8.4.23

1987 TANZANIA viaggio rivisitato a memoria dopo 36 anni

non ero mai stato nell'Africa subsahariana e avevo voglia di vedere i parchi naturali con gli animali selvaggi, salire il Kilimangiaro e rilassarmi sulle coste con spiagge bianche e acque cristalline e dunque scelsi la Tanzania che ha tutto ciò fu un bel viaggio di gruppo con Avventure nel Mondo, con un capogruppo triestino dello stesso mio nome, purtroppo AnM si appoggiava ad un'agenzia turistica locale che si comportò molto male ci lasciò per due giorni al confine keniota-tanzaniano (eravamo atterrati a Nairobi capitale del Kenya) presentasi in ritardo e con due jeep scassate anzichè le tre concordate, inoltre alla fine del viaggio dimenticò di prenotarci il treno da Arusha (alla base del Kilimanjaro) a Dar es Salaam, la capitale sulla costa da dove avevamo il volo di rientro per fortuna il capogruppo riuscì a convincere le ferrovie locali ad aggiungere un vagone per noi dato che i posti in treno erano tutti prenotati il tour dei parchi nazionali durò cinque giorni e ne visitammo quattro: il Ngoro Ngoro dentro un cratere vulcanico con tanti animali, il Tarangire con elefanti e baobab, il Lake Manyara con ippopotami, fenicotteri rosa e l'enorme Serengeti a cavallo fra Kenya e Tanzania che però in estate aveva pochi animali perchè la maggioranza era migrata a nord (infatti conviene visitarlo in inverno) uno dei due autisti era un afgano con una giacca sporca e sdrucita, simpatico ci insegnò a cantare in lingua swahili la canzone Malaika ma ci spaventava raccontandoci aneddoti drammatici come quello di un gruppo di giapponesi che si erano messi a dormire nei sacchia a pelo sotto gli alberi e la mattina di loro trovarono poche ossa in quanto erano stati assaliti da un gruppo di jene che se li erano mangiati le jeep si rompevano ogni ora ma loro riuscivano sempre a ripararle in pochi minuti alloggiavamo in bellissimi ed enormi lodge di legno in mezzo alla savana, ma una volta in un alberghetto malfamato che era un bordello rumoroso che non ci permise di chiudere occhio tutta la notte durante la visita ad un parco assistemmo in diretta alla caccia da parte di un gruppo di leonesse alla cattura di una zebra che fu mangiata viva a pochi metri da noi, uno spettacolo terribile, ma è la legge della giungla! alla base del Kilimanjaro scoprimmo che le nuove regole prevedevano il pagamento di 50 dollari a testa e inoltre l'accompagnamento a testa di un portatore che costava altri 50 dollari, così' tutti rinunciarono meno una ragazza napoletana ed io che corrompemmo il guardiano del parco, dandogli sottobanco 10 dollari ci fece entrare percorremmo un sentiero facile e molto bello e verde e arrivammo fino ai 3.000 mt di altezza dove c'era un accampamento di baite di legno triangolari, l'addetto ci chiese i biglietti che non avevamo, corrompemmo anche lui con altri 10 dollari e ci diede una capanna tutta per noi, nottefacendo arrivarono altri due del nostro gruppo, li ospitammo nella nostra capanna e ci facemmo rimborsare i 10 dollari pagati, così per noi il pernottamento fu gratuito il mattino successivo proseguimmo per qualche km fino a dove finiva la vegetazione e incontrammo gruppi stremati che scendevano dalla vetta ed avevano iniziato la salita all'una di notte precedente per fare in tempo, era un gruppo di veneti che si erano pentiti per quel massacro e per quel prezzo pagato, magari dopo avranno cambiato idea Facemmo belli incontri coi Masai nei loro costumi e monili coloratissimi, le donne rasate e gli uomini con le treccine, un bagno rigenerante in un fiume con acqua calda e perfino sotto una cascata d'acqua, una serata in discoteca a Dar es Salaam dove i locali ballavano la kizomba e pareva che scopassero. Parte del gruppo rientrò in Italia ma un'altra rimase ancora una settimana che decidemmo di trascorrere in un bel albergo nell'isola di Mafia che raggiungemmo con un piccolo aereo sgangherato. Facemmo varie escursioni in barca per ammirare i coralli blu molto rari altrove e all'inizio ci volle un'intera giornata di discussioni col manager dell'hotel che voleva esser pagato in dollari e noi volevamo disfarci dei scellini tanzaniani che alla fine accettò. Un errore madornale fu quello di acquistare oggetti d'avorio nell'enorme mercato (oggi giustamente chiuso) e al rientro molti furono scoperti e dovettero pagare salati dazi (io la feci franca).

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