INDIA DEL NORD e CENTRO
Fu un viaggio del 1988 o 1987 assieme alla mia compagna di allora, Carmen.
Comprammo l'India pass che ci permise di girare l'India in aereo a costi ridotti.
Nel Rajasthan facemmo alcuni trasferimenti in bus e altrove in treno.
Fu proprio il Rajasthan la meta principale del viaggio, lo stato più grande dell'India e che ha una popolazione simile a quella dell'Italia.
E' influenzata dalla cultura portata dai Mogul, una popolazione turco mongola che si espanse dall'Afghanistan all'India e che durò circa tre secoli dalla metà del XVI secolo alla metà del XIX secolo, prima dell'avvento degli inglesi.
L'apogeo fu durante il regno dell'imperatore Shah Jahan (1628-1658) il costruttore del Taj Mahal, del forte e della moschea Moti Masjid ad Agra, del forte Rosso e della moschea Jama Masjid a Delhi e del forte di Lahore.
La capitale del Rajasthan è Jaipur, la città rossa per il colore dei suoi edifici. Il palazzo più visitato e fotografato è il Palazzo dei venti che ha solo la facciata che dà sulla strada. Infatti era il luogo dovo si nascondevano le donne dell'harem per guardare i cortei senza esser viste.
Altre città che ho visitato di quel paese sono state Jodhpur, la città blu per il colore delle sue case e l'imponente forte sopra una collina che domina la valle sottostante.
Anche Chittorgarh ha un forte in posizione dominante rispetto alla cittò mentre la bella Udaipur ha un palazzo finemente decorato ed un lago che ospita una barca di marmo bianco.
Il ricordo più appassionato va però a Jaisalmer, la perla del deserto che si trova ai margini dell'enorme deserto del Tar che occupa buona parte dello stato ed è uno dei più desolati e aridi deserti del pianeta.
Jaisalmer in passato era una ricca città in quanto vi passavano le carovane dei commercianti provenienti dall'occidente, così i ricchi intermediari locali fecero a gara a chi si costruiva il palazzo più bello, usando le pietre ottenute impastando la sabbia e ricamandole come pizzi artistici.
La città inoltre è circondata da possenti mura che le danno un aspetto originale.
Carmen ed io decidemmo di fare un trekking nel deserto coi cammelli e pensando di trovare un gruppo di turisti, fummo sorpresi quando constatammo di essere solo noi, due cammellieri e tre cammelli.
L'esperienza fu interessante ma ci fu poi una brutta sorpresa: ci trovammo in mezzo agli eserciti schierati di India e Pakistan che minacciavano di farsi la guerra.
Per fortuna poi raggiunsero un accordo e noi scampammo il pericolo.
Il Rajasthan è pieno di colori, soprattutto per le donne che indossano gli eleganti sari, ma anche per il loro trucco e poi per i variopinti mercati che si trovano dappertutto.
Visitammo anche altre località aldifuori del Rajasthan:
la capitale New Delhi, enorme metropoli di cui ricordo le già citate Jama Mashid moschea, il Forte rosso, la Qutab Minar, il vecchio minareto di mattoni risalenti intorno al 1200 che è il secondo più alto dell'India e raggiunge ben 120 mt di altezza, la Jantar Mintar ossia il grande osservatorio astronomico del 1724, il monumento al padre della patria Mahatma Gandhi.
Fuori dal Rajasthan visitai in Madhya Pradesh e Uttar Pradesh le città di Agra, Fetehpur Sikri, Agra, Benares, Kajuraho.
Più a sud in Marashastra la metropoli di Bombay e ancora giù Goa, la ex colonia portoghese.
Agra è splendida per il suo forte, la moschea e soprattutto il Taj Mahal considerato fra le meraviglie del pianeta, senz'altro il più bel palazzo che però è una tomba dedicata dall'imperatore Shaj Jahan alla sua amata moglie Mutmar Mahal morta dando alla luce il 14° figlio intorno al 1630.
E' interamente in marmo ed era adorno di prezze preziose che nel frattempo sono state derubate. Ai prezzi odierni il palazzo è costato intorno ad un miliardo di dollari e ci vollero circa 20 anni per costruirlo.
Fatehpur Sikri è la città abbandonata dopo pochi anni dalla sua costruzione per mancanza d'acqua e per motivi di sicurezza legati alla presenza di truppe nemiche.
La città è conservata molto bene, circondata da mura e con grandi spazi interni, un bacino d'acqua, una moschea e bei palazzi.
Poi i templi dell'amore a Khajuraho, costruiti intorno all'anno 1.000 dalla dinastia Chandela in una vasta area che ne comprendeva tantissimi, di cui oggi sono rimasti solo una ventina.
Sono famosi per le rappresentazioni erotiche e le posizioni dell'amore che si sono ma rappresentano solo il 10% delle statue finemente scolpite che si possono ammirare in un'area bun curata e circondata da bellissimi fiori di bouganville.
Un'altra visita importante fu alla più sacra delle città indiane: Benares, oggi Varanasi, dove arrivano i moribondi accompagnati dai loro parenti per poter morire lungo il sacro fiume Gange. Oppure arrivano già morti e vengono bruciati lungo i ghat del fiume.
Si sente l'odore di carne bruciata ma le sceni sono piuttosto toccanti. Avevo visto il marito ed i figli di una defunta molto sofferenti, mentre si dice che gli indiani siano contenti di morire perchè finiscono i dolori della vita terrena, evidentemente non è così per tutti.
Bombay invece è una metropoli da 15 milioni di abitanti con grattacieli e case carissime, a prezzi occidentali.
Produce un terzo dei prodotti industriali dell'India e poi è specializzata nella produzione di film, insomma la famosa Bollywood che ne produce molti più di Hollywood.
Ricordo la porta dell'India, l'albergo di lusso Taj Mahal che negli anni scorsi ha subito un attentato e poi una spiaggia dove c'erano dei cavalli spinti al galoppo.
Più piacevole fu l'ultima tappa a Goa che è prevalentemente cattolica, essendo stata una colonia portoghese. Ho visitato l'antica chiesa del Bom Jesus, ma poi abbiamo fatto soprattutto vita da spiaggia, in una delle tante e poi siamo andati a visitare una comunità hippy, fra quelle sopravvissute degli anni '70 quando gli hippy vivevano tra Goa e Kathmandu, secondo la stagione ed il clima.
Si mangia buon pesce nei ristorantini accanto alla spiaggia e si beve il vino porto, ricordo della dominazione portoghese.
NEPAL
Visitai il Nepal col gruppo di Avventure nel Mondo credo nel 1985 nel viaggio Nepallankalame perchè durante le tre settimane si visitavano tre paesi:il Nepal, lo Sri-Lanka e le Isole Maldive.
La visita del Nepal di una settimana si limitò al tour della valle di Kathmandu e poi ad un'escursione in bus fino a Pokhara dove avremmo dovuto vedere il monte Everest, ma che non ci riuscì perchè era circondato da nuvole e nebbia.
Invece la vista di Kahmandu fu eccezionale, sembrava di esser tornati indietro nel Medio Evo anche se c'erano qua e là segni di modernità come la via dei backpacker che rivendeva l'attrezzatura di montagna dei visitatori occidentali che se n'erano sbarazzati dopo le scalate.
C'era perfino l'Hilton hotel dove passamma l'ultima serata per una cena conviviale.
Per il resto la Durbar Square, l'antica piazza centrale sembrava una scena medioevale con i suoi templi di legno e mattone.
Vedemmo anche il palazzo della Kumari, la bambina dea che viene scelta fra tante bambine dopo averla sottoposta a crudeli prove di coraggio. Lei diventa una dea, non può ridere o piangere, parlare e camminare e viene aiutata in tutto dai suoi assistenti fino alla pubertà quando con l'arrivo del ciclo viene estromessa dalla carica e viene quasi ripudiata dalla società.
Io mi trovai quasi dirimpetto a lei prima di una ricca processione, la fotografai, provai a coinvolgerla con espressioni e gesta ma lei rimase impassibile.
Nei pressi di Kathmandu ci sono i templi protetti dall'UNESCO di Bodhanat e Swayambhunat che risalgono attorno al VI sec.d.C., il primo è uno stupa gigantesco tutto bianco con gli occhi del Buddha e le bandiere colorate di preghiera appese tutto intorno. Un luogo molto suggestivo che raggiunsi in bicicletta, percorrendo vie di campagna.
L'altro tempio complesso comprende una serie di piccoli stupa grigi, uno stupa semisferico bianco sul quale si appoggia un tempio color oro ed un monastero che ospita molti monaci fra i quali molti tibetani scappati dopo l'occupazione cinese.
Mentre il primo tempio è in valle, il secondo è in cima ad una collina e bisogna salire 365 scalini per raggiungere la sommità.
Ci sono altre due città reali vicine a Kathmandu: Bhaktapur e Bagdhaon in quanto il re aveva tre figli maschi che gareggiarono a chi costruisse la città più bella.
Anche queste due sono molto interessanti, più semplici e piccole di Kahtmandu, ma con belle piazze e templi e molti laboratori di artigiani che lavorano nei pressi.
Bhaktapur fu capitale del Nepal per un lungo periodo e prima di decadere ospitò centinaia di templi e stupa. Rinomata la sua Durbar Square, il palazza delle 55 finestre.
Sono eccezionali i palazzi in mattone rosso con le finestre di legno finemente decorate, come quella del pavore e nel cortile del palazzo della Kumari.
Quest'arte detta Newar raggiunse il suo apice verso la metà del WVIII secolo.
Un altro tempio fuori Kathmandu è quello di Dakshinkali a mio avviso bruttino e poco piacevole a vedersi in quanto i fedeli spesso vi sacrificano polli e caprette ed il posto gronda di sangue di questi poveri animali.
Infine il tempio di Pashupatinah anch'esso protetto dall'UNESCO, uno dei sette della valla di Kathmandu. E' un complesso che include templi, ashram, iscrizioni e statue lungo la riva del fiume sacro Bagmati dove ci sono anche le piazzole per bruciare e incenerire i corpi dei fedeli hindu come a Benares in India.
Prometto che il prossimo viaggio in Nepal non sarà più dedicato ai templi ma al trekking fra le splendide montagne ed i paesini che si incontrano strada facendo.
Fu un viaggio del 1988 o 1987 assieme alla mia compagna di allora, Carmen.
Comprammo l'India pass che ci permise di girare l'India in aereo a costi ridotti.
Nel Rajasthan facemmo alcuni trasferimenti in bus e altrove in treno.
Fu proprio il Rajasthan la meta principale del viaggio, lo stato più grande dell'India e che ha una popolazione simile a quella dell'Italia.
E' influenzata dalla cultura portata dai Mogul, una popolazione turco mongola che si espanse dall'Afghanistan all'India e che durò circa tre secoli dalla metà del XVI secolo alla metà del XIX secolo, prima dell'avvento degli inglesi.
L'apogeo fu durante il regno dell'imperatore Shah Jahan (1628-1658) il costruttore del Taj Mahal, del forte e della moschea Moti Masjid ad Agra, del forte Rosso e della moschea Jama Masjid a Delhi e del forte di Lahore.
La capitale del Rajasthan è Jaipur, la città rossa per il colore dei suoi edifici. Il palazzo più visitato e fotografato è il Palazzo dei venti che ha solo la facciata che dà sulla strada. Infatti era il luogo dovo si nascondevano le donne dell'harem per guardare i cortei senza esser viste.
Altre città che ho visitato di quel paese sono state Jodhpur, la città blu per il colore delle sue case e l'imponente forte sopra una collina che domina la valle sottostante.
Anche Chittorgarh ha un forte in posizione dominante rispetto alla cittò mentre la bella Udaipur ha un palazzo finemente decorato ed un lago che ospita una barca di marmo bianco.
Il ricordo più appassionato va però a Jaisalmer, la perla del deserto che si trova ai margini dell'enorme deserto del Tar che occupa buona parte dello stato ed è uno dei più desolati e aridi deserti del pianeta.
Jaisalmer in passato era una ricca città in quanto vi passavano le carovane dei commercianti provenienti dall'occidente, così i ricchi intermediari locali fecero a gara a chi si costruiva il palazzo più bello, usando le pietre ottenute impastando la sabbia e ricamandole come pizzi artistici.
La città inoltre è circondata da possenti mura che le danno un aspetto originale.
Carmen ed io decidemmo di fare un trekking nel deserto coi cammelli e pensando di trovare un gruppo di turisti, fummo sorpresi quando constatammo di essere solo noi, due cammellieri e tre cammelli.
L'esperienza fu interessante ma ci fu poi una brutta sorpresa: ci trovammo in mezzo agli eserciti schierati di India e Pakistan che minacciavano di farsi la guerra.
Per fortuna poi raggiunsero un accordo e noi scampammo il pericolo.
Il Rajasthan è pieno di colori, soprattutto per le donne che indossano gli eleganti sari, ma anche per il loro trucco e poi per i variopinti mercati che si trovano dappertutto.
Visitammo anche altre località aldifuori del Rajasthan:
la capitale New Delhi, enorme metropoli di cui ricordo le già citate Jama Mashid moschea, il Forte rosso, la Qutab Minar, il vecchio minareto di mattoni risalenti intorno al 1200 che è il secondo più alto dell'India e raggiunge ben 120 mt di altezza, la Jantar Mintar ossia il grande osservatorio astronomico del 1724, il monumento al padre della patria Mahatma Gandhi.
Fuori dal Rajasthan visitai in Madhya Pradesh e Uttar Pradesh le città di Agra, Fetehpur Sikri, Agra, Benares, Kajuraho.
Più a sud in Marashastra la metropoli di Bombay e ancora giù Goa, la ex colonia portoghese.
Agra è splendida per il suo forte, la moschea e soprattutto il Taj Mahal considerato fra le meraviglie del pianeta, senz'altro il più bel palazzo che però è una tomba dedicata dall'imperatore Shaj Jahan alla sua amata moglie Mutmar Mahal morta dando alla luce il 14° figlio intorno al 1630.
E' interamente in marmo ed era adorno di prezze preziose che nel frattempo sono state derubate. Ai prezzi odierni il palazzo è costato intorno ad un miliardo di dollari e ci vollero circa 20 anni per costruirlo.
Fatehpur Sikri è la città abbandonata dopo pochi anni dalla sua costruzione per mancanza d'acqua e per motivi di sicurezza legati alla presenza di truppe nemiche.
La città è conservata molto bene, circondata da mura e con grandi spazi interni, un bacino d'acqua, una moschea e bei palazzi.
Poi i templi dell'amore a Khajuraho, costruiti intorno all'anno 1.000 dalla dinastia Chandela in una vasta area che ne comprendeva tantissimi, di cui oggi sono rimasti solo una ventina.
Sono famosi per le rappresentazioni erotiche e le posizioni dell'amore che si sono ma rappresentano solo il 10% delle statue finemente scolpite che si possono ammirare in un'area bun curata e circondata da bellissimi fiori di bouganville.
Un'altra visita importante fu alla più sacra delle città indiane: Benares, oggi Varanasi, dove arrivano i moribondi accompagnati dai loro parenti per poter morire lungo il sacro fiume Gange. Oppure arrivano già morti e vengono bruciati lungo i ghat del fiume.
Si sente l'odore di carne bruciata ma le sceni sono piuttosto toccanti. Avevo visto il marito ed i figli di una defunta molto sofferenti, mentre si dice che gli indiani siano contenti di morire perchè finiscono i dolori della vita terrena, evidentemente non è così per tutti.
Bombay invece è una metropoli da 15 milioni di abitanti con grattacieli e case carissime, a prezzi occidentali.
Produce un terzo dei prodotti industriali dell'India e poi è specializzata nella produzione di film, insomma la famosa Bollywood che ne produce molti più di Hollywood.
Ricordo la porta dell'India, l'albergo di lusso Taj Mahal che negli anni scorsi ha subito un attentato e poi una spiaggia dove c'erano dei cavalli spinti al galoppo.
Più piacevole fu l'ultima tappa a Goa che è prevalentemente cattolica, essendo stata una colonia portoghese. Ho visitato l'antica chiesa del Bom Jesus, ma poi abbiamo fatto soprattutto vita da spiaggia, in una delle tante e poi siamo andati a visitare una comunità hippy, fra quelle sopravvissute degli anni '70 quando gli hippy vivevano tra Goa e Kathmandu, secondo la stagione ed il clima.
Si mangia buon pesce nei ristorantini accanto alla spiaggia e si beve il vino porto, ricordo della dominazione portoghese.
NEPAL
Visitai il Nepal col gruppo di Avventure nel Mondo credo nel 1985 nel viaggio Nepallankalame perchè durante le tre settimane si visitavano tre paesi:il Nepal, lo Sri-Lanka e le Isole Maldive.
La visita del Nepal di una settimana si limitò al tour della valle di Kathmandu e poi ad un'escursione in bus fino a Pokhara dove avremmo dovuto vedere il monte Everest, ma che non ci riuscì perchè era circondato da nuvole e nebbia.
Invece la vista di Kahmandu fu eccezionale, sembrava di esser tornati indietro nel Medio Evo anche se c'erano qua e là segni di modernità come la via dei backpacker che rivendeva l'attrezzatura di montagna dei visitatori occidentali che se n'erano sbarazzati dopo le scalate.
C'era perfino l'Hilton hotel dove passamma l'ultima serata per una cena conviviale.
Per il resto la Durbar Square, l'antica piazza centrale sembrava una scena medioevale con i suoi templi di legno e mattone.
Vedemmo anche il palazzo della Kumari, la bambina dea che viene scelta fra tante bambine dopo averla sottoposta a crudeli prove di coraggio. Lei diventa una dea, non può ridere o piangere, parlare e camminare e viene aiutata in tutto dai suoi assistenti fino alla pubertà quando con l'arrivo del ciclo viene estromessa dalla carica e viene quasi ripudiata dalla società.
Io mi trovai quasi dirimpetto a lei prima di una ricca processione, la fotografai, provai a coinvolgerla con espressioni e gesta ma lei rimase impassibile.
Nei pressi di Kathmandu ci sono i templi protetti dall'UNESCO di Bodhanat e Swayambhunat che risalgono attorno al VI sec.d.C., il primo è uno stupa gigantesco tutto bianco con gli occhi del Buddha e le bandiere colorate di preghiera appese tutto intorno. Un luogo molto suggestivo che raggiunsi in bicicletta, percorrendo vie di campagna.
L'altro tempio complesso comprende una serie di piccoli stupa grigi, uno stupa semisferico bianco sul quale si appoggia un tempio color oro ed un monastero che ospita molti monaci fra i quali molti tibetani scappati dopo l'occupazione cinese.
Mentre il primo tempio è in valle, il secondo è in cima ad una collina e bisogna salire 365 scalini per raggiungere la sommità.
Ci sono altre due città reali vicine a Kathmandu: Bhaktapur e Bagdhaon in quanto il re aveva tre figli maschi che gareggiarono a chi costruisse la città più bella.
Anche queste due sono molto interessanti, più semplici e piccole di Kahtmandu, ma con belle piazze e templi e molti laboratori di artigiani che lavorano nei pressi.
Bhaktapur fu capitale del Nepal per un lungo periodo e prima di decadere ospitò centinaia di templi e stupa. Rinomata la sua Durbar Square, il palazza delle 55 finestre.
Sono eccezionali i palazzi in mattone rosso con le finestre di legno finemente decorate, come quella del pavore e nel cortile del palazzo della Kumari.
Quest'arte detta Newar raggiunse il suo apice verso la metà del WVIII secolo.
Un altro tempio fuori Kathmandu è quello di Dakshinkali a mio avviso bruttino e poco piacevole a vedersi in quanto i fedeli spesso vi sacrificano polli e caprette ed il posto gronda di sangue di questi poveri animali.
Infine il tempio di Pashupatinah anch'esso protetto dall'UNESCO, uno dei sette della valla di Kathmandu. E' un complesso che include templi, ashram, iscrizioni e statue lungo la riva del fiume sacro Bagmati dove ci sono anche le piazzole per bruciare e incenerire i corpi dei fedeli hindu come a Benares in India.
Prometto che il prossimo viaggio in Nepal non sarà più dedicato ai templi ma al trekking fra le splendide montagne ed i paesini che si incontrano strada facendo.
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