23.1.24

BOLIVIA E CILE

Dal Peru dopo la visita al lago Titicaca entriamo in Bolivia ed arriviamo in bus alla capitale La Paz che si trova a 3.600 metri di altitudine in una valle con la città che poi sale sulle colline circostanti collegate dal centro anche da una funivia. Andiamo a visitare il mercato de los Brujos dove tra le varie cose vendono anche come amuleti i feti secchi dei lama. Facciamo un giro in centro, entriamo nella bella cattedrale, ma non c'è poi molto da vedere così optiamo per due escursioni, la prima alla valle della Luna costituita da pinnacoli formati dall'erosione delle rocce per i venti e la pioggia e poi decidiamo di salire il monte Chakaltaya di ben 5.420 metri di altezza a bordo di un piccolo pulmino. La salita è ripida e piena di tornanti, ai lati burroni senza protezioni. io sono seduto accanto all'autista e a un certo punto in una curva il mezzo comincia a sbandare verso il precipizio. D'istinto tiro la manovella, apro la porta ed esco e tutti mi seguono. Fortunatamente l'autista riesce a rientrare e ci invita a risalire ma nessuno è disposto, piuttosto ci facciamo gli ultimi 500 mt in salita con l'aria rarefatta fino in cima dove arriviamo al tramonto con una vista superba sulle Ande e sul Pacifico in lontananza. C'è un rifugio e per tirarci su dallo spavento ordiniamo bottiglie di tequila e ci prendiamo una sbornia, autista compreso e poi al buio scendiamo ubriachi e cantando. C'è stato sicuramente un angelo che ci ha protetti e ci ha fatto arrivare sani, salvi e incoscienti alla base di quel monte pericoloso. Poi visitammo Oruro una città che era stata molto ricca per le miniere di argento, entrammo in una piccola miniera dato che per la grande avemmo un contrattempo con la guida, ci sono perfino bambini che vi lavorano e masticano foglie di coca per non sentire la stanchezza. Quindi visitammo la principale attrazione della Bolivia: il salar de Uyuni un vastissimo lago salato di 10.000 KMQ (il nostro lago di Garda è vasto solo 270 kmq, un nano al confronto) che si percorre in camion con le ruote alte dato che all'inizio il lago è bagnato da acque di circa un metro, poi sempre meno fino al sale duro e accecante del centro, tutto intorno alti vulcani, spettacolare. Sotto il sale c'è una salamoia ricca di litio e dovrebbe costituire il 50-70% del litio mondiale, una ricchezza immensa dato che il litio è un minerale essenziale per la produzione di batterie elettriche e anche per i cellulari, per le strutture militari ed aerospaziali. Finita la visita della Bolivia entriamo nel confinante Cile, paese lungo 4.200 KM (come la distanza fra il Polo Nord e la Sicilia)e mediamente largo 200 KM con diverse zone climatiche. Si comincia al nord col deserto, poi la zona temperata, quindi i boschi di conifere e infine la terra del fuoco con i suoi ghiacciai e le nevi perenni. Infatti all'inizio incontrammo il deserto di Atacama che è uno dei più aridi al mondo ma comunque c'è un paesino che si chiamo San Pedro de Atacama dentro una minuscola oasi nella quale riposammo un paio d'ore prima di riprendere il nostro percorso verso Antofagasta, il grande porto sul Pacifico che saltammo per dirigerci invece verso la capitale Santiago del Cile che si trova tra la Ande molto vicine e dove vanno anche a sciare ed il Pacifico. Facemmo un breve giro in centro e ammirammo la piazza col palazzo presidenziale de la Moneda dove nel 1973 il presidente cileno Salvator Allende venne ucciso dai rivoltosi sobillati dagli americani perchè volevano nuovamente impossessarsi delle ricche miniere di rame che il presidente aveva nazionalizzato. Fu instaurata la dittatura di Pinochet che era in carica anche durante la nostra visita e infatti subimmo un pesante controllo da parte della polizia cilena che ci costrinse a scendere dal nostro pullman con le valigie aperte. Fecero un minuzioso controllo del contenuto prestando particolare attenzione ai libri ed agende. La sera andammo a cenare in un grande ristorante con spettacolo di un comico che con nostra grande sorpresa si prese il coraggio di deridere Pinochet chiamandolo Pinocho, cioè Pinocchio. Tornato in Italia lessi che era stato arrestato. Dopo Santiago proseguimmo ancora a sud lungo la strada transoceanica fino alla sua fine a Puerto Montt, una città circondata da boschi di confere e innevata. Dovevamo passare le Ande per arrivare in Argentina a Bariloche, la Cortina del Sudamerica, una bellissima località con tanti laghi, boschi e piste per sciare e tanta cioccolata da gustare. Il capogruppo trovò un gatto delle nevi al quale attaccò una specie di furgone blindato con sportellone dentro il quale ci accomodammo incoscienti, cantando per la salita interminabile. Ad un certo punto il mezzo sbandò e ci mettemmo ad urlare finchè ci aprirono lo sportellone: c'era la neve alta tre metri tutto attorno prima del passo di confine con l'Argentina. Prima facemmo una bella battaglia a palle di neve e poi passammo il confine fra lo sguardo incredulo dei doganieri. Ed entrmamo in Argentina

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