Dopo un paio d’ore il mezzo si ferma e sbanda, apriamo la porta, fuori è tutto bianco.

Ai lati neve alta ¾ metri. Ci mettiamo a battagliare con la neve divertendoci come bambini e stremati risaliamo per continuare il tragitto.

Dopo un paio d’ore arriviamo al passo e scendiamo a vedere la spettacolare Bariloche con le foreste innevate ed i laghi ghiacciati.

I finanzieri argentini non credono ai loro occhi e ridendo ci chiedono se siamo marziani.

Guardando i nostri passaporti, ridono e uno di loro dice: son italianos, loco italianos, italiani matti!

Parco Ngoro’ngoro-Tanzania agosto 1985

Visitiamo un villaggio Masai.

Le donne sono calve e gli uomini con le treccine colorate!
Hanno monili, collane ed orecchini coloratissimi.

Una ragazzina masai è incuriosita dai fazzolettini profumati ed umidi che usiamo per pulirci.
Le diamo uno, lo annusa, fa una faccia schifata e riesce a stento a trattenere il voltastomaco.

Cosa che riesce a stento anche a noi vedendoli bere il sangue direttamente da un foro praticato sul collo della mucca o a sapere che le donne masai strofinano la pelle per renderla più morbida con orina e sangue.

Discoteca di Dar es Salaam, Tanzania agosto 1985

Sergio, l’amico toscano che incontro casualmente in questo viaggio africano dopo quello sudamericano, mi invita ad uscire per una serata in discoteca nella capitale tanzanese a caccia di bellezze locali.

Chiediamo in giro e ci indicano un posto vicino che raggiungiamo con curiosità.
La sala è al primo piano di una casa isolata.

Si sente la musica assordante , saliamo, paghiamo ed entriamo.

Dentro, nel semibuio fumoso e assordante le coppie nere ballano avvinghiate con movimenti sexy del bacino. Più che ballare sembrano stiano facendo all’amore.
Sono ubriachi quasi tutti.

E s’insinua pian piano ma sempre più forte un odore, un odore di grasso rancido e terribile, insopportabile.

Andiamo al bar per prender fiato, si avvicinano due nere mozzafiato, uno sguardo d’intesa e mi ritrovo vicina quella in vestito bianco attillato, con le treccine colorate, mentre beviamo un cocktail locale, ma……..l’ odore, l’odore è addosso anche a lei…..non ce la faccio a resistere, mi viene il voltastomaco.

Lei mi guarda, capisce che c’è qualcosa che non va, mi guarda e mi chiede: you dont’ like me? Because I’m black? No, no, rispondo. I like you very much, I love black women, but I’ve got a problem, sorry …..I have to go.
(Non ti piaccio perchè sono nera? No, no mi piace, ma ho un problema, devo andare).

Le do un bacio sulla guancia e guadagno l’uscita.

L’indomani incontro Sergio stralunato.
Mi domanda, dove sei finito ieri sera? Ma come, gli chiedo, non sentivi quella puzza orribile?

Si fa lui, a me eccitava, sai, noi toscani, siamo dei veri maiali!
E poi la mia non era tanzaniana, ma una turista del Kenya e non puzzava affatto, anzi aveva addosso del profumo francese!

Parigi, Tour Eiffel maggio 1969

Raggiunto l’ultimo piano dopo 2 o 3 ascensori osservo il panorama pazzesco da quell’altezza vertiginosa.

Mi viene un languorino, mi accosto al bar ordinando un panino.
Sul bancone c’è un piatto con un’invitante salsa bianca dall’aspetto di maionese.

Introduco una spalmata abbondante all’interno del panino caldo e do un boccone famelico facendo fuori mezzo panino.

Il tempo di masticare, guardare il cielo …. mi pare di morire!
Sento che sto perdendo i sensi, mi manca l’aria, mi brucia la bocca, lo stomaco, mi sembra di morire, barcollo.

Il vicino si accorge delle mie difficoltà.
Mi fanno sedere, mi fanno aria, mi danno schiaffi.
No, non è possibile morire in cima alla torre Eiffel a 19 anni, a pochi mesi dalla matura, appena patentato e ancora vergine!!

Ce la metto tutta e piano, piano,piano,piano risorgo, ma che era quella bomba?
Mi dicono trattarsi di creme!!
Pazzesco!

Ginevra, Svizzera maggio 1969

Gita scolastica a Parigi a due mesi dall’esame di matura.
Anno caldo con occupazioni, è il 68 italiano con un anno di ritardo.

Passato il traforo di Monte Bianco alloggiamo alla torre universitaria di Ginevra.
Le femmine al quarto piano, i maschi al pianterreno.

Un viaggio continuo dal pianterreno al quarto piano che sconvolge i compassati svizzeri e li costringe a rifiutarci l’ospitalità al ritorno, memori del casino prodotto all’andata.

In mensa si sente parlare solo italiano, noi siamo una cinquantina, loro forse 500.

La sera passeggiamo lungo il bel lago di Ginevra e scendiamo in gruppo in un locale sotterraneo.
Fanno musica, ma non ci sono i gruppi che suonano, che roba è?

Ci dicono trattarsi di discoteca, ma che roba è?
Mettono la musica a gran volume sul giradischi, senza il complesso!
Che strani questi svizzeri. Poi arriva il pezzo sexy, pazzesco, scandaloso, eccitante.

Che forza! Sti svizzeri! Valli a capire, prima tutti acque chete e adesso senti che roba!!!

Vado alla consolle, chiedo il titolo, mi dicono:
Je t’aime, moi non plus di Serge Gainsbourg e Jane Birking.

In Italia arriverà parecchi mesi più tardi provocando scandalo ma riscuotendo anche un gran successo.
Le prime discoteche arriveranno un anno dopo.


Benares, India febbraio 1987

Carmen ed io rimaniamo bloccati nel traffico caotico del centro di Benares che ci costringe a restare a bordo del nostro ciclo taxi carrozza non riuscendo neanche a scendere, incastrati fra altri mezzi analoghi.

Più tardi raggiungiamo i gath (banchine cementate lungo il fiume) del Gange per curiosare fra le varie cremazioni in atto.
Intorno vediamo templi alti e sontuosi e cataste fumose.

Ci avvisano di non scattare foto pena pestaggi ed ire da parte dei locali.

Vediamo una vecchia morta, distesa sul pavimento a bordo del fiume.
Le aprono la bocca e le versano dentro l’acqua sacra del fiume.

Accanto in piedi il marito con una faccia tristissima ed il figlio che stenta a trattenere le lacrime.

Non è vero che gli indiani non soffrano per la morte dei propri congiunti anche se il trapasso è considerato una liberazione da una vita di sofferenze e credono nella reincarnazione.

Gli affetti sono affetti e la morte è cmq separazione, allontanamento.

L’India non ha molto legname e sembra che un funerale costi un sacco per pagare le cataste necessarie a bruciare il corpo del morto.

Ci sono perfino le cremazioni artificiali nei forni elettrici, più economiche.

Camminando veniamo accostati da un tipo che sussurra:chocolate,chocolate!

Gli rispondo ridendo. It’ so too hot for chocolate! (è troppo caldo per la cioccolata).
Carmen mi spiega che chocolate è hashish!
Mi domanda: siete italiani? Si, rispondo come l’hai capito?
Per l’accento.

Tu sei italiano? Si, vivo qui da anni.
Gli dico: guarda quelli che bevono quest’acqua e si lavano i denti mentre al largo galleggiano cadaveri!
(dei bambini, vedove, bramini e vacche sacre che non vengono cremati).

La bevo anch’io, mi risponde e non ho mai avuto problemi. Quest’acqua è veramente sacra, prova a bere l’acqua del Lambro o del Tevere e vedrai la differenza!

Sarà, ma io non la berrei neanche sotto tortura!

25.2.06

PILLOLE DI VIAGGIO

Gran Canyon Villane – maggio 1982

Rossella ed io mangiamo alla mensa del villaggio e facciamo amicizia con una giovane e simpatica cameriera che ci invita ad un party serale.
Accettiamo incuriositi e arriviamo sul posto: un cortile con tre/quattro case in legno intorno.

Ci sono una ventina di giovani e ci invitano a salire al primo piano di una casa.
Uno ci fa strada e apre la porta del bagno. Nella grande vasca ci sono decine di lattine di birra e coca in mezzo a blocchi di ghiaccio.

Ognuno ne fa abbondante scorta e ci ritroviamo in cortile a bere e ridere.
Mi viene in mente non so perché “Crazy banana” e appena la dico tutti scoppiano a ridere.
Va avanti per un’ora: un successo incredibile. Basta poco.
Gli americani sono simpatici, cordiali, alla mano.

Una ragazza tedesca incontrata lungo il sentiero che porta a Indian Gardens (prima meta in discesa dall’argine superiore) e che vive da sei mesi in America ci conferma la simpatia degli americani, ma lamenta anche la loro superficialità e la quasi impossibilità a stabilire un vero rapporto di amicizia.
Vanno bene sul breve periodo, ma alla lunga stancano e annoiano. Sarà…..

Nashville, Tennessee – maggio 1982

Rossella ed io decidiamo di visitare l’enorme parco musicale Opryland ad una ventina di km dal centro di Nashville (nel cui parco cittadino centrale c’è una copia del Partenone di Atene!).
Da questo posto trasmettono da 50 anni un programma radiofonico di musica country che viene irradiato in tutto il paese.

Ci sono spettacoli di musica e ballo nei vari teatri e palchi sparsi nel parco con show di mezzora l’uno, intervallati e molto piacevoli.

Usciti dal parco scopriamo che non ci sono mezzi pubblici per raggiungere il centro (problema generale degli USA dove i mezzi pubblici , ad eccezione del metrò, cessano verso le 19.00 di sera).

I taxi sembrano cari data la distanza. Così optiamo per l’autostop.
Dopo una ventina di minuti si ferma una portaerei americana (ce n’erano ancora in quel periodo) ed una coppia gentile di locali ci carica in direzione centro.

Quando vengono a sapere che siamo italiani, vanno in visibilio, dato che hanno un figlio militare nella base americana di Vicenza.

Il guidatore afferma che gli americani hanno bisogno dell’amicizia internazionale avendo problemi con i paesi arabi (c’erano già allora, credo con Gheddafi o l’Iran di Khomeini).
Si offre di farci da guida e si ferma presso il palazzo più vecchio della città (del 1870 circa) e rimangono stupiti del fatto che non ci impressiona più di tanto.

Poco dopo ci mollano davanti al nostro hotel, alquanto scandalizzati in quanto è un postaccio a 2 stelle e inoltre non li aggrada sapere che viaggiamo in Greyhound, pulman frequentati soprattutto da neri e latino-americani.
Tira aria di razzismo e pregiudizi!

New York - maggio 1982

Dopo la delusione della mancata celebrazione del 1 maggio nelle vie cittadine, dato che la festa del lavoro è stata iniziata proprio negli USA, ma il labour day lo celebrano in settembre o ottobre, abbiamo la sorpresa di assistere ad una interminabile processione di portoricani che dura un paio d’ore in zona Broadway.
Deve essere una loro festa, ma quanti sono!!!

Visitiamo Wall Street e la NYSE (New York Stock Exchange), la borsa americana.
Ci invitano a partecipare ad un quiz finanziario al computer, al primo piano con finestroni che danno nel sottostante parterre dove stanno trattando le azioni.
Alla fine mi danno un ottimo punteggio e mi sento molto bravo.

Usciamo per prendere il vaporetto che porta ad Ellis Island, l’isoletta con la Statua della Libertà e anche lazzaretto per gli immigrati del secolo scorso che erano costretti a rimanere qualche mese in quarantena prima di essere ammessi al grande paese.
E’ l’ora dell’intervallo: escono centinaia di impiegati dai vari uffici dei grattacieli che ospitano finanziarie e banche.

Alcuni comprano gli hot-dog nelle bancherelle in strada e altri si mettono in fila ordinata……verso un nero seduto su una panchina che vende……droga!
Noi andiamo in un buffet e ordiniamo panini e birra.
Mi chiedono la carta d’identità! Per un paio di birre! E mi infilano le lattine nei sacchetti di carta!
Si possono bere in strada solo dentro i sacchetti di carta, in compenso la droga è venduta quasi apertamente e liberamente.
Contraddizioni americane!

NEW YORK – maggio 1982

Decidiamo di visitare China Town e Little Italy attigue e verso la punta di Manhattan.
Ci consigliano di prendere il metrò.
Scendiamo e……abbiamo una pessima impressione! Vecchia, dall'aspetto dimesso e sporco.

Saliamo in vagone guardandoci un po’ intimoriti e dopo qualche minuto chiedo ad un nero di indicarmi la fermata per China Town. Non mi risponde, provo con un altro e non mi dà bada. Scopro così che c’è un razzismo al contrario: neri verso i bianchi.

Un americano bianco mi consiglia di scendere alla prossima fermata.
Scendiamo e….non c’è nessuno in giro, siamo soli e la scritta sul muro indica : Bronx!
Non capiamo e pensiamo d’aver sbagliato dopo aver consultato la cartina.
Dobbiamo tornare indietro e invertire il senso di marcia.

Siamo impauriti immaginando le aggressioni viste decine di volte nei film americani.
Percorriamo corridoi e scalinate senza indicazioni di sorta.
Dietro l’ennesimo angolo ci ritroviamo in un vicolo cieco con cancello chiuso da inferriata metallica.
In caso di incontri pericolosi siamo proprio in trappola, senza vie d’uscita.
Ripercorriamo il tragitto in senso inverso e fortunatamente non incontriamo anima viva.
Dopo una decina di minuti riusciamo ad arrivare sani e salvi alla banchina opposta ed il treno sta arrivando.
Meno male, ma dove cavolo siamo finiti?

New York/S.Francisco – maggio 1982

Percorriamo a piedi il famoso ponte di Brooklyn e facciamo amicizia con John un inglese di Londra che sta girando l’America da solo. Scherziamo con lui e lo salutiamo.

Un mese dopo camminiamo sul ponte di S.Francisco che conduce a Sausalito.
Dall’altra parte vediamo un ragazzo alto e allampanato: incredibile.......è John!
Lo chiamiamo e ci abbracciamo increduli.
Ci siamo incontrati su due ponti, alle due estremità degli USA!!

Tulum-Yucatan-Messico – agosto 1985?

Siamo una trentina, di cui 25 napoletani, e alloggiamo presso un albergo con piscina e a pochi metri dal mare.
La sera ci mettiamo tutti eleganti per la cena.

Arriva l’avvocato di Capri, elegantissimo e incravattato.
Passa davanti alla piscina e un buontempone lo spinge in acqua.
L’avvocato emerge, si avvicina alla sponda, tutti ridono, qualcuno è imbarazzato.
Si toglie gli occhiali bagnati, il portafoglio con tutte le banconote che sparge a terra per asciugarle e perfino il passaporto che rischia di essere danneggiato irreparabilmente.
Ride e sussurra : so’ragazzi!

Tikal – Guatemala – agosto 1985

Raggiungiamo la capitale Maya in piena foresta dopo una corsa in corriera di circa 10 ore, attraverso una strada bianca e polverosa, piena di buche, correndo il pericolo di venir attaccati dalla guerriglia che ogni tanto ferma, rapina e a volte sequestra i passanti.

Arriviamo distrutti, impolverati e con il fondoschiena a pezzi dato che la corriera ha i sedili di ferro senza cuscini e gli ammortizzatori sono inesistenti.

Dopo una doccia ristoratrice mi incammino nei pressi dell’albergo e incontro una coppia di svizzeri che si stanno godendo il sole ed hanno un aspetto rilassato.
Mi metto a chiacchierare con loro e apprendo che sono arrivati in aereo.
Li informo che noi siamo arrivati in corriera, dato che la nostra guida non era riuscita a trovar posto in aereo.
Gli svizzeri mi fanno notare che l’aereo era praticamente vuoto!!
Qualcosa non torna. Com’è sta storia?

Alla fine capisco e mi vien da strozzare la nostra guida napoletana.
Siccome lui è capogruppo, viaggia gratuitamente, ma non la figlia e l’amante che si è portato dietro.
Per evitare di pagar loro la tratta aerea (circa 40 dollari a testa) ci aveva raccontato la balla dei posti esauriti in aereo!!
Da ammazzare sul posto!
Oltretutto non parlava una parola di spagnolo e contattava i locali esclusivamente in inglese.

I messicani non amano gli yankee per noti motivi
(il vicino prepotente si è impossessato di gran parte del loro territorio nazionale, dalla California, al Nuovo Messico, al Texas e continua a trattarli come vassalli) e tendono a non prenderti in considerazione se ti rivolgi a loro in inglese.

Più di una volta ho dovuto intervenire traducendo in spagnolo che avevo imparato prima del viaggio.
Il colmo fu che l’amante napoletana del capogruppo, una sera mi fece una scenataccia davanti a tutti, accusandomi di voler sostituirmi al suo uomo!!!
A parte la lingua, e la vicenda di Tikal, devo ammettere che per il resto non era male e se la sapeva cavare, destreggiandosi fra la figlia di primo letto e l’amante che si odiavano.

Capogruppi

Qualche anno fa un capogruppo “Rambo” era morto assieme ad altri avventurieri, finiti in mare annegati o mangiati dai pescecani durante un’attraversata in barca fatiscente fra due isole filippine!
Un altro “Rambo” sperimentato dal sottoscritto e gruppo di 30 persone pretendeva di farci attraversare il salares di Uyuni , enorme lago salato della Bolivia, senza guida, nonostante un mese prima un gruppo di turisti francesi fosse finito in salamoia nelle acque pericolose del lago che si attraversa con camion, fino al centro, dove l’acqua sparisce e rimane solo il sale.

Questi individui pericolosi che mettono a repentaglio la propria e’altrui vita, si professano avventurieri confondendo l’Avventura con l’incoscienza.
Essere avventuroso non significa non usare normali norme di sicurezza ed evitare di finire in pasto ai pescecani o in fondo al mare o ad acque paludose!
Occhio a questi personaggi! Chiedete i dettagli e rischi prima di mettervi a repentaglio!


Tanzania – agosto 1985?

A proposito di capogruppo pirla! Quello che ci accompagnò in Tanzania si fece turlupinare alla grande dai nostri autisti e dall’agenzia locale in modo indecente, nonostante i miei ripetuti avvisi e proteste!

Si trattava di questo: prima di partire ci arriva un avviso dell’Agenzia che ci invita a portare più dollari in quanto in Tanzania forse entrava in vigore una norma secondo la quale bisognava pagare tutti i servizi in dollari e non nella valuta locale, lo scellino tanzaniano che si comprava a nero pagandolo venti volte meno del cambio ufficiale.
Praticamente si sarebbe speso molto di più pagando in dollari, non potendo beneficiare del favorevole cambio a nero.

L’ingenuo capogruppo all’arrivo ne fa menzione ai nostri autisti locali, facendo gestir loro tutti i pagamenti, senza neanche premunirsi di verificarli.

Si va incontro ad un’escalation: paghiamo i primi servizi in scellini, poi parzialmente in dollari, alla fine tutto in dollari.
Man mano che si attua questa escalation, gli autisti si ubriacano e spendono sempre di più, arrivando a pagar da bere a tutti,anche agli estranei, comprando di tutto e di più alla grande.

In pratica hanno continuato a pagare tutti i servizi in scellini tanziani e si son tenuti i nostri dollari.
Infatti alla fine del viaggio, incontriamo in aeroporto altri gruppi di Avventure che ci confermano d’aver pagato sempre ed esclusivamente in scellini ed aver così speso un terzo rispetto a noi!!!

Parchi nazionali degli Usa – maggio 1982

Arrivati a Flagstaff, Rossella ed io facciamo la conoscenza con uno svizzero, un israeliano ed..un triestino che girano da soli e ci accordiamo per prenotare assieme un’auto per girare i parchi e successivamente la California.

Il triestino simpaticissimo ci racconta un episodio incredibile.
L’anno prima era stato in Messico e l’avevano derubato di tutto, compresi i vestiti, lasciandolo praticamente in mutande.
Così si presenta alla polizia, che credendolo matto lo manda via in malo modo.
Lui insiste e si ripresenta. Alla fine si mettono a ridere e fanno una colletta per aiutarlo, oltre a contattare l’ambasciata italiana che lo fa rimpatriare.

Gli chiedo: come ti sentisti in quel frangente?
Mi risponde: libero, ero così preoccupato che mi rubassero tutto che quando successe veramente, mi passò tutta la paura perché non poteva più succedermi niente!

Cina - settembre 1983

La mia amica Rossella comincia a star male: non riesce a dormire e va via di testa.

Decido di consultare un medico cinese: arriva, ascolta e comincia a praticarle l’agopuntura.
Le infila una ventina d’aghi in tutto il corpo e non riesce a capacitarsi della resistenza della mia amica.
A suo parere tali aghi avrebbero dovuto addormentare un elefante.
Chiedo cure alternative, il medico sparisce e ritorna dopo una mezzora con una scatola di liquirizia!!!
Per fortuna nei giorni successivi Rossella migliora, ma le cure cinesi............!

Cina/Mosca ottobre 1983

A Pechino fa un freddo cane.
Compriamo delle pellicce a buon prezzo in un grande magazzino in centro a Pechino nel quale veniamo invitati ad entrare ed inaugurare con tanto di telecamere che ci riprendono.

Tornati in albergo i nostri compagni di viaggio vengono ammirati dai nostri acquisti, particolarmente un gruppo di romane che giravano per conto loro.
Si fanno indicare il posto e partono per ripetere l’acquisto.
La sera ci fanno vedere delle misere pellicce di lapin che hanno comprato per quattro lire in un mercato cittadino.

Dopo una settimana ci fermiamo per uno stop-over a Mosca
(viaggiavano con la russa Aeroflot) e tiriamo fuori le pellicce cinesi per affrontare meglio il gelo della capitale russa.

Ci alloggiano all’aeroporto e decidiamo di prendere il pullman verso il centro della capitale.
La corriera è superaffollata e siamo pigiati fra gli altissimi, seri e corrucciati russi che non ridono neanche sotto tortura.

Ad un certo punto, sarà per il cambio di temperatura oper lo scarso valore della concia, le pellicce di lapin delle romane cominciano a perdere il pelo che vola in giro per tutta la corriera, scatenando l’ilarità di tutti.
Penso di non aver mai visto tanta gente ridere così tanto, non solo durante tutto il tragitto di circa un’ora ma anche alla fine, quando tutti cercano di liberarsi dall’insolito piumaggio!

Khajurao – India Marzo 1985

Carmen ed io visitiamo i templi dell’amore a Khajurao, immersi fra prati inglesi e colorate buganville.
Veniamo avvicinati da un tipo che ci vuol fare da guida.
Rifiutiamo gentilmente ma lui insiste, asserendo che non ci avrebbe fatto pagar niente perchè gli piaceva accompagnarsi con i simpatici turisti italiani.

Fcciamo buon viso a cattivo gioco e dopo aver visitato i templi bellissimi con le statue in pietra di centinaia di dei avviluppati in tutte le posizioni, ci chiede se ci interessa incontrare un guru- santone locale.

Accettiamo a patto che non sia lontano.
Ci accompagna presso un tempietto di pietra.
Entriamo e veniamo presentati al santone seduto in posizione loto, con capelli e barba bianca, seminudo con collane di fiori e profumi di bastoncini profumati.

Il guru intona una nenia, ci dona collane di fiori e ci imprime un punto rosso in mezzo alla fronte, simbolo di pace.
A questo punto stende la mano aperta verso di me.
Non capisco, possibile che mi stia chiedendo soldi?
Vedendomi smarrito tira fuori una banconota da 10 dollari e mi fa capire con insistenza e impazienza che ne vuole una.

Rimango deluso ma mi riprendo presto.
Emetto una nenia triestina, gli restituisco le collane di fiori e gli insegno il nostro italico segno dell’ombrello facendolo accompagnare da un italico e convinto ma vaff……..o!

La nostra guida ci accompagna imbarazzata all’uscita e ci invita a pranzo, cercando di minimizzare l’accaduto.
Insiste a pagare il conto e poi ci invita al suo negozio di articoli di antiquariato.

Penso che ci inviterà a comprarli e invece, niente di tutto ciò.
In compenso ci chiede un favore.
Ci fa vedere un elefantino in porcellana, lavorato e colorato e ci prega di portarlo per conto suo a Milano presso un suo cliente che l’avrebbe ordinato.
Rifiuto, pensando subito ai rischi connessi ….al contenuto dell’elefantino.

Invece Carmen ingenua accetta, nonostante il mio invito contrario.
Il tipo si fa dare l’indirizzo di casa sua ed in men che non si dica sparisce, lasciandoci con l’elefantino in mano.
Mi arrabbio con Carmen e le faccio capire il rischio che corriamo, di far da corrieri della droga per conto dell’indiano.

Dobbiamo liberarci assolutamente dell’elefantino senza creare sospetti dato che il tipo conosce il suo indirizzo e non sappiamo in che giro è connesso.

Mi ricordo del bar gestito da una svizzera dove avevamo bevuto un caffè poco prima.

Scrivo una lettera all'indiano di gentile rifiutoa portare a termine il suo incarico , adducendo problemi di viaggio e di fragilità dell’oggetto e la infilo sotto la porta del negozio d’antiquariato.

Alla barista svizzera prego di consegnare l’elefantino all’indiano, spiegandole che il medesimo era avvisato con nostra lettera (per evitare che se ne impossessasse).
Liberi!!!

Fate attenzione all’India, non è solo il paese della spiritualità che tutti pensano, ma anche il paese dei bidoni e lo sanno bene i viaggiatori scafati (come ho letto in alcuni siti) che si tengono alla larga dall’India per i continui imbrogli sempre nuovi e incredibili cui si va incontro nel paese della spiritualità e dell'anima.....in cui sanno trattare molto bene anche la materia!!!!

Sri Lanka/Nepal Pasqua 1984

Viaggiando in gruppo si corrono anche figuracce, tipo la seguente.

All’uscita dall’albergo con giardino esotico presso cui abbiamo pernottato in gruppo veniamo fermati dal gestore in quanto da un salotto mancano dei preziosi quadri.

Il capogruppo invita l’eventuale colpevole a riconsegnare il maltolto, dando la possibilità di rimanere anonimo.

Non succede niente. Allora si decide per l’ispezione dei bagagli. Non si trova niente.
Ci tocca far colletta e pagare i salati danni e a rimediare una figuraccia.

Una settimana dopo facciamo una bella serata di fine viaggio all’hotel Hilton di Katmandu con spettacolo finale.
Una ragazza del gruppo fa notare il bel portacenere artistico ancora pulito al nostro tavolo e se lo infila in borsa.
Protesto e la invito a riconsegnare l’oggetto.
Si mette a ridere e mi prende in giro.
Sono costretto a minacciarla per farla desistere:
Le dico: se vuoi rubare lo devi fare da sola e non coinvolgere i compagni che non ci stanno!


BALI – Ubud Febbraio 1993

Mi sveglio presto e decido di iniziare la mia giornata visitando le belle campagne circostanti la città interna di Ubud mentre il mio compagno di viaggio dorme profondamente.

Giro con le fresche infradito ai piedi come la maggior parte dei locali.
Esco dalla cittadina e mi incammino fra i campi.
Incontro un boschetto con grandi alberi e mi imbatto in un gruppo di scimmie indiavolate che si mettono a ricorreremi.
Siccome tendono a mordere, cerco di evitarle e trovo come unica via di scampo la discesa ripida che porta ad un ruscello.

Mi impantano e perdo le infradito, arrivando malconcio al ruscello.
Le scimmie hanno rinunciato all'inseguimento.
Sono mezzo infangato e decido di pulirmi con l’acqua del ruscello.

Sento delle voci e vedo due donne ad un centinaio di metri: una sta lavando i panni e l’altra è accovacciata nell’acqua e sta…….si , sta….nell’acqua, infatti dopo un po’ il suo ......materiale arriva nei miei pressi e riesco ad evitarlo per miracolo, rischiando di aggiungerlo al fango di cui mi sto liberando.

Ritorno in albergo, scalzo e stravolto.
Il mio amico si sveglia e mi chiede: che ne dici, ci alziamo e andiamo un po’in giro per i campi?

EGITTO/Il Cairo Pasqua 1983

Ristorante dove il gruppo (una trentina di persone) sta pranzando di ritorno dalla visita alle Piramidi.
Un partecipante sta mostrando a tutti il busto in alabastro di un faraone che ha comprato in un mercato.
Tutti guardano ammirati, uno chiede il costo, circa 150 dollari, ....ma è alabastro!!!
Arriva un cameriere egiziano vede la statua e chiede il prezzo.
Saputolo, fa una faccia stupita e dice: per 150 dollari te ne posso vendere 20!
Il turista imbarazzato risponde: ma è alabastro!
Il cameriere prendendo la statua, la scheggia leggermente con l’unghia e replica:
alabastro di fuori, ma gesso di dentro, quindi vale poco più di niente!!!

Isola nel Nilo presso Assuan/Pasqua 1983

Dopo esser arrivati a bordo di una gigantesca feluca all'Isola Elefantina per visitare il bel parco-giardino, saliamo in gruppo la lunga scalinata che porta in cima ad ammirare il panorama.
Nel gruppo con noi c’è una simpatica vecchietta sugli 80 anni che si lamenta durante tutto il viaggio, asserendo:
-sono vecchia ,con un piede nella tomba ed i parenti mi consigliano un viaggio per distrarmi da questo pensiero e dove mi mandano? In un paese dove visitiamo solo tombe!!!

Alla vista della scalinata decide di attenderci alla base.
Però dopo un’orettala vedo arrancare faticosamente lungo la scalinata.
Arrivata in cima la avvicino e le chiedo i motivi della arrampicata.

Nervosamente mi risponde: - va beh che son vecchia, ma quegli ascari laggiù mi facevan le belle, sai com’è ,loro son neri ed io son bianca!!

ISOLA DI BALI – Febbraio 1993

Durante un’escursione all’interno dell'isola, visitiamo un tempio in mezzo ad una bella foresta di alberi alti.
Quando arriviamo alla porta non crediamo ai nostri occhi: sul pavimento migliaia e migliaia di topi, considerati sacri e foraggiati quotidianamente dai monaci locali.

Lo spettacolo è un po’ forte, mi allontano e….vengo assalito da una scimmia che mi ruba il berretto e cerca di fregarmi anche la macchina fotografica che riesco a recuperare per un pelo.



Gran Canyon Villane – aprile 1990

Alla mia seconda visita al village del Gran Canyon con Carmen, decidiamo di prendere il biplano che sorvola il Canyon al tramonto.
Siamo fortunati: appena arrivati, riusciamo a beccare l’ultimo volo disponibile.
Stiamo partendo e un attimo prima di avviarci, l’aereo si ferma e fa salire una coppia di americani, giunti in ritardo.

Sono ciccioni da 200 kg a testa!
Riescono a malapena a salire , ma non riescono a sedersi negli stretti sedili.

Il pilota riesce dopo vari tentativi a farli entrare, facendoli sedere ognuno su due posti e togliendo i divisori.

L’aereo cerca di partire, ma ….non riesce a decollare!
Si ferma ed il pilota prova a dividere la coppia.
Uno davanti e l’altra in fondo.
Così messi riusciamo stentatamente a decollare, ma l’aereo ballerà durante tutto il volo e ci impedirà di godere pienamente il bel panorama.
L’America è piena di questi super obesi e non è una sorpresa, visto tutto quello che mangiano!

22.2.06

FLASH DI VIAGGIO

CIAO

ricordi, FLASH di viaggio sparsi qua e là:

-Dublino: una ragazza giovane seduta sopra una panchina in un parco con una borsa di plastica ai piedi piena di lattine di birra, ne beve tristemente una dietro l'altra, si avvicina un tizio sui quaranta, si mette a confabulare con lei quindi si siede accanto e l'aiuta a finire le lattine.....

-una cittadina irlandese che non ricordo: sto cercando un ostello e fermo un ragazzo in strada, mi dice che mi ci accompagna lui, sale, giriamo varie strade, incroci,ecc... ma l'ostello non salta fuori.
Alla fine gli chiedo: ma tu sai veramente dove stà o....mi guarda con faccia compassionevole e mi dice: ho assoluto bisogno di bere....dammi qualche scellino che devo farmi una birra prima possibile!

Jaipur, India

Carmen ed io alloggiamo in un hotel dove stanno festeggiando un matrimonio spettacolare
nel grande giardino con un sacco di invitati. Ragazzi adolescenti ci invitano a bere whisky come se fosse una cosa celestiale. Gli sposi, arrivati a cavallo con seguito di parenti e portatori di fari illuminati, vestiti come una regina ed un re, stanno seduti su un catafalco rialzato e ricevono gli omaggi degli invitati.
Salgo anch'io, mi avvicino alla sposa per farle gli auguri e....la voglio baciare sulla guancia.....
quattro, otto mani mi sollevano di colpo e mi sbattono giù dal palco indignati.....è una cosa che non va fatta.....!

Washington D.C.

a quattro passi dalla Casa Bianca, dietro l'angolo c' è un isolato con poveracci che farebbero a gara con le favelas di Rio o le bidonville di Calcutta in fatto di miseria, degrado e sporcizia.....

Bombay, India

alla fermata del bus per l'aeroporto, in pieno centro, un ragazzo adolescente sui 15 anni chiede la carità seduto su un carrettino di legno: ha le gambe piegate verso la testa dalle ginocchia in su.
Lo hanno piegato così da neonato per incutere passione e raccogliere carità.....

Bombay, India

un ragazzino di 6/7 anni presso la famosa Porta dell'India (arco celebrativo)
mi avvicina e mi chiede: "do you like me, sir?" ingenuamente rispondo: "yes, I do, I like you" e lui resta in attesa.
Gli regalo una monetina e mi allontano.
Dopo qualche minuto capisco....mi stava abbordando.....!!

Maldive

la mattina esco dal mio bungalow e vedo una distesa di rocce affioranti e coralli ;
il mare è sparito e si vede l'acqua in lontananza
decido di approffitare per scattare una foto dall'esterno verso l'isola
mi incammino fra le rocce e finisce che mi ferisco varie volte fra gli scogli taglienti, ma continuo
scatto varie foto e.....non mi accorgo che l'acqua sta salendo velocemente e rischio di venir sommerso o di bagnare e rovinare la macchina fotografica
invece mi accorgo che camminando verso sinistra l'acqua sta scendendo mentre a destra sta salendo, pazzesco!!! così camminando velocemente a sinistra riesco miracolosamente a rientrare tagliato ma asciutto a terra ferma e salvare la macchina per un pelo

Isola di Mafia, Tanzania

in mezz' ora peschiamo forse 30 kg di pesce direttamente sulla spiaggia a mani nude
consegniamo il pesce al cuoco del ristorante e la sera pensiamo di farci una scorpacciata di pesce.
Quando il cuoco ci serve in tavola rimaniamo delusi e arrabbiati: di tutto quel pesce non è rimasto che un paio di chili non sufficienti per noi dieci.
Protestiamo vivacemente pensando di esser stati imbrogliati.
Il cuoco ci porta in cuscina e ci fa vedere tutto il pesce pescato: immangiabile e duro come la pietra!

Aeroporto di Malpensa

all'arrivo dalla Tanzania passo la dogana con alcuni compagni e aspetto di salutare gli altri che stanno arrivando.
Il doganiere chiede ad una compagna di viaggio toscana: qualcosa da dichiarare?
Lei risponde: un po' d'avorio.
Il doganiere le dice: mi faccia vedere.
Lei apre un valigione enorme e dentro, in diagonale, ha un'intera zanna d'elefante!!!!!

15.2.06

IRLANDA terzo post

ciao

circa dieci anni orsono in Settembre decido di visitare la verde Irlanda ed acquisto solo il volo
di A/R.
Arrivo verso le 22.30 di sabato senza aver prenotato l’albergo e mi trovo per la prima
volta a mal partito in quanto la sfortuna vuole che l’indomani a Dublino c’è la finale del campionato nazionale di Hurling e tutti gli alberghi sono pieni di tifosi affluiti da tutto il paese per assistere al match.

Provo anche con gli alberghi a 5 stelle, ma non c’è niente da fare, così mi rassegno ad attendere l’alba tra un caffè ed i portici della Bank of Ireland.

Verso la una di notte escono gli stravolti dai pub che stan chiudendo e vanno tutti a pisciare intorno, pieni di birra come sono: un tanfo di orina che non vi dico!

La mattina troverò fortunatamente una stanza in un alberghetto centrale per la sera successiva.
Lascio la valigia e comincio l’esplorazione della città.

Visito la Christ Church Cathedral, il Dublin Castle, la St. Patrick Cathedral, il Trinity College O’Connell Street e Grafton Street, rimanendo subito affascinato dall’eleganza delle case georgiane con quelle porticine colorate ed i parchi verdi.

La sera giro per Temple Bar il rione ricco di pub e mercatini.
Mi infilo in un paio di pub dove bevono birra a fiumi, fumando in piedi, poi entro in una discoteca dove noto le bellissime irlandesi, molte brune stupende ed alcune da infarto con i capelli rossi e gli occhi verdi.

Il giorno successivo, dopo aver finalmente dormito una notte intera
decido di prendere il pulman per Galway ed iniziare il giro dell’isola con i mezzi pubblici.

Attraverso una bella regione verde di colline, prati e ruderi di chiese cattoliche distrutte dagli
inglesi occupatori e rimaste a monito della violenza britannica.

Galway è una discreta cittadina sulla costa est, con un molo strano e molti volatili.
Nella strada centrale ci sono molti pub, negozi di tessuti tipici e maglie di lana molto belle ma care.
La sera decido di assistere allo spettacolo di musica e ballo folclorico irlandese.
Un portento: veramente bello, la musica è allegra, i costumi colorati ed il ballo tipico prende lo spettatore.

Scopro con disappunto che è molto difficile arrivare alle varie località che intendo visitare con i mezzi pubblici, così decido di noleggiare un’auto per essere libero nei movimenti e girare il paese con facilità.

Proseguo ancora qualche chilometro e raggiungo le famose Cliff of Moher.
Parcheggio l’ auto nel parcheggio a pagamento e salgo sulle scogliere dove mi attende un panorama difficile da descrivere.
Scogliere alte 200m a picco sull’oceano , dove il vento sembra portarti via.
La vista è meravigliosa e riesco a scorgere da lontano anche le Isole Aran cui devo purtroppo rinunciare per il poco tempo a disposizione.

Inizio il mio peregrinare per la bella isola visitando il Connemara, il Donegal, la penisola di Dingle Kerry, Killarney e Cork a sud per tornare verso la capitale.
Da Dublino percorro la costa est ed entro in Irlanda del Nord visitando la costa, Belfast e Londonderry
quindi ritorno a Dublino percorrendo il centro dell’isola.

Tanti paesaggi bellissimi: alte scogliere, prati sterminati, campi di torba, colline con cespugli fiorati di erica, castelli e ruderi di chiese, cimiteri antichi, siti archeologici incredibili, belle cittadine, laghi e spiagge con sabbia bianca e acqua verde da far invidia alla Sardegna.

Inoltre cespugli di more giganti e dolci lungo le strade ci cui faccio scorpacciate tutti i giorni
accompagnate dalle buonissime apple pies (torte di mele) in vendita la prezzo di una sterlina circa.

Dormo sempre negli ostelli privati, molto economici e dove faccio un sacco di amicizie con i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, evitando le bed and breakfast troppo care.

Questi ostelli privati sono molto comodi ed ospitali ed offrono anche l’uso della cucina per chi vuol farsi da mangiare da solo e trova gli ingredienti di ogni tipo lasciati da viaggiatori precedenti.

Sono inoltre da preferire alla catena di ostelli ufficiale che impone regole ed orari assurdi.

Passo tutte le serate nei pub, mangiando ottimi piatti, bevendo tanta birra, ascoltando tanta buona musica dal vivo e assistendo alle pazzie dei simpaticissimi e matti irlandesi.

Una sera ad esempio assisto alla festa di addio al celibato da parte di una ragazza irlandese in compagnia delle amiche scatenate che prendono due locali, li denudano, ballano loro intorno e li coprono di birra che leccavano dai loro corpi!

Ci sono molti giovani alcolizzati di birra che si vedono barcollare per le strade, anche giovani ragazze che si sostengono a vicenda.
Questo è l’unico lato triste del paese.

Piove spesso ma subito dopo torna il sole.
Gli irlandesi usano poco l’ombrello, abituati come sono alle docce (shower)
che li bagnano ma anche al sole ed al vento che li asciuga subito dopo.

L’Irlanda ha avuto un passato di miseria estrema, con milioni di morti quando nel secolo scorso
un parassita che attaccava le patate ( allora cibo principale di questo popolo )aveva provocato una carestia cui gli inglesi occupatori non volevano provvedere.

Quel periodo noto come Grand Famine oltre a milioni di morti, aveva svuotato il paese perché i superstiti erano emigrati in massa negli USA.

Un’altra particolarità dell’Irlanda è la lingua e cultura celtica che si trova anche nel Galles e nella Bretagna francese e secondo alcuni nostalgici locali in “Padania”.

Si nota soprattutto per gli strani nomi dei paesi e la croce celtica che si incontra nei pressi delle chiese e cimiteri.

Oggi l’Irlanda è il paese con il maggior tasso di sviluppo in Europa.
Le imprese tecnologiche e informatiche come la Microsoft e la Intel hanno aperto i loro stabilimenti nell’isola e perfino le banche e le assicurazioni hanno impiantato le lori sedi a Dublino in fuga dalla cara city di Londra.

Oggi l’Irlanda è ricca, senza disoccupazione e proiettata verso il futuro come nessun altro paese europeo.

Tornando al mio itinerario visito il Donegal , ricco di maglifici e di paesini semplici ma graziosi ed il Connemara.
Questo ultimo ha un panorama incantevole e difficile da descrivere….attorno a me solo il verde dei prati, una strada e tante ma tante pecore !!

Ogni tanto mi devo fermare perché qualcuna attraversava la strada..
E poi tanti laghetti affascinanti.
Passo per Clifden, la capitale del Connemara e dopo una breve visita riprendo il viaggio prendendo la strada che mi farà passare davanti alla famosa Kylemore Abbey.

Ci sono molte colline e campi delimitati da muri a secco, greggi di pecore, fattorie
e chiesette: il paesaggio tipico irlandese che si vede in tanti film.

Mi fermo anche a Cashel, per visitarne il complesso di edifici gotici arroccati su uno sperone di roccia e sito monastico più famoso d’Irlanda.

Il giorno seguente lo trascorro a Kilkenny: sono un po’ deluso dal suo castello per il fatto che vi è ben poco di originale al suo interno.
La visita prosegue alla chiesa di St. Canice, dove salgo sulla torre attraverso ripide scale.


Pochi chilometri prima di Cork prendo la strada per Blarney dove trovo l’omonimo castello.
E’ un tipico castello medievale di cui è rimasta la rocca, al suo interno è custodita la pietra magica che si dice doni l’eloquenza a chi la bacia ( a testa in giù su un’altura all’ultimo piano del castello..)
Si sta in fila per questa cerimonia ridicola cui non voglio sottopormi.

Lasciata Blarney arrivo a Cork, una grossa città caotica e molto trafficata, ricca di negozi e centri commerciali.

Tornato a Dublino in tutta fretta mi dirigo a nord per visitare la splendida Irlanda del Nord con un po’ di timore dato che a quel tempo gli attentati e la tensione erano ancora presenti.

Prima di arrivare a destinazione incontro l’incantevole e antica città di Drogheda con mura antiche e di seguito paesaggi verdi e stupendi anche se turistici prima del confine.

La città è vicina al celebre complesso archeologico megalitico della valle del Boyne e al tumulo di Newgrange che vado a visitare e che mi fa restare a bocca aperta.

E’ un posto fantastico con una costruzione immensa in pietra con una cupola circolare
ed un paesaggio archeologico unico al mondo, dichiarato patrimonio dell’umanità, con oltre 50 monumenti costruiti nel neolitico da un'antichissima civiltà contadina pre-celtica repentinamente scomparsa.

Originariamente costruito intorno al 3200 a.C. giacque dimenticato per millenni fino al XVII secolo. Fu oggetto di restauri solo in anni recenti.

Si tratta di notevoli tombe a corridoio connesse alle cerimonie religiose e forse ad un culto solare, sovrastate da estese colline artificiali e risalgono ad una civiltà complessa e progredita anteriore a quella dei Celti e ben prima degli invasori vichinghi, 6 secoli prima della costruzione delle Piramidi d’Egitto.

Rimango poi incantato dalla bellezza dell’Irlanda del Nord, la regione stato appartenente al Regno Unito e così martoriata da anni di attentati e dispute.

La costa che si affaccia sull'Oceano Atlantico, ricca di piccole isole a volte sale, si incontrano belle cittadine fino a raggiungere le Giant's Causeway, formazioni di roccia lavica aventi forma esagonale le cui dimensioni le hanno valso questo nome così curioso (Sentiero dei giganti).

La particolarità è dovuta alla forma talmente regolare da non credersi opera della natura.
Il lugo ha toccato talmente la fantasia popolare da richiamare antichi miti e leggende di giganti innamorati.

Nei pressi visito anche il Dunluce Castle di cui rimangono solo alcuni resti a picco sul mare.
Inoltre ammiro lo strano Carrik a Rede Rope Bridge, un ponte di corda sospeso issato dai pescatori per collegare la terraferma ad uno sperone roccioso su cui è collocata una capanna utilizzata per la pesca del salmone.

Segue poi White Bay Park, una spiaggia bianchissima e solitaria e la vecchia distilleria di Bushmills, un po’ turistica ma che merita la visita vista la qualità del whisky che è in grado di produrre.

Belfast è una città molto bella e pulita con strane strade e marciapiedi color rosso mattone.
In centro ho visitato il Crown Liquor Saloon ed il Municipio oltre al porto un po' fuori.

La sorpresa maggiore è venuta da Londonderry, così nota per i sanguinari attentati e invece così bella e romantica con le anse rotonde del fiume e la collina murata col centro storico, le chiese, le belle piazze, un vero e sorprendente gioiello.

Ritorno a Dublino e passo l'ultima pazza notte in un pub, ascoltando l'ottima musica dal vivo che si sente in tutti i locali, a livello degli U2, dei Cranberries, di Bob Geldorf, di Enya,ecc...
L’Irlanda è anche questo e tant’altro.
E’ il più bel paese d’Europa dopo l’Italia ed ha il popolo più simpatico ed ospitale

14.2.06

FLORIDA






























































































































CIAO

L'ultimo viaggio con la sacra famiglia (mia figlia e sua madre) fu cinque anni fa in Florida.
Ho già accennato brevemente a questo viaggio, ma voglio andare nei dettagli e aggiungere foto.

Partimmo da Milano su Orlando, ma arrivati sopra la città-parco divertimenti capitammo nel bel mezzo di una tormenta e fummo dirottati su Miami, si volò un'oretta, sopra, in attesa dell'autorizzazione per poi tornare di nuovo ad Orlando dove era tornato il bel tempo.

Gli americani a bordo erano tutti calmi e semplicemente avvisavano telef.i parenti ed amici del ritardo.
Noi da buoni italiani, polemici e preoccupati.
Da allora mia figlia ha il terrore di volare in aereo ed ho dovuto patire le pene dell'inferno per convincerla a volare in Sardegna l'anno successivo.

Arrivati a Orlando abbiamo prenotato subito una comoda macchina per girare la Florida.
Come al solito piena di allarmi per le cinture di sicurezza, il volante, ecc. un tormento!
Per il resto comoda ed economica. La benzina costava un terzo rispetto alla nostra e le autostrade sempre gratuite.
Inoltre i motels dove alloggiavamamo con due letti matrimoniali, bagno, frigo e tv andavano dai 25 ai 60 dollari in tre.
Anche i pasti erano economici a parte che non ne potevamo più degli hamburger.
Così dopo qualche giorno dirottammo sulla pizza e le verdure dell' ottima catena Pizza Hut.

Ci sono un sacco infinito di ristorazioni fast food oltre ai soliti Mc Donald e Burger King.
Così abbiamo provato quelle con cibo messicano, giapponese, ristoranti cinesi e perfino uno italiano perchè mia figlia Marina, pastologa per eccellenza, ne aveva una voglia matta.

Alla parete c'era una foto di via del Senato a Milano con tanto di canale!
Naturalmente era vecchia di un secolo perchè purtroppo quel canale fu ricoperto come tanti altri fino a rendere Milano da città di canali tipo Amsterdam e Venezia ad una normale città con un paio di residui canali nei pressi dei quali le case costano un occhio della testa e sono anche la sede della vita notturna milanese.
Peccato, immaginate cosa sarebbe oggi Milano con i suoi canali: più turistica di Firenze!

Tornando alla Florida a Orlando, visitammo almeno 4 dei tanti parchi divertimento fra i tanti a disposizione, spendendo circa 100.000 lire a testa al giorno solo per l'ingresso.
Ne valeva cmq la pena. Un gran divertimento per tutti!
La città ,in estensione, è una delle più grandi al mondo e con i parchi è vasta quasi come Los Angeles o l'Umbria.

Ci piacque molto Epcot Center e Future World con attrazioni futuriste e molto tecniche.

Disney World è solo più grande di Disneyland visitata a Los Angeles, copia di quella di Parigi.
Personalmente avevo già visitato due volte Disneyland di L.A. e Disneyworld presenta le medesime attrazioni con qualcosa in più.

Per chi avesse la fregola, vi consiglio invece Gardaland, più piccola, vicina e meno cara, ma altrettanto bella, anzi per certe attrazioni addirittura superiore.

Ci prese molto gli Universal Studios con gli effetti speciali e le tecniche cinematografiche, la visita delle ambientazioni di film famosi quali "lo squalo", "King Kong", la visione di film catastrofici con effetti connessi di terremoto, innondazioni, tornadi, scontri e incendi in metro, ma soprattutto i film in tre dimensione con l'uso degli occhiali speciali con l'impressione che topi, ragni, bisce ti arrivino addosso o fra i piedi. Impressionante!

Dopo Orlando ci dirigemmo sulla bella costa atlantica passando tutta una serie di città turistiche con lunghe spiagge di sabbia, pontili, volatili, alberghi,ecc..

Ci fermammo a passeggiare in spiaggia e a fare qualche bagno.
Il problema è trovare il posteggio. E' sempre tutto a pagamento anche fuori dal mondo.
Per un istriano come me è una sofferenza dover sborsare sempre.

Naturalmente ci fermammo a Cap Canaveral o meglio J.F.Kennedy Space Center dove passammo una interessante giornata con le varie visite guidate agli hangar che contengono gli enormi razzi e missili di tutti i tipi.

C'erano alcuni sulle rampe pronti al lancio per qualche settimana più tardi.
Ci sono dei canali vicini con un sacco di volatili a mo' di parco naturale.
Inoltre c'era il modulo del laboratorio spaziale in costruzione proprio con i pezzi italiani che sarebbero partiti da lì a poco per aggiungersi al mostro che sta crescendo anno dopo anno a qualche centinaia di km sopra le nostre teste.

C'è anche un enorme schermo cinematografico che ti fa partecipe dei lanci e preparativi, con le interviste agli astronauti e tutto il contorno dei tecnici.

In questo gli americani sono portentosi.
Anche nella prima mia visita americana, a New York nei pressi del Rockfeller Center ed in California avevo visto in schermo giganti filmati dei posti più belli del paese con tecniche speciali che ti fanno sembrare di essere dentro l'aereo, la mongolfiera, il battello, il motoscafo, l'auto sparata a 300 all'ora in diverse ambientazioni fantastiche dalle cascate del Niagara, alla baia di San Francisco, a Indianapolis, ai grattacieli di Manhattan,ecc....

Raccomando a tutti questi filmati, sono veramente spettacolari!

Nella costa atlantica passammo per ....Hollywood, si, proprio Hollywood che è una discreta città costiera di vacanza frequentata soprattutto da canadesi che si calano al sud in cerca del sole e che gli americani locali chiamano snowing birds (uccelli della neve).

Inoltre c'è la famosa Daytona Beach con la sua enorme spiaggia che è la sede di raduno degli appassionati di moto che arrivano da tutta l'America e non solo.

Inoltre la celebre Fort Lauderdale sede di raduno degli studenti di tutta America che arrivano a migliaia per festeggiare la fine dei trimestri di studio dai college ed università americane.
Questa città è molto particolare in quanto ci sono decine e decine di canali lungo i quali sono ancorati yachts e imbarcazioni di ogni tipo e dietro ci sono le ville favolose con giardini molto curati.

Puntammo poi all'interno dove andammo a visitare una riserva indiana. Niente di quello che potete immaginare. Si tratta di comunità furbe che potendosi amministrare in tutta autonomia hanno ben pensato di tirare su dei casinò proibiti all'esterno
(tranne nelle famose Las Vegas, Reno, Atlantic City e poche altre).
Il gambling o gioco d'azzardo è la passione degli americani.
Il massimo per un americano medio è lavorare tutta la vita come una bestia e poi venire a Las Vegas a spendere tutto in pochi giorni.
Ecco perchè LV è la città con il maggior tasso di sviluppo negli USA.

Gli indiani ne hanno approffittato e giù con le sale di bingo e slot machine.
Così sono diventati autosufficienti e alcuni, ben organizzati, perfino ricchi.

Inoltre hanno buone coltivazioni e campi ben curati, ma anche, come nel nostro caso, un parco naturale con alberi, piante e cespugli con indicazione del nome e l'uso per cure di antica tradizione.

Siamo poi passati alla bella costa del Golfo del Messico che è più lussuosa di quella atlantica.

Abbiamo visitato Tampa, una città non grande ma cmq con altissimi grattacieli, una parte antica e restaurata alquanta ridicola perchè commerciale al 100% e soprattutto la parte costiera con uno dei porti militari e commerciali maggiori dell'intero stato federale.

L'accesso è negato, comunque abbiamo percorso degli itinerari molto belli attraverso lagune, ponti, viadotti fino a raggiungere la vicina città di St.Petersburg dove oltre ad un bel molo pieno di ristoranti e negozi abbiamo visitato il favoloso museo di Salvator Dalì.

Una coppia americana di ricchi nababbi lo addottò negli ultimi anni e alla fine....si tenne tante enormi, coloratissime e geniali opere del grande artista, quadri soprattutto ma anche statue.

Ci siamo tutti innamorati del pittore pazzo e psichedelico e delle sue straordinarie opere.

Di seguito abbiamo visitato due località extralusso: Naples e Palm Spring 8quella del broglio elettorale di Bush).
Posti da miliardari con ville faraoniche e giardini da infarto, addirittura più belle di quelle favolose di Beverly Hills a L.A..
Cosa non si fa con i soldi!!

Fa piacere vedere che l'Italia fa la parte del leone in questi ambienti ricchi e sofisticati.
I nostri ristoranti, le gelaterie, i bar con il cappuccino nostrano ed il tiramisu sono molto trend e ricercati.
Poi ci sono i nostri celebri stilisti che hanno aperto le loro maison in loco approffittando della ricchezza dei nababbi locali e della loro propensione alla spesa in prodotti di lusso.


Proseguendo a sud siamo arrivati nel parco Everglades, quello dei canali e piante acquatiche, con alligatori e uccelli che si visita in battello o con le veloci imbarcazioni col motore enorme e strano.
Noi abbiamo preferito il battello per evitare il rumore infernale.
Peccato, col senno di poi ci siamo persi un'esperienza unica.
L'escursione in battello è stato poco interessante e oltretutto sia madre, sia figlia hanno patito il mal di mare.
Invece fu bella l'escursione più avanti in una delle isolette a sud di Miami.
Ricordo il fondo con il vetro ma i pesci non erano particolarmente colorati, nè numerosi e neppure i coralli. La cosa più spettacolare erano invece le mongrovie ed i canali con vari animali e uccelli e visita ad un allevamento di coccodrilli e foto con i cuccioli in mano.

Ero prevenuto su Miami in quanto avevo sentito parlare di tutti i pericoli legati soprattutto ad aggressioni nei confronti dei turisti fai da te che girano il paese in auto.

In effetti una volta corremmo questo pericolo, presso una stazione di servizio con fuga precipitosa quando mi accorsi che era chiusa ma un nero appoggiato all'ingresso stava facendo dei segnali ad un gruppo di compari in auto a poca distanza.

Per il resto tutto tranquillo, nonostante le paranoie che mi hanno in parte rovinato e fatto litigare con il resto della famiglia.

Miami è proprio un bel posto, forse il migliore degli USA con San Francisco e Los Angeles.
Spettacolare con i grattacieli del suo centro (down town), ma soprattutto le tante lagune, viadotti e ponti che collegano le varie sue parti.
La parte più bella è sicuramente Miami South Beach, con le sue case coloniali color pastello, le boutiques, i ristoranti dove si mangia a lume di candela, i bar, i locali che fanno soprattutto musica latino americana, le discoteche che non ho frequentato ma di cui sentivo la musica passando lungo Ocean Drive, la bella strada che costeggia la lunga e splendida spiaggia.

Una delle spiagge migliori al mondo fra quelle cittadine.
Ci sono le palme, i giardini, la spiaggia è totalmente libera e molto vivibile e piacevole.
Si passa poi a Miami centrale ed a Miami North Beach dove hanno costruito non solo grattacieli avveneristici, ma ville e palazzi residenziali in mezzo a parchi e giardini curatissimi fra lagune e canali, con ville e shopping centers di lusso.

Ci sono anche economici hotel a due piani, motels e fast food alla portata di tutti.

Abbiamo visto anche la bella villa di Versace proprio su Ocean Drive con la scalinata fatale dove il grande stilista è stato assassinato.

Quindi siamo andati in giro per la città visitando anche Little Cuba un rione pieno di cubani espatriati e di negozi economici.

Percorrendo strade panoramiche a 4 corsie abbiamo visitato una zona esclusiva di ville fantastiche con giardini da sogno, un enorme hotel frequentato negli anni trenta da divi del cinema e mafiosi e la villa Vizcaya.
Penso si tratti del fondatore o parente del celebre Banco Bilbao Vizcaya.

E' una villa coloniale fantastica, bianca con un parco giardino favoloso, affacciata sul mare con una imbarcazione veneziana in pietra, mobili antichi e stanze da sogno.

Quindi abbiamo preso la superstrada che attraversa con pontili e viadotti le isole Keys
rovinandole completamente anche se la vista è panoramica e si raggiunge comodamente l'ultima e più famosa, il posto più meridionale e caro degli USA: Key West.

KW è una bella isola con una bella spiaggia che guarda Cuba a sole 90 miglia.
Vi avevano costruito negli anni 30 una ferrovia che da Miami raggiungeva Key West e da qui c'erano le navi per proseguire fino a Cuba sede di vizi e stravizi (casinò, mafia e prostituzione) prima della rivoluzione di Fidel Castro & Co. e purtroppo sta tornando in quella direzione dopo 50 anni di regime comunista.

Causa un tornado la ferrovia è andata distrutta, ma i ponti residui sono rimasti a rovinare l'impatto ambientale!

Kew West mi ha in parte ricordato New Orleans, stessi locali per la musica jazz, blues ma anche rock. Tantissimi negozi di souvenir e di t-shirt ridicole e buffe.

C'è la bella casa coloniale di Ernst Hemingway e di un Presidente americano che si era ritirato alla fine del mandato in questa bella località.

Ci sono enormi transatlantici ancorati al molo da cui scendono migliaia di croceristi.

Al tramonto si celebra tutti assieme in una piazzetta di fronte al mare la fine della giornata con tanta musica, bevute ed abbuffate, giocolieri e saltimbanchi.

Mia figlia se la prese con un francese che faceva esibire i gatti e gli fece la predica.

Ci sono simpatici hotel con piscina piuttosto cari ma non impossibili e la vita è decisamente piacevole. Un posto da raggiungere a tutti i costi