10.5.11

MAKEDONIA greca- CALCIDICA

E' una penisola imponente con un corpo centrale piatto e tre enormi dita che si protendono nel mare: Kassandra, Sithonia e Monte Athos o Agio Oros.
Si trova a est di Salonicco ad un paio d'ore di Pullman che partono dal terminal per la Calcidica nella zona sud della città a poca distanza dall'aeroporto. Si può prendere un autobus dalla stazione centrale verso questo terminal, purtroppo perso quello delle 7.15 ho dovuto aspettare fino alle 10.00 ed ero così esasperato da questa lunga attesa da meditare di lasciar perdere la Calcidica e andarmene a Istanbul.
Infatti avevo trovato non lontano dalla stazione centrale una compagnia che collega Salonicco a Istanbul con pullman al costo di 45 euro, ma la durata del viaggio è di ben 10 ore con tre partenze, di cui due notturne che permettono l'arrivo nella metropoli turca verso l'alba.
Decido di rimanere in Grecia e constato che anche le tre penisole della Calcidica sono di difficile accesso, almeno nella stagione bassa. Bisogna arrivare a Poligiros, la capitale nella parte alta e tozza e poi cambiare pullman a seconda della destinazione finale.
Scelgo la prima coincidenza disponibile che si dimostra un'ottima scelta dato che mi conduce a KALLITHEA una cittadina simpatica a pochi km a sud nella costa settentrionale all'interno del golfo di Kassandra.
Giunto nella cittadina dopo un piacevole viaggio e bei paesaggi verdi con campi coltivati a olivi, vedo una stradina che porta al mare sottostante e la percorro fino ad arrivare alla spiaggia. C'è un grande albergo a 4 stelle ma vuole 51 euro per la camera singola, così proseguo e vedo alcune palazzine più basse con insegne di taverna-albergo. Un signore scende da un gippone e mi offre una camera a 25 euro nel suo albergo-ristorante con terrazza a vista sul mare e spiaggia prospiciente. Dato che il tempo si è rimesso, decido di fermarmi due notti e di godermi il mare.
Infatti trascorro tutta la giornata in spiaggia e faccio delle ottime nuotate nell'acqua freddina ma invitante e dal colore celeste-azzurro come in..Costa Azzurra.
La sera salgo in paese e mi godo un'ottima cena alla taverna di Elena, frequentata anche da locali, il chè è garanzia di buona cucina. Sardelle e insalata greca, tanto per non cambiare. Dolce offerto e simpatica chiaccherata con tre trentenni locali che scoppiano a ridere e mi danno pacche sulle spalle quando paragono il dolce offerto dalla casa al culo di Elena, la bella mora che ci serve e che mette in evidenza le sue procaci forme con aderentissimi jeans, come tutte le greche di bell'aspetto che incontro nel viaggio.
Il giorno successivo decido di fare qualche escursione dato che il tempo è peggiorato. Kassandria è a pochi km da Kallithea a la raggiungo a piedi, almeno ci provo ma poi desisto e faccio l'autostop. Sono fortunato: si ferma subito un simpatico locale che mi lascia al centro della cittadina, piuttosto insignificante, con una piazzetta, una chiesa non eccezionale ed una via pedonale.
In compenso mangio bene, spendendo poco alla taverna locale: souvlaki e insalata greca. Bevo l'ouzo in un altro bar e mi portano un piatto con assaggini vari: 3 euro!
Rientro col bus e provo a raggiungere Kalandra, cognome di un mio amico triestino di origini siciliane la cui famiglia probabilmente aveva a che fare con questa località, magari qualche millennio prima!
Anche Kalandra mi delude: una piccola cittadina in collina, con al centro una chiesetta che sembra antica ma è chiusa alle visite. Dalla cartina vedo che il mare è poco distante, così m'incammino verso Posidi che raggiungo dopo un'oretta di percorso poco interessante. Ci sono varie villette a schiera in costruzione, insegne pubblicitarie in lingua italiana per le vendite e forse anche imprese italiane impiegate nei lavori.
Posidi è piuttosto bruttina, con una spiaggia sporca, piena di detriti portati dal mare e tante bottiglie di plastica che sono il disastro che si vede dappertutto. Alcune donne stanno spazzando le strade e sono in corso dappertutto, come a Kallithea, le pulizie, le pitturazioni per la prossima riapertura stagionale e l'arrivo dei primi turisti di cui io rappresento l'avanguardia.
Torno a Kallithea e mi godo le ultime ore di sole che fortunatamente è riapparso.
La sera ceno al ristorante vicino, sempre a base di sardelle ricche di Omega 3 che fa tanto bene contro il colesterolo e la depressione.
C'è una comitiva greca che sta mangiando accanto a me, sono mezzi ubriachi e stanno ridendo da matti tra un bicchiere di retzina che mescolano orrendamente con la Coca-Cola perchè si beve meglio (a loro dire!), l'ouzo e un altro digestivo-cognac molto celebrato di cui non ricordo il nome e che non ho mai provato.
Più tardi il padrone del ristorante che la mattina successiva, alla partenza del pullman, trovo fotografato in un cartellone pubblicitario con il suo codino di capelli, una moda imperante fra i quarantenni-cinquantenni greci forniti ancora di fluenti capelli, mi invita al dopocena ancora a base di retzina e ouzo in cui eccedo al punto da sentirmi male e di farmi venire un mal di testa insopportabile il giorno dopo.
Kassandra è più turistica e fornita di alberghi e discoteche mentre Sithonia, la seconda penisola è più verde e rilassante con tanti campeggi.
La salto perchè oramai i giorni rimasti sono pochi e decido di puntare al Monte Athos, ossia Agio Oros, quasi una repubblica indipendente, con tanti monasteri, una sola strada breve e centrale tra Dafni e Karies, nel cuore della penisola i cui monasteri si raggiungono in vaporetto da OURIANOPOLI (città di Urano) all'imbocco della penisola.
Su indicazioni locali ero andato al centro religioso del Monte Athos in una piazzetta di Salonicco a pochi passi dall'arco per avere il permesso necessario per entrare ai monasteri, il cui accesso, tra l'altro, è proibito alle donne!
Niente da fare: il gentile funzionario mi faceva notare che bisogna prenotare sei mesi prima e che potevo tentare telefonando nel caso qualcuno avesse rinunciato nei giorni successivi.
Arrivo ad Ourianopoli alle 13.3O dopo due cambi di bus, a Poligiros e Agio Prodromos, per fortuna con coincidenze e faccio amicizia con due ragazzi greci, Stratus e Sotiris che stanno andando nella stessa direzione.
Mi invitano a seguirli al monastero dato che hanno prenotato tre notti in una camera per tre ed un loro amico aveva rinunciato l'ultimo momento. Sembra che la fortuna mi assista e premi la mia insistenza e invece....appena arrivati scopriamo che l'ufficio dove ci si deve registrare per avere il permesso definitivo, ha chiuso solo mezzora prima alle 13.00 e vanno a buca i tentativi per un contatto alternativo. Decidiamo così di dividere il costo di una camera a tre letti che una simpatica signora ci offre nella sua pensione proprio di fronte al centro religioso di prenotazioni al prezzo di 30 euro.
Bighelloniamo in giro per la simpatica cittadina piena di negozi che vendono icone e bottiglie di vino assieme! gioiellerie e tanti ristoranti che fanno a gara per attirare i pochi turisti con i buttadentro che magnificano le specialità locali ed i bassi prezzi.
Così ci fermiamo a pranzare in un ristorante sul lungomare, conquistati da un simpatico albanese ruffiano che parla 5 lingue, compreso l'italiano; lo minaccio scherzosamente di soffiargli il posto dato che anch'io conosco altrettante lingue e mi sto impratichendo parecchio anche con la sesta: il serbo-croato!
I ragazzi, a corto di denaro (pensavano di non spendere dato che i monasteri danno vitto ed alloggio gratis) mangiano dei panini kebab a 2 euro l'uno, io invece non mi faccio mancare le sardelle e l'insalata greca e offro la retzina.
Vorrei andare in spiaggia ma i giovani propendono per il bar elegante oltre il palazzo- torre antica che è l'unica attrazione del posto e che ospita un interessante museo accanto al molo dal quale partono le imbarcazioni dirette verso la penisola dei monasteri.
Di fronte ci sono anche tre isole, di cui una molto frequentata e turistica, con buone spiagge, ma che si raggiunge da un altro porto nei pressi di Ierissos, qualche km prima di Ourianopoli.
Ci beviamo un frappè-caffè che in tutta la Grecia va per la maggiore, ascoltando buona musica di sottofondo e venendo a sapere che la sera è previsto un concerto con musica dal vivo bouzuki, quella di Zorba il greco per intenderci.
Ceniamo al solito ristorante, loro sempre i panini kebab ed io a base di souvlaki e mousaka e poi mi ritrovo stanco e assonnato, dato che in tutto il viaggio ho preso abitudini spartane: a letto prima delle 22.00 e sveglia il mattino presto all'alba verso le sei!
I giovani invece scalpitano per fare le ore piccole e ci salutiamo. Li sentirò rientrare tardi e mi diranno che la musica era orribile con una cantante impossibile da ascoltare.
Ci rivolgiamo al centro religioso per il permesso, ma vengo rifiutato in quanto...boh! se fossi stato greco e ortodosso potevano cambiare il nome col padre dei ragazzi e sarei passato, ma essendo italiano e cattolico tutto diventa complicato e burocratico. Insomma devo rinunciare e salutare i ragazzi che partono dispiaciuti. Anch'io, ma poi mi convinco che forse le spiagge intravviste fuori dal paese potevano essere altrettanto interessanti, rispetto alle decine di monasteri ortodossi già visitati in Bucovina, Bulgaria ed in giro per i Balcani.
Poi gli ortodossi cominciano a starmi sulle palle: sempre a baciare le icone, a farsi innumerevoli segni della croce, a ingoiare le particole offerte dal pope con un unico cucchiaio che viene introdotto profondamente in bocca, senza alcun riguardo per l'igiene. E come se ciò non bastasse la loro pretesa di superiorità nei confronti di noi cattolici che avremmo cambiato nel corso della storia dal cristianesimo originario. Sono sempre stato molto laico e contrario a tutte le religioni, causa principale a mio avviso, di tanto odio e separazione, violenze, guerre e milioni di morti.
Questi poi mi sembrano piuttosto fanatici, quasi quanto i loro avversari mussulmani e pertanto protendo per la spiaggia libera dove trascorro un'ottima giornata in una caletta deserta che mi permette di spogliarmi totalmente, lontano da sguardi indiscreti e dar sfogo alla mia voglia di contatto diretto con la natura, insomma il naturismo da me praticato per anni nella mia Istria nativa, ma anche nella mia residenza di Sistiana alle porte di Trieste che ospita la famosa spiaggia naturista della Costa dei Barbari, proprio sotto casa mia.
Sotiris e Stratus mi avevano promesso di ritornare il giorno successivo e mi invitavano a casa loro in un paesino sul mare a ridosso di Kassandra per passare gli ultimi giorni della mia vacanza, prima della partenza del mio volo per Milano, previsto per la mattina del 4 maggio.
Ci avevo fatto un pensierino, curioso di conoscere la loro famiglia di sei persone, altri due fratelli ed i genitori che campavano vendendo sigarette in uno spaccio di loro proprietà.
Personalmente li ringraziavo invitandoli a non rinunciare al loro programma spirituale e infatti non li rividi e mi rassegnai a passare ancora una giornata in quella simpatica cittadina approfittando del tempo buono e delle belle spiagge, dell'ottimo ristorante di cui ero oramai cliente assiduo al punto da conoscere tutto il personale (una simpatica romena, l'abanese con aspetto da play-boy, il semi boss ed l'austero boss vero e proprio).
L'ultimo giorno, per l'ennesimo voltafaccia del tempo, tornato al brutto, decidevo di prendere il pullman delle 8.15 che mi riconduceva direttamente a Salonicco questa volta senza altri cambi.
Riposta la macchina fotografica esausta dagli 1.500 scatti, passavo l'ultimo giorno in giro per Salonicco, cercando di capire la realtà locale aldilà degli interessi prettamenti turistici. Trovato un ottimo albergo a tre stelle, in una via laterale e tranquilla dietro la centrale via Egnatzia, l'Augustus Hotel, allo stesso prezzo dell'altro, 35 euro, l'Hotel Rex di qualità nettamente inferiore, passavo le ultime ore di questo viaggio lungo un mese, con la preoccupazione del peso del bagaglio eccessivo che Ryanair poteva contestarmi obbligandomi all'imbarco e relativo check-in che che mi avrebbe comportato un aggravio di costo di 40 euro. Invece preso l'autobus 78 raggiungevo in meno di un'ora l'aereoporto Makedonia col biglietto da 0,80 euro, perquisito personalmente con tanto di palpaggio corporale, (immagino dovuto ai timori di attentati successivi al recente assassinio di Osama Bin-Laden), ma Ryanair mi risparmia i controlli peso-misure della mia valigetta e in due ore mi ritrovo a Bergamo-Orio al Serio felice di tornare a casa per la stanchezza, contento di un bel viaggio durato un mese attraverso 8 paesi balcanici dopo aver speso circa 1.500 euro e cambiato una quindicina di alberghi e località, esser saltato da un pullman all'altro nel corso di questo lungo e soddisfacente itinerario balcanico che consiglio a tutti.




























GRECIA DEL NORD

Raggiungo FLORINA da Bitola in taxi in quanto non ci sono mezzi pubblici che collegano la Macedonia slava alla Macedonia greca, credo per problemi legati al nome della repubblica slava che i greci considerano di loro spettanza al punto d'aver intestatato Makedonia anche l'aereoporto di Salonicco.
Florina è una bella città moderna con piccole piazze fornite di giardini e palazzoni tutti uguali con enormi terrazze, tanti negozi e bar all'aperto.
Faccio un giro nel paio d'ore che mi separano dalla partenza del pullman per le Meteore. Vedo una bella chiesa ortodossa abbastanza recente ed un fiume canale ai bordi del centro. Mangio una pizzetta in un bar conversando con un cliente giovane e la simpatica gerente.
Il percorso verso le Meteore è piacevole, belle colline verdi e campi estesi e coltivati a differenza degli altri paesi precedentemente visitati che sembrano incolti.
Arrivo a Kalambaka, la cittadina a ridosso delle Meteore il tardo pomeriggio e rimango incantato dallo spettacolo delle imponenti montagne rocciose che sovrastano l'abitato.
Trovo una camera con vista sui colossi rocciosi al quinto piano senza ascensore, ma per soli 25 euro e mi avvio verso il sentiero che conduce al primo monastero.
Il percorso è facile e piacevole, con la pavimentazione in acciottolato circondato da cespugli verdi e piccole rocce che anticipano i giganti successivi.
Incontro dei turisti che stanno rientrando ed una gentile signora inglese mi informa che stanno chiudendo il monastero alle 17, ma che si riesce a visitare il giardino. Mi affretto e intravedo la scalinata ed il sentiero scavato nella roccia. Arrivo davanti all'ingresso proprio mentre un signore si appresta a chiudere il portone. Lo prego di permettermi un ingresso rapido per cogliere il paesaggio e scattare qualche foto e riesco a convincerlo solo dopo aver insistito a lungo.
Il monastero è piccolino, sembra una casetta vecchia e trascurata, circondata da una prato e qualche alberello. In compenso la vista è straordinaria, sul paese e gli altri massicci rocciosi, in particolare quello a nord che ospita il monastero maggiore che si raggiunge a piedi in un paio d'ore percorrendo un sentiero che si prende dopo aver salito il costone attraverso alcuni tornanti. Si intravedono pullman e auto parcheggiate in alto proprio alla partenza del sentiero che decido di percorrere la mattina successiva.
Faccio un'ottima cena in una taverna greca, sembra l'unico posto aperto dei tanti che aspettano l'arrivo dei turisti nell'entrante stagione turistica.
I prezzi non sono quelli dei Balcani, ma cmq non eccessivi: 17 euro per un'ottima mousaka (la parmigiana a base di melanzane e carne trita) ed i souvlaki (spiedini di vitello) oltre a mezzo litro di retzina (vino bianco greco servito freddo e che prende il nome dal legno delle botti che lo maturano). Come digestivo il solito ouzo a base di anice che si diluisce con l'acqua dato che è decisamente forte.
Purtroppo il risveglio il mattino successivo è deludente in quanto il cielo è coperto di nuvoloni nerissimi e minaccia temporale da un momento all'altro.
Decido quindi di partire per Salonicco col treno delle 7.45 che è pieno di studenti e di pendolari che vanno a raggiungere la seconda città greca a circa due ore e mezza di distanza.
Durante il percorso tante campagne coltivate, un impianto enorme che sembra nucleare ma invece produce energia per tutta la regione bruciando carbone ed il Monte Olimpo, il più alto della Grecia, circa 3.000 mt e sacro agli dei che però non distinguo in quanto il cielo è coperto da nuvole basse.
Per fortuna a Salonicco il tempo è migliore e dopo aver trovato un albergo per 35 euro di fronte alla stazione ferroviaria e dei pullman, inizio la perlustrazione di questa enorme città di circa 1,5 milioni di abitanti.
Non proprio una bellissima città, ma abbastanza interessante. E' prima di tutto un grande porto con un lungomare che si percorre a piedi percorrendo un largo marciapiede dal quale si scorge con orrore l'acqua sporchissima, probabile effetto del lavaggio delle cisterne delle petroliere, in quanto l'acqua ha un colore rossiccio e maleodorante. Peccato proprio! Dovrebbero punire i criminali che rovinano il mare in questo modo e mi chiedo come vi ci possa pescare dentro.
In fondo alla passegiata una torre antica enorme e cilindrica, trasformata in museo e nel mezzo del parco adiacente la statua colossale di Alexandros Omega a cavallo, ossia Allessandro Magno, il grande imperatore macedone che partendo da queste terre aveva costituito uno dei maggiori imperi della storia: tutto il bacino del Mediterraneo, il Medio Oriente, la Babilonia, arrivando fino in India dove venne sconfitto e morì giovane in seguito ad un'infezione contratta in quel lontano paese.
S Salonicco è costituita da una sterminata distesa di palazzoni recenti terrazzati a 5 piani che salgono le colline basse, ma con parecchie impronte datate: tante chiese ortodosse antiche in mattone rosso, alcune a livello un paio di metri più in basso, pezzi delle mura antiche che circondavano il nucleo originario che si intravvedono in vari punti e che nella parte alta sono in fase di restauro.
Ci sono due enormi siti archeologici in centro: il forum e ciò che resta del palazzo dell'imperatore Galerio Massimiano. Spettacolare la cattedrale ed i resti di un arco con bassorilievi in marmo bianco di un certo pregio con scene militari.
La via principale porta il nome di un'antica via romana che passava dalla città: Egnatzia, la via dello shopping con tanti negozi soprattutto di vestiario, ma a prezzi contenuti. Al centro di questa via opprimente e molto trafficata un'interruzione perpendicolare con un parco al nord, uno dei pochissimi di questa città di cemento ed un vialone che arriva al mare al sud e che è intitolato ad Aristotele, il celebre filosofo greco rappresentato ai bordi di una grande bar caffè da una statua di lui seduto con pergamena in mano. Belli gli enormi edifici bianchi ai lati: colonne altissime stile....greco ed un'architettura molto particolare, sono parte dell'Università locale e di un grande e lussuoso albergo.
Ai lati di questo Mall c'è il bazar-mercato, molto affollato diviso per generi alimentari, carne, pescheria, frutta e verdure e altri generi, vestiario e mercanzie di ogni tipo, ma anche simpatiche taverne che offrono soprattutto piatti di pesce.
Non riesco a trovare la mousaka e mi accontento di mangiare un piatto di ottime sardelle con l'insalata greca, pomodori, cetrioli, cipolla, olive nere e tanto formaggio feta. Retzina e ouzo e dessert delizioso (crema di formaggio con dolci turchi). La taverna Metaponto, questo il nome, è nella parte vecchia di Salonicco a pochi isolati dall'Aristotelus. Una zona molto interessante, con parti restaurate ed altre lasciate andare, occupate da taverne, pub e soprattutto discoteche molto pittoresche con murales e insegne rockettare dove probabilmente l'atmosfera è molto caliente di notte ed il rumore fragoroso.