15.1.20

TRIESTE seconda parte





























La mia città di cui mi manca il dialetto, l'allegria, l'ironia, il radicchio, le osmize (locali semplici sul Carso dove si beve il vino novello e si mangiano salumi e formaggi in allegra compagnia), la Napoleonica e Barcola (la passeggiata panoramica in alto e quella in basso al mare fino al castello di Miramare) le escursioni sul Carso e in val Rosandra (un canyon che si percorre lungo un sentiero fino ad un piccolo paesino al confine sloveno e dove si fa anche il bagno nelle pozze della Rosandra o ci si arrampica sui costoni rocciosi), il molo Audace le rive e Piazza Unità (il salotto di Trieste dove si cammina, si incontra, si beve), il Politeama Rossetti con i suoi spettacoli e concerti, il basket al palazzetto e l'Unione allo stadio (la Triestina calcio), i giri oltre confine a mangiare a prezzo ridotto o al mare in Istria o a mangiare e bere in Friuli, al mare a Grado e Lignano, in montagna in Carnia e a Sappada ma anche a Tarvisio, Ravascletto, Forni di Sopra, Valbruna, sullo Zoncolan.
Insomma un intero mondo che mi manca assai.



































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