17.12.11

Puerto Princesa e Sabang beach

Da tre giorni mi trovo nella bella isola di Palawan, all'estremità ovest delle 7.000 isole filippine, una delle più grandi e la più ricca di foreste e bellezze naturali. Purtroppo certe zone, soprattutto quelle interne e meridionali sono infette da malaria che tiene lontano parecchi turisti da questo paradiso terrestre. Io mi sono premunito e sto prendendo le pillole per evitare la malattia anche se i locali dicono che solo poche zone sono pericolose. Sono arrivato in aereo alla capitale Puerto Princesa da Manila il 15 dicembre mattina dopo solo un'ora e mezza di volo. Meno male che mi ero svegliato presto ed ero andato all'aereoporto tre ore prima perchè dopo aver fatto il check in ed aver ottenuto la carta d'imbarco, mi sono accorto di aver scordato la macchina fotografica nella mia camera d'albergo per cui ho preso subito un taxi e sono tornato a recuperare il prezioso oggetto con le 2.000 fotografie finora scattate. Ho fatto in tempo a tornare e attendere ancora quasi un'ora la partenza ritardata. Puerto Princesa è una strana città, sembra di essere in India o nella Bangkok di vent'anni fa, insomma caotica perchè ci sono centinaia di trycycle, ossia i taxi locali composti da una carozzina attaccata ad una moto. Sembra che i locali siano molto pigri e si spostino unicamente con questo mezzo. Il mio albergo era in una via tranquilla e la camera grande con tre letti e l'aria condizionata che ho acceso solo per qualche ora. Gestito da filippino simpatico che era un dirigente statale che si è ritirato anticipatamente ed ha aperto un albergo famigliare dove ho incontrato una coppia danese che poi ho rivisto dappertutto durante le mie escursioni oltre ad uno strano triangolo composto da una filippina che vive in Baviera e che era assieme a due ragazzi tedeschi. Il trio sta viaggiando da mesi tra Manila e Palawan, ma fuori dai circuiti turistici perchè vogliono capire come si vive nel paese di origine della ragazza che sta mettendo su casa a Manila con la madre. Dopo una doccia salutare e rinfrescante ho preso una jeepney, taxi collettivo ed ho raggiunto Honda Bay che dista circa 15 km da Puerto Princesa. Pensavo di trovare belle spiagge e invece ci sono ma nelle isole di fronte che sono raggiungibili solo con barca che mi sarebbe costata oltre venti euro. Ho cercato di aggregarmi ad un gruppo di filippini che era sopraggiunto, ma loro non mi hanno voluto. Così li ho letteralmente mandati a quel paese, augurando loro di affondare e di essere mangiati dai pescecani. Sono stato duro, ma avevo letto un sacco circa la proverbiale ospitalità dei filippini che invece si dimostravano tutt'altro. Così dopo aver mangiato delle strane specialità locali sono tornato in città ed ho preso un trycycle per l'altra spiaggia, la Pristine beach e arrivato là mi sono accorto che praticamente era una baia strana con le mangrovie e qualche pezzetto di spiaggia oltre a bungalow di legno quasi immersi nelle acque non profonde. Comunque ho fatto il bagno e poi ho fatto amicizia con due locali molto simpatici che si stavano ubriacando, passatempo preferito dei filippini ed ho bevuto con loro il cocktail che va per la maggiore, ossia il rum locale di canna da zucchero con coca cola, insomma il Cuba libre. C'erano poi due ragazze, una cinese di Shangai ed una ceca di Ostrava con le quali abbiamo passato il pomeriggio scherzando e ridendo. Il giorno dopo sono partito con un gruppo di filippini ed un simpatico americano di Las Vegas, Boris, di origini ucraine ed ebreo col quale ho scherzato tutto il giorno e ci siamo presi reciprocamente in giro per la gioia del simpatico gruppo filippino, tutti appartenenti ad una grande famiglia di cui due persone, madre e figlio vivono a Huston, Texas. Dopo un paio di ore di tragitto in pulmino, vedendo dei paesaggi stupendi, siamo arrivati a Sabang dove io, unico, mi sono fermato per tre giorni mentre il resto del gruppo è rientrato a Puerto Princesa ed abbiamo quasi pianto per la separazione dopo tanta simpatia reciproca. Assieme abbiamo visitato l'Underground river, ossia un fiume sotterraneo che è inserito da pochi anni nella lista UNESCO dei posti di interesse mondiale per la particolarità e bellezza. Infatti è un fiume lungo oltre 8 km, tutto interno alla montagna, pieno di stalattiti e stalagmiti, pippistrelli ed è navigabile per metà del suo lungo percorso. Si prende prima una lunga imbarcazione al molo di Sabang e dopo mezzora di mare molto mosso si arriva ad una spiaggia dove il fiume sfocia nel mare e si prendono delle barche che entrano nella lunghissima grotta, percorrendo circa 1,5 km in circa 40 minuti. Sabang è un piccolo villaggio con una spiaggia ad arco e tante palme e verde, parecchi resort, alcuni di lusso, altri con semplici bungalow lungo la spiaggia. Io ho preso uno al Taraw Resort, un bungalow spartano sulla spiaggia con veranda e bagno condiviso con altri tre occupanti . Il mare è molto mosso e ci sono cartelli ovunque che consigliano prudenza verso le forti correnti che trascinano in basso e fuori in mare aperto. Ci sono altre cose che si possono fare a Sabang: percorrere il Jungle Trail, lungo circa 4 km che conduce dal villaggio all'Underground river, incontrando a metà strada la stazione della ZIP line, ossia un cavo che dalla collina arriva ad un isolotto. Ti danno un'imbracatura e poi parti per circa due minuti sospeso in alto sul cavo fino ad approdare all'isolotto con una scarica di adrenalina molto forte. Ho poi passato una serata folle ad un chiosco vicino al molo in compagnia di un gruppo di giovani filippini, ragazzi e ragazze ventenni. Ho insegnato ad un filippino come si corteggia la donna, mettendomi in ginocchio davanti ad una bellissima ragazza, tenendole la mano e dicendole che è bella, che ha occhi bellissimi, che l'amo, ecc... Hanno apprezzato molto la lezione di un italiano un po' rinco, ma divertente e mi hanno fatto bere la Red Horse, una birra addirittura migliore della famosa San Miguel, la birra più bevuta nelle Filippine. Oggi invece ho incontrato sulla spiaggia Julia, una canadese di Montreal che già avevo conosciuto al chiosco ieri sera e assieme abbiamo ripercorso il Jungle Trail. Lei è un'operatrice turistica e sta cercando itinerari per un gruppo francese che arriverà nelle Filippine a febbraio. Questo pomeriggio dopo Julia, ho conosciuto prima Weng, una filippina di Puerto Princesa che era vicina, praticamente nella stanza adiacente alla mia. Abbiamo conversato a lungo e poi ho fatto un ottimo pranzo in un ristorante sulla spiaggia. Sto mettendo su chili dopo aver raggiunto il peso forma, a forza di mangiare tutto questo riso e bere la birra che sono le principali componenti dell'alimentazione dei filippini. Poi, dopo un bel sonno ristoratore, ho incontrato sulla spiaggia due simpatici filippini che mi han fatto bere il rum locale, seguito da acqua con ghiaccio. Abbiamo riso e scherzato a lungo e adesso sono in un ristorante di lusso, sulla spiaggia perchè hanno la connessione internet. Ho mangiato una strana pizza, sweet and sour a base di salsa chilly e ananas e ben 4 birrett Red Horse, conversando a sinistra con due ragazze, una di Vienna ed una di Varsavia e a destra con una simpatica coppia di Brisbane, Australia. La vita continua ed è bella!

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