4.4.23

1984 un mese in Sudamerica da Lima,Perù a Rio de Jeneiro,rivisitato a memoria 39 anni dopo

fu un memorabile viaggio di gruppo con Avventure nel Mondo un'agenzia spartana che usa frequentare piccoli hotel e ristorantini viaggiando coi mezzi pubblici con lo spirito di fare una full immersione nel paese Arrivammo a Lima e fu subito infortunio in quanto passeggiando nella via centrale alcune ragazze del gruppo furono derubate previo taglio delle loro borse e nessuno del gruppo si accorse di niente. La capitale non era interessante così prendemmo il treno per Cuzco la vecchia capitale Inca dove si respira l'aria dei tempi antichi Andammo a visitare varie località legate agli Inca come Ollatantambo, una fortezza coi muri di pietre gigantesche, incredibilmente combacianti e Pisac con le terrazze usate per coltivare le patate, orzo e mais. Poi prendemmo il treno per Aguacalientes, alla base del famoso Machu Pichu. Fu un viaggio epico, stipati come sardine in mezzo a sacchi di agrumi e galline degli indigeni ma ci esibimmo cantando canzoni italiane ed i peruviani furono stimolati a cantare le loro. Arrivati a destinazione facemmo un bagno caldo nelle vasche all'aperto a fianco dei binari e la mattina presto iniziammo la salita del Machu Pichu con l'aiuto di una guida locale e così arrivammo in cima prima che arrivassero le orde dei turisti in pullman attraverso la strada a tornanti. Fu una visita emozionante, per me anche schifosa perchè un lama mi sputò addosso il suo liquido verdastro, irritato dalle mie foto. Scendemmo coi gommoni nelle rapide dell'Urubamba e all'arrivo eravamo tutti eccitati e bagnati ma il pullmino non venne subito a prenderci, così giocammo a bandierina per correre e scaldarci fino all'arrivo dei nostri soccorritori che per farsi perdonare ci offrirono varie bottiglie di tequila. In successione prendemmo il pullman verso Puno e visitammo il vasto lago Titicaca a circa 3800 mt di altitudine. Prendemmo le imbarcazioni fino a raggiungere le isole degli Uros che vivono sulle isole galleggianti di totora, la canna che cresce nel lago. Entrammo in Bolivia, l'Himalaya del Sudamerica con la sua natura selvaggia fatta di alte montagne e dietro la capitale La Paz salimmo il Chakaltaya fino a 5500 mt di altezza con un pulmino che nelle curve aveva il muso nel vuoto costituito da burroni profondi senza alcuna protezione. Durante una di queste curve il mezzo iniziò a sbandare, io aprii di scatto la porta e schizzammo fuori e proseguimmo a piedi ansimando fino alla cima dove c'era una vista impareggiabile delle Ande e del Pacifico. Ci prendemmo una ciucca di tequila, incluso l'incosciente autista e scendemmo al buio tutti ubriachi cantando e sperando di non finire in un burrone e ci andò bene. Poi visitammo Oruro una città che era stata molto ricca per le miniere di argento, entrammo in una piccola miniera dato che per la grande avemmo un contrattempo con la guida. Quindi visitammo la principale attrazione della Bolivia: il salares de Uyuni un vastissimo lago salato che si percorre in camion con le ruote alte dato che all'inizio il lago è bagnato da acque alte circa un metro, poi sempre meno fino al sale duro e accecante del centro, tutto intorno alti vulcani, spettacolare. Poi il deserto di Atacama del nord del Chile con la visita ad un paesino dentro una minuscola oasi, San Pedro de Atacama, quindi la costiera pacifica fino alla bella capitale Santiago e poi avanti fino a Puerto Montt, innevata e con boschi di conifere. Dovevamo passare le Ande per arrivare in Argentina a Bariloche, la Cortina del Sudamerica, una bellissima località con tanti laghi, boschi e piste per sciare e tanta cioccolata da gustare. Il capogruppo trovò un gatto delle nevi al quale attaccò una specie di furgone blindato con sportellone dentro il quale ci accomodammo incoscienti, cantando per la salita interminabile. Ad un certo punto il mezzo sbandò e ci mettemmo ad urlare finchè ci aprirono lo sportellone: c'era la neve alta tre metri tutto attorno prima del passo di confine con l'Argentina. Prima facemmo una bella battaglia a palle di neve e poi passammo il confine fra lo sguardo incredulo dei doganieri. Poi fu la volta delle meravigliose cascate di Iguassù, veramente un miracolo della natura al confine fra Argentina,Paraguay e Brasile fino a raggiungere la bella capitale argentina Buenos Aires dove visitammo la via tipica del Caminito, la casa Rosada, il teatro Colon e vedemmo uno spettacolo di tango in un tipico locale. Da una capitale all'altra raggiungemmo Rio de Janeiro, la Cidade Maravilhosa con le sue famose spiagge Ipanema e Copacabana, il Corcovado col Cristo Redentore, il Pan de Azucar, la baia stupenda, la capirinha ed i succhi di frutta esotici e andammo a trascorrere l'ultima serata ballando in discoteca prima di prendere l'aereo di ritorno per Bogotà, Madrid e Milano, un viaggio indimenticabile.
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