4.4.23

1988 il giro del Brasile in aereo - rivisitato a memoria dopo 35 anni

Il Brasile mi era rimasto nel cuore dal 1984 quando di quel paese avevo visto le due cose migliori; le cascate di Iguassù e Rio de Janeiro, ma volevo vedere il resto, così con la madre di mia figlia decidemmo di trascorrere un mese girando quel grande paese col Brasil Pass, un affare da 300 dollari che va comprato col biglietto intercontinentale (solo la tratta Rio-Bahia costava altrettanto) Arrivammo una settimana prima dell'inizio del carnevale pensando di vedere chissà cosa e venimmo delusi perchè tutto avviene nei quattro giorni di pazzia, 4 dias de locura fra il venerdì ed i martedì delle ceneri. Visitammo solo una scuola di samba dove assistemmo alla batucada, cioè l'esibizione di circa 500 percussionisti che suonano assieme e danno i brividi. Assistemmo alla sfilata del sabato notte al sambodromo delle migliori compagnie, le dieci che si contendono il titolo di campione, ognuna composta da circa 5.000 persone che quando han completato la loro sfilata di circa un'ora riempiono il chilometro del sambodromo, cantando per tutto il tempo la samba do enredo ossia la canzone scelta da ogni compagnia che tutti cantano ballando e bevendo sugli spalti. La sfilata iniziò alle nove di sera e terminò alle otto di mattina lasciandoci esausti ma anche con gli occhi pieni di meraviglie, il più grande spettacolo del mondo. Successivamente prendemmo subito l'aereo per vedere il carnevale da rua, di strada a Bahia,Salvador e prenotammo un posto presso un palco di una piazza centrale dove passavano i trio eletricos, enormi tir con il gruppo musicale sul tetto che spara musica rock samba a tutto volume, seguiti dai componenti della compagnia tutti vestiti con costumi uguali, delle palandrane lunghe poco spettacolari rispetto a quelli impareggiabili di Rio. Dopo aver visitato il centro storico di Bahia col Pelorinho, la piazza col palo dove venivano frustrati gli schiavi ed i palazzi color pastello, il sottostante forte risalente all'epoca coloniale, l'isola di Itaparica col club Med e spiagge di palme e sabbia, ci imbarcammo per il prossimo volo diretto a Recife-Olinda sperando di vedere anche quel carnevale piuttosto famoso ma arrivammo troppo tardi comunque Recife è una piccola Rio con grattacieli che circonadano una lunga spiaggia sabbiosa a semicerchio mentre Olinda che significa oh bella, è una deliziosa cittadina coloniale con tante buganville Poi fu la volta di Belen alla foce del Rio delle Amazzoni, qui visitammo un immenso mercato ittico e pranzammo in uno dei tanti ristorantini col pesce e frutti di mare scelti direttamente dalle bancarelle presenti Altro volo per Manaus nel cuore dell'Amazzonia, vedemmo il famoso teatro che ospitò anche Caruso quando Manaus era ricca grazie al caucciù e poi facemmo un'escursione in battello lungo il fiume più lungo del pianeta fino all'incontro di due rami con acque di diverso colore e densità che miracolosamente non si mescolano Entrammo anche in un canale con una piccola barca e provammo a scendere in terra ma venimmo assaliti da migliaia di fameliche zanzare che ci costrinsero a risalire in barca. Poi fu la volta di Brasilia la capitale avveneristica inaugurata nel 1960 e progettata dall'architetto Niemayer morto centenario qualche anno fa. La città è bella ma disumana, i funzionari pubblici dei vari ministeri l'abbandonano nel week end e tornano a Rio. Visitammo poi due città coloniali rimaste quasi intatte da secoli; Ouro Preto una città universitaria con tante colline verdi e tante chiese barocche che una volta era una ricca città mineraria di oro e poi Paraty che invece è piatta, con case basse e strade a ciottoli Prima di tornare a Rio visitammo la capitale moderna del ricco Minhas Gerais di cui ricordo solo la piazza che aveva ospitato la visita del papa e poi una grande fabbrica della FIAT. Rio ci offrì tante altre sorprese che gustammo nei rimanenti dieci giorni, la salita in trenino al Corcovado per la vista incantevole, la foresta tropicale circostante, la famosa statua del Cristo Redentore, la roccia del Pan de Azucar altrettanto spettacolare che si raggiunge in teleferica, il tram storico bonjinho che porta al rione di Santa Teresa in alto, sopra le tante favelas dei poveri, la cattedrale moderna, il grande stadio di Maracanà che a quel tempo poteva ospitare 200.000 spettatori, i bar di Ipanema dove i presenti improvvisano musica dal vivo usando vari strumenti, perfino le posate! Che dire, toda joja, toda beleza, Rio rimane nel mio cuore per sempre e la considero una delle più belle città da me visitate

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