6.2.06

.ALGERIA













A novembre   1989parto solo col gruppo Arca Enel per un bel viaggio di 10 giorni in Algeria.

La mia compagnaCarmen, incinta di nostra figlia che nascerà due mesi dopo, deve rinunciare al viaggio già prenotato a Primavera e mi convince a farlo da solo.

E' stato un viaggio indimenticabile, la mia prima e finora unica esperienza di tour in fuoristrada nel deserto.
Non è quello classico con le dune di sabbia, ma di roccia dell'Hoggar Tassili, nel profondo sud dell'Algeria a ben 4 ore di volo dalla bella capitale in stile francese.

Il viaggio è preparato ed organizzato dalla compagnia elettrica algerina nell'ambito di uno scambio di viaggi con la compagnia elettrica italiana.

Pertanto siamo trattati alla grande e tutto funziona perfettamente.

Visitiamo l'interessante capitale con i bianchi palazzi europei, la medina araba, il Museo della rivoluzione estremamente interessante perchè mette in luce l'avvenimento che ha dato luogo all'indipendenza del paese con grande partecipazione delle donne algerine, le più libere ed emancipate del mondo arabo.

Purtroppo negli anni successivi ci sarà la terribile guerra civile con centinaia di migliaia di morti.

Tamanrasset si presenta come un enorme accampamento fortificato nel deserto.

Le case sono tutte nascoste dentro mura e cortili impenetrabili.

Iniziamo il nostro tour a bordo delle land rover con autisti tuareg e cuoco arabo, l'unica nota stonata, ma comica del gruppo.
Infatti l'uomo avrà continui conflitti con le guide tuareg per la sua pigrizia e mancanza di puntualità e con noi per la mancanza di igiene.

Siamo comunque sopravissuti senza problemi, bivaccando attorno al fuoco e divertendoci un sacco.
Il gruppo è composto per la maggior parte da sindacalisti torinesi simpaticissimi come mai mi sarei aspettato dai solitamente seri piemontesi.

Ridiamo da mattina a notte inoltrata.
In particolare c'è un simpaticone che di mestiere fa il rappresentante che gira per il deserto con il suo valigione rosso in plastica dura Samsonite:
Fa il comico e cabarettista, durante tutto il viaggio, spalleggiato da una coppia simpatica di matti.
Poi mi ci metto anch'io che tiro fuori la pazzia tipica dei triestini che non perdono occasione per scherzare e fare battute a raffica.
Insomma un divertimento unico.

Lo spettacolo del deserto di roccia è impressionante: guglie color rosso bruno pari alla Monument Valley americana, archi naturali, una serie impressionante di disegni e scritte sulle pareti risalenti all'epoca in cui la zona era popolata da animali di ogni sorta e da una natura rigogliosa prima di diventare il deserto arido, ma vivo che è oggi.

Visitiamo anche l'eremo di Pere Foucault, missionario francese morto assassinato dopo una vita avventurosa e di assistenza alle popolazioni locali.

Non ricordo i nomi delle località visitate anche perchè non abbiamo incontrato alcun paese o villaggio ma solo vallate rocciose di estrema bellezza.

Abbiamo incontrato solo occasionalmente le dune di sabbia che uno si aspetta nel deserto, dato che queste sono più in direzione est verso Djanet ed il confine con la Libia che vorrei visitare in un prossimo viaggio.

Abbiamo assistito ad una eccezionale festa tuareg con la gara dei cammelli lanciati al trotto da tuareg bardati da principi con in mezzo le donne sedute e urlanti con il tipico ululato arabo.

Di ritorno al nord abbiamo visitato le rovine romane della città di....nei pressi di Algeri con mosaici molto belli e siamo incappati in un piccolo terremoto.

Inoltre al sud avevamo avuto una incredibile notte di pioggia.

Avevo un ombrello portatile il cui manico spuntava fuori dalla zaino che tutti additavano prendendomi in giro.
Fui l'unico a potermi riparare e rimanere asciutto, rivalendomi finalmente sui miei compagni increduli.
Dormivamo infatti sotto le stelle, nei nostri sacchi a pelo, senza tenda.
La temperatura di giorno era stupenda, sui 20/25 gradi secca mentre la notte faceva freddino, ma senza esagerare.

I tuareg ci insegnavano i segreti del deserto, ci facevano assaggiare il pane cotto nel terreno ed il loro te speciale versato nei bicchieri dall'alto con una cerimonia suggestiva.

Spero di ritornare ancora nel deserto che è estremamente affascinante.

Ci si sente a contatto con la natura e si ha modo di meditare in profondità, ammirando un cielo stellato da mozzafiato.




























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