6.2.06

CUBANITE














Ciao
credo di aver passato una crisi di sette anni prima di riprendere a viaggiare...alla grande.
Non rinnego quegli anni trascorsi a visitare l'Italia ed il bacino del Mediterraneo che, ripeto
ancora, considero una delle parti più belle del nostro pianeta.
Finchè arrivò Cuba e....la cubanite!
Cinque viaggi, cinque, a scoprire l'isola fantastica, la sua gente simpaticissima, il suo regime unico al mondo.
Il primo viaggio è stata la solita evasione di una settimana a prendermi una pausa dalla stess d'ufficio.
Un affare di last minute, all inclusive in un albergo a 4 stelle a Varadero.
Quattro piscine, quattro ristoranti, lo spettacolo serale, il giardino esotico, la bella spiaggia, i corsi di samba, mojito, cuba libre, daikiri a gogò e anche una simpatica compagnia cui mi ero aggregato.
Dopo qualche giorno hai voglia di uscire a conoscere la gente del posto che non può arrivare perchè il dittatore ha deciso così, prendendo a scusa un incidente con morto ma avendo come obiettivo il tenere separati i suoi malcontenti cittadini ed i ricchi turisti.
Le escursioni sono carissime, prendo solo una da 70 dollari che ci porta in catamarrano in giro per le isole, ad un delfinario dove fanno spettacolo con questi animali simpatici e intelligenti, pranzo a base di aragosta, tanto alcol, sole, compagnia internazionale e tanta allegria con l'equipaggio specializzato in ciò.
Esco da Varadero, prendo la corriera di via Azul che si paga in dollari e raggiungo la capitale Avana. Scopro una bella città coloniale, decadente con le case che implodono, il Malecon in restauro con soldi che arrivano dall'estero, il centro storico con forti e chiese d'epoca, locali con orchestrine che suonano un'ottima musica, la bella cattedrale, la Bodeguita del Medio, locale dove Ernest Hemingway andava a ubriacarsi di mojito e il Floridita dove beveva il daiquiri.
Poi la Piazza della Rivoluzione con l'effige gigante del Che, il Museo della Rivoluzione, insomma sa tutto di vecchio, stantio, dimenticato mentre i problemi economici incombono ed i giovani non ci credono più e vogliono solo scappare.
Sopravvive il mito del Che, celebrato e sfruttato in mille gadget oltrechè nelle solite t-shirt.
I cubani cercano un aggancio per guadagnare qualche dollaro e cercare uno sponsor per una eventuale rimessa o per riuscire a sfuggire dalla miseria e oppressione.
Non sanno che nei Caraibi stanno quasi tutti peggio di loro, senza la loro istruzione che li fa arrivare gratuitamente alla laurea e senza la sanità gratuita che è una conquista non da poco.
Purtroppo la scontentezza impera a fronte dei problemi quotidiani del sopravvivere.
Decido di ritornare e infatti l'anno successivo compro solo il volo di andata e ritorno e vado in solitaria a scoprire la bella isola.
Arrivo a Santiago, la seconda città, quasi all'estremità est.
Mi ricorda in tutto e per tutto la brasiliana Bahia, stessa razza, (i discendenti africani degli schiavi portati dall'Africa per le coltivazioni della canna da zucchero) stesso condomblè, stessa cucina, caffè, carnevale, musica, ballo con sottili differenze.
Ricorda anche Napoli. Santiago è anche la città rivoluzionaria, con un bel forte dove celebrano tutti i giorni i riti del tramonto con il cannone che spara quando il sole tocca l'orizzonte.
Parto in corriera per Baracoa che diventerà una delle località preferite assieme a Trinidad e Vinales.
Baracoa è la città più antica di Cuba, il posto dove scese Colombo cui i cittadini hanno dedicato un busto enorme di legno arancione sulla punta del Malecon, vicino al vecchio forte che conserva un interessante museo d'epoca.
Alle spalle della città una montagna dalla forma strana di incudine, notata dallo stesso Colombo.
Sui contrafforti del monte el Yunque c'è un parco di estrema bellezza che ho raggiunto in bicicletta, pedalando attraverso una campagna deliziosa, con vegetazione tropicale rigogliosa, piante di banane, caffè, cacao e cocco (la città delle tre c).
Ci sono casette in legno con bei giardinetti ed i balconi con le immanchevoli sedie a dondolo dopra le quali i cubani usano trastullarsi ore ed ore.
Si incontrano molti fiumi ricchi d'acque a volte pericolose e invadenti a seguito delle piogge torrenziali o dei più pericolosi uragani che devastano soprattutto l'est del paese, la bella provincia di Pinar del Rio, regione del tabacco e dei tifoni.
Baracoa è una cittadina semplice e apparentemente insignificante.
Chi scappa subito sbaglia alla grande. Ha la più bella natura dell'isola, in tutte le direzioni la campagna, i fiumi, le montagne, le spiagge lasciano a bocca aperta il turista paziente che vi si addentra.
Si può girare in taxi, con escursioni guidate o in bicicletta come il sottoscritto che ha percorso centinaia di chilometri in tutte le direzioni, ritornando una seconda volta per completare il giro eccezionale. All'estremità est c'è un fiume, Uyuri che si addentra all'interno formando una specie di canyon che si visita in barca e poi a piedi, incontrando grotte dove alloggiavano gli indios locali.
Ci sono spiagge selvagge con pochi frequentatori e con locali che ti vendono frutta esotica, e pesce appena pescato e fritto o alla griglia per pochi dollari.
La mia guida è stata Jolanda una simpatica vedova che mi ha invitato a casa presentadomi la famiglia, il nipotino appena nato e facendomi trovare finalmente la corteccia del macho mango.
A quei tempi avevo problemi di prostata ed avevo letto che a Cuba si curano da secoli bevendo infusi di corteccia dell'albero mango maschio. Non ero riuscito a trovarlo, nonostante l'avessi chiesto più volte fino a quel giorno nel cortile di casa di Jolanda. Il figlio mi tagliò col machete una borsa intera di corteccia che usai per qualche tempo risolvendo il mio problema.
Cuba sta diventando importante per la biotecnologia che sta soppiantando il turismo quale risorsa primaria. Ci sono ottimi medici che vengono inviati in vari paesi poveri d'America, producono farmaci e brevetti all'avanguardia e ultimamente sulla scia di scoperte importanti e del costo irrisorio della mano d'opera vi si sono insediate multinazionali farmaceutiche che vi hanno trovato il proprio eldorado.
Anche il mio problema al nervo sciatico è stato felicemente risolto da un fisioterapista cubano che mi ha visitato, massaggiato, applicato una cura con lampada calorica e insegnato una preziosa ginnastica mattutina che esercito da allora con successo, nel senso che non ho più i disturbi e dolori che mi avevano tormentato per tanto tempo.
La gente di Cuba è straordinaria. Naturalmente cercano il proprio tornaconto e noi rappresentiamo il loro salvacondotto. Ciò comunque può risultare piacevole e conveniente anche per il visitatore, a parte qualche furbone che esagera con le sue pretese di portarti di qua e di là per le sue commissioni.
Ci sono le ragazze che si offrono al turista, spesso anche ragazzine molto giovani che il regime sta giustamente impedendo con pene severe.
Bisogna evitare i tipi che si incontrano per strada e che ti fanno mille proposte.
Sono solo fregature.
Detto questo il cubano è molto simpatico, allegro, disposto ad aiutarti per pura solidarietà, poi se ci scappa la bevuta o il regalino, va bene così.
Sono rimasto in panne con la bicicletta forata e mi hanno aiutato senza volere il mio denaro.
Mi hanno cucito lo zaino rotto e mi hanno invitato a casa loro offrendomi di tutto.
Ho dormito nelle case particular, ossia le case che offrono camere a pagamento dove conosci la famiglia e mangi con loro pagando importi inferiori ai pochi ristoranti pubblici ed a quelli privati, i paludar.
A Baracoa c'è una piccola Casa de la Trova, che nella mia esperienza è il locale migliore di tutta Cuba. C'è un presentatore simpatico che è una macchietta e gruppi di giovani ed anziani che si alternano per darvi piacevoli serate di musica e ballo cubano, allietato dai loro cocktail favolosi o dalla birra locale.
Da Baracoa mi ero messo in testa di raggiungere via nord la località turistica di Guardalavaca che poi è solo una bella spiaggia con albergoni turistici con piscina a 50 km a nord dalla città giardino di Holguin.
Il viaggio fu avventuroso e costoso perchè i mezzi pubblici non andavano da quella parte, così dovetti convincere un taxi collettivo a prendermi con sè (era proibito e pericoloso per loro con multe e sequestri patente e mezzo incluso).
Fummo fermati dal caballito (il poliziotto in moto) che però.....era dei nostri e dietro mancia chiuse un occhio, anzi entrambi.
Presi un taxi privato e illegale per Moa, la città con un fabbricone mostruoso e puzzolente, costruito dal Che, guidato da un nero enorme che aveva combattuto in Angola e che per ingannare i controlli entrava ed usciva da certi cortili dei condomini periferici.
Alla fine un pulmino enorme con aria condizionata che mi costò una cifra per raggiungere l'agognata località bella ma impossibile perchè carissima, con camere d'albergo a 50 dollarinper notte. Fortunamente convinsi una famiglia ad alloggiarmi per 10 dollari nella loro casa nel paesino di pescatori adiacente e passai tre giorni rilassandomi nella bella spiaggia, mangiando pesce tutti i giorni e passando le serate nella bella discoteca frequentatissima dalle bellezze locali.
Con pulman turistico cercai di raggiungere Santa Clara, la città del Che e del suo monumento e mausoleo. Mi dissero strada facendo che era chiuso per lavori, così proseguii per Sancti Spiritus una bella città coloniale con case e chiese d'epoca restaurate in un bel contesto che è di poco inferiore alla splendida e vicina Trinidad, il mio gioiello cubano.
Pur essendo la città più frequentata dal turismo, rimane una piacevole e bellissima località sotto vari punti di vista.
Prima di tutto le sue case con soffitti alti e mobili d'epoca, la sua Plaza Mayor con la chiesa, il Museo Romantico (il migliore di Cuba che raccoglie mobili e suppellettili d'epoca e di gusto...romantico) le sue panchine in ferro battuto bianco, i suoi giardinetti e lampioni d'epoca e la scalinata lungo la quale la notte si raccoglie la miglior gioventù ed i turisti a bere, socializzare, ascoltare un'ottima musica dal vivo e a vedere le coppie cubane che si esibiscono nella samba come ballerini fantasiosi e professionisti.
Tutto intorno ci sono vari locali interessanti dove si può trascorrere piacevolmente la serata.
La casa della Musica, la casa de la Trova, Las Ruinas dove fanno un bellissimo spettacolo afro-cubano e altri ancora.
A Trinidad cìè un bel mercato lungo le sue stradine dove si può comperare prodotti di artigianato che vanno dalle tovaglie ricamate a mano, ai pizzi, ai monili, ai quadri, alle ceramiche,ecc..
Poi ci sono tante escursioni da poter fare in poca distanza.
Innanzitutto la bella spiaggia bianca di Ancon che si può raggiungere in coco-taxi o bicicletta, poi alcuni torrenti vicini con una bella campagna circostante dove ci si può tuffare e bagnare in santa pace, un bel itinerario a piedi fra colline verdi fino a raggiungere delle cascate d'acqua con pozze nelle quali ci si può tuffare dall'alto, oppure la più lontana località di Picantes?.....con un'alta cascata con laghetto in montagna e la valle de los Ingenios che si può attraversare con un trenino storico per vedere la torre Iznaga dalla cima della quale i guardiani tenevano sotto controllo gli schiavi che lavoravano nei campi di canna da zucchero sottostanti che avevano dato ricchezza alla vicina città.
A monte della città c'è una famosa discoteca ricavata nelle grotte sotterranee dove si paga circa dieci dollari (la più cara a Cuba allora) ma si può bere quanto si vuole. Figurarsi come si esce dalla scalinata in salita!
Trinidad da sola merita una visita a Cuba e la consiglio per chi è stanziale e non desidera muoversi troppo.
In 5 ore di corriera VIA AZUL (circa 10 dollari) si raggiunge la capitale

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