14.2.12

Isola di Penang, Malesia continentale

vi sono arrivato dopo il volo da Kuching di un'ora e mezza con Air Asia, la Ryanair dell'Asia, malese ma ben radicata in tutto il sud est asiatico e con voli che arrivano all'Australia, Parigi e Londra.

Penang fu con Singapore, Hong Kong e Malacca uno dei capisaldi della presenza inglese in Asia, per opera di Francis Light, un ufficiale della marina inglese che vi sbarcò nel 1786 e la scelse per la Compagnia delle Indie orientali, facendola diventare in pochi decenni uno dei posti più importanti del sud est asiatico.

La capitale è Georgetown, in onore di Giorgio III re inglese, che come città coloniale è inserita nella lista UNESCO.

Sarà stato il caldo eccessivo di cui ho sofferto e la stanchezza, ma al momento mi piace meno del previsto.

Ho girato tutto il giorno per China town e Little India dove risiedo nel Tower Budget Hotel di fronte alla bella moschea islamica del capitano Keling.

La particolarità che mi ha colpito finora non è costituita dai soliti edifici coloniali bianchi, ma dalla massiccia presenza indiana coi suoi negozi e ristoranti che sembra di essere in India.

Ho visitato il forte Cornwallis costruito in legno da Francis Light e poi in muratura negli anni successivi, ho visto i bei edifici del museo nazionale, del municipio e della provincia oltre alla bella chiesa anglicana di S.Giorgio e il magnifico hotel Eastern and Oriental, uno dei più lussuosi d'Asia,

ma mi hanno impressionato maggiormente alcune costruzioni massicce degli anni '50 ed i grattacieli moderni sparsi ovunque, all'ingresso della città e nella parte occidentale con architetture spesso avveneristiche.

Ho pranzato in un ristorante indiano a base di calamari in umido e granchi ed ho pagato caro (8 euro rispetto ai 2 o 3 che pago generalmente nei ristorantini cinesi).

Nel tardo pomeriggio si è scatenato un acquazzone e sono rimasto fermo ad aspettare la fine sotto i portici che vi sono dappertutto e che furono imposti dagli inglesi per ripararsi dal sole e dalla pioggia.

Purtroppo i malesi si sono appropriati degli spazi per le loro bancherelle, per posteggiare le moto o per allargare la casa e così si è costretti a fare lo slalom mentre in passato era possibile camminare dappertutto al riparo dal sole, pioggia e traffico. Ci vorrebbero nuovamente gli inglesi per ripristinare quell'ordinamento intelligente che i locali casinari non rispettano.

La sera ho cenato e soprattutto bevuto birre di varie marche asiatiche, tutte care, almeno quanto da noi perchè in Malesia tassano la birra in modo particolare.

Sono stato in un bar-ristorante cinese nella vicina Chulia street, punto di ritrovo dei turisti presenti in città.

Ho conosciuto una coppia inglese dello Yorkshire ed un gruppo di indiani venuti a bere la birra e a giocare a carte, lontani dai loro bar e ristoranti che offrono solo te.

Ho chiesto loro se conoscono Kabir Bedi, l'attore indiano interprete di Sandokan ma non ne hanno idea e Sandokan per loro è la città malese del Sabah che somiglia essendo Sandakan.
Insomma le tigri di Mompracem, Yanez, ecc... è solo roba italiana frutto della fantasia di Emilio Salgari che non ha varcato i nostri confini.

Penang ha soprattutto cinesi, poi malesi e infine indiani che però si vedono più che in altri posti e che nel centro storico sono addirittura preponderanti e questa è una novità di questa isola interessante, a pochi chilometri dal confine con la Tailandia e collegata alla terraferma da uno dei ponti più lunghi d'Asia che supera gli 8 km e adesso ne stanno costruendo un altro che ho notato viaggiando dall'aereoporto in centro.

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